Siena fatti un altro Palazzo dello Sport

Per Giammarco Bisogno il Palasclavo non recupererà funzionalità a forza di rattoppi

Casetta o Monteriggioni che sia: Siena deve smettere di prendersi in giro e costruirsi un palazzetto adeguato. E’ l’opinione di Giammarco Bisogno che per la verità non sviscera subito alla conferenza stampa di stamani sulla fusione con Santa Croce.

Un po’ si trattiene, poi, quando un giornalista bolognese gli ricorda che le squadre avversarie irridevano l’Emma Villas e venivano a giocare a Siena anche con i paraorecchie per il freddo, dice finalmente che il problema del PalaSclavo c’è ed è importante. Che è un problema che non si può risolvere rattoppando, ma prendendo scelte e senza nascondere i limiti che ha la struttura e probabilmente – in attesa degli esiti dell’antisismica – non può neanche più togliersi.

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Dice le stesse cose che si stanno discutendo per esempio anche dentro Io Tifo Mens Sana, il trust che raccoglie 6-700 anime biancoverdi. L’esigenza di un palazzo nuovo, a dimensione, due tre milioni da trovare per costruire, duemila posti e autonomia per i biancoverdi. Ma quando le dice Giammarco Bisogno, presidente dell’Emma Villas, apriti cielo. Gli haters di fede mensanina vomitano di tutto.

“Mi dicono di non guardare i social, ma poi ognitanto lo fo”. Segue espressione non contenta. E difatti anche la progettata fusione in questi giorni prende più commenti da tifoserie di altri sport che dal popolo dell’Emma Villas. Noi, ne abbiamo parlato ieri, di questo fenomeno che non ci appassiona e che si potrebbe semplicemente commentare con il vangelo (Luca 6,41): “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”

Anche se non si vuol seguire Giammarco Bisogno nel suo voler ricordare che “per dieci anni ha portato in alto e con dignità il nome di Siena”, chi rimane a Siena deve comunque meditare sulle sue parole.

Il presidente dell’Emma Villas, presto presidente dei Lupi Siena, è comunque uno che viene dal mondo del mattone, lavora con le costruzioni, è impostato a un livello imprenditoriale di livello, sa di cosa parla. Ricorda di esser stato dall’allora sindaco De Mossi a caldeggiare l’esigenza di un nuovo palazzetto, opera per lui che avrebbe previsto dieci milioni di impegno di spesa e per la quale era pronto a favorire linee creditizie a finanziamento.

Bisogno torna poi sulla storia dei “paraorecchie” con intenti protettivi verso il suo vice Fabio Mechini che, mesi fa, intervistato in tv in piena lotta per l’ottenimento della Superlega, affermò che un’eventuale vittoria sul campo, sarebbe comunque stata vanificata dalle condizioni del PalaSclavo. E anche lì… il “tornatene da dove vieni” fu l’espressione più gentile.

Le sue comunque sono accuse che non sono direttamente rivolte alle Istituzioni cittadine. Per Valentini e De Mossi spende belle parole, per l’attuale amministrazione non ne spende di cattive salvo sottolineare che hanno tanti impegni e tanto da fare… E siccome lui non è uso a mettersi il cappello in mano e aspettare, alla fine ha deciso di aiutarsi da solo e trovare altre strade. Per esempio quella della fusione con Santa Croce.

Le parole che aggiunge un altro giornalista della stampa non locale fanno capire che, fuori, Bisogno sia stato visto e riconosciuto come il paladino della battaglia per infrastrutture migliori per Siena. “Ora che lei non ci sarà più, cosa faranno a Siena? Faranno spallucce e se ne fregheranno del Palazzo?” A questo Bisogno non dà una chiara risposta, anzi inizia ringraziare i moltissimi tifosi dell’Emma Villas e rassicura le componenti rimaste a Siena che la Società si potenzia anche per loro.

E noi che si resta? Mio personale convincimento è che la categorica esclusione che Giammarco Bisogno fa della possibilità di usare a lungo il Palazzo, dovrebbe esser considerata, verificata e spiegata. Almeno esser argomento di confronto al posto dei “tutto va ben”. Probabilmente con le toppe che comunque costano fior di soldi pubblici, non si arriva neanche al 2028, cioè la prossima scadenza elettorale amministrativa.

(2 – fine)

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