Siena Cravos, nell’omettere non c’è esperienza

L’evento del 7 ottobre fatto saltare dal Senato di UniSi continua a creare motivi di imbarazzo

Vorremmo dar merito a un collega che da Chiusi insiste nel voler fare giornalismo. A volte ruvido e stridente, ma con opinioni chiare e manifeste. Marco Lorenzoni sulla sua Prima Pagina ha trattato una vicenda dove i media del capoluogo in prevalenza si sono attenuti alla regola di far parlare le opposte fazioni e poi pensare ad altro. Marco Lorenzoni invece si è sforzato di descrivere la vicenda e dare un’opinione.

Sul suo esempio oggi vogliamo scrivere anche noi due righe sull’evento che il prossimo 7 ottobre non si terrà. Vogliamo manifestare come sia giusta la preoccupazione della nostra Università di voler proteggere gli studenti, ma anche insinuare il dubbio sul fatto che non esista protezione quando si esclude la realtà e le occasioni di confrontarsi con essa. E che comunque che, se di Ordine Pubblico si sarebbe finiti a parlare, sono altri gli organi preposti.

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Allora il 7 ottobre ricorrerà un anno dal blitz omicida dentro i confini di Israele di miliziani di Hamas che hanno ucciso e rapito in prevalenza civili inermi. Furono 1194 i morti e 250 gli ostaggi presi. Questo evento – e i reiterati lanci di missili – ha portato l’esercito israeliano a invadere prima la Striscia di Gaza ed a sconfinare prima in Cisgiordania e quindi in Libano; tali azioni militari hanno provocato anche un incredibile numero di morti civili.

Cravos Siena – si legge sul portale di UniSI – è un’organizzazione studentesca indipendente che organizza seminari, feste e mobilitazioni, con rappresentanti degli studenti in tutti gli organi universitari. La sede a Siena si trova in via Sant’Agata; ogni lunedì alle 20:30 si tiene la riunione settimanale per discutere progetti e iniziative (ndr: molto letti sono i post su facebook e instagram). Obiettivo dell’associazione è ricreare un tessuto sociale nella comunità studentesca e promuovere temi come il diritto allo studio e il diritto alla casa, all’insegna dei valori dell’antifascismo, dell’antimilitarismo, contro tutte le discriminazioni”.

Cravos Siena aveva indetto proprio per il 7 ottobre un evento per discutere della ricorrenza citata e dell’attualità in Medio oriente. Avevano accettato di intervenire Ilan Pappé, storico israeliano, Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per il territorio palestinese occupato, Karem Rohana, attivista italo palestinese e Giuseppe Flavio Pagano, divulgatore di geopolitica; risulterebbe inoltre che l’iniziativa avesse il pieno appoggio dei direttori dei dipartimenti di Scienze Politiche, Giurisprudenza e Scienze Sociali, Politiche e Cognitive.

Lunedì scorso a sottolineatura di una decisione di annullamento dell’evento comunicata agli organizzatori il Rettore di UniSi Roberto Di Pietra (nella foto) ha diramato la seguente nota un po’ sussieguosa… “Mi preme precisare – scrive -, anche a nome del Senato Accademico che si è espresso in larghissima maggioranza su questo tema, che l’iniziativa presentata dall’Associazione studentesca Cravos non è stata cancellata. La qualità scientifica di due tra i relatori e l’impostazione della conferenza non sono state messe in discussione. Semmai è stata valutata la ‘non opportunità’ di svolgere questa iniziativa proprio ad un anno esatto dai tragici eventi del 7 ottobre 2023, considerando anche i rischi che una tale conferenza avrebbe comportato dal punto di vista della sua strumentalizzazione politica e mediatica. Questo rischio avrebbe certamente messo in secondo piano i contenuti della conferenza stessa e il valore dei suoi relatori. Il Senato Accademico nello svolgimento normale dei suoi lavori e dopo ampio dibattito mi ha chiesto di revocare l’iniziale autorizzazione, chiedendo agli organizzatori di programmare quanto prima una nuova data differente dal 7 ottobre. Crediamo che questo possa favorire il valore della conferenza e speriamo vivamente che si possa procedere all’individuazione di una nuova data. L’Università di Siena ha già e in più occasioni manifestato le sue prese di posizione a favore della pace, del cessate il fuoco, della vicinanza alle popolazioni civili colpite, dell’esigenza di arrivare al riconoscimento dello Stato Palestinese. Molte espressioni utilizzate nel comunicato stampa diffuso dall’Associazione Cravos sono un modo eccessivo e distorto per interpretare la realtà ed a quelle non intendo fare riferimento”.

I docenti d’altro ateneo coinvolti sono stati fra i primi a trovare irragionevole questa decisione per la quale il rettore Di Pietra incassa la solidarietà e il mandato del proprio senato. Inoltre, quando ci si prende la responsabilità di assumere una decisione totalizzante per il “bene comune”, consapevoli che organizzare le presenze di relatori altrimenti impegnati è cosa oltremodo difficile, si dovrebbe proporre di più che la speranza che tale evento sia riproponibile in un futuro che non si rende certo. Perché diversamente si potrebbe dare l’impressione che si sia trattato di una patata bollente che non potendo passarla ad altri si è soltanto posta a raffreddare.

E’ vero l’evento avrebbe potuto essere politicizzato, avrebbe potuto chiamare presenze indesiderate e creare sconvolgimento dell’ordine pubblico con interessamento e il coinvolgimento di altre autorità preposte. Ma è anche vero che non è nascondendo o rimandando che si offre la possibilità di una crescita non solo didattica ai nostri ragazzi.

Se prendessimo esempio da quanto avvenuto, SienaPost dovrebbe ritirare il sostegno che intende dare al mini evento dell’Associazione Futura Siena che vedrà il 5 ottobre prossimo venturo studenti e docenti dell’ateneo di Modena e Reggio Emilia al Circolo dei Due Ponti per parlare coi senesi di un’esperienza di incontro che trae origine dal massacro di Srebrenica, altrettanti morti, altrettanta difficoltà ad attribuire responsabilità e verità.

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