Tutti migliorano, l’Istrice pure

Quattro prove per leggere il valore delle accoppiate a un giorno dalla disputa della Carriera dell’Assunta

Sopra e sotto a questo articolo c’è il mio nome. Quindi sapete con chi rifarvela. Tornando a parlare di accoppiate, vorrei dire la mia su un tema d’attualità. M’è parso di capire che per chiudere l’impasse della Selva che non entrava nella seconda prova… Il mossiere che ha tutt’altri compiti, ha chiesto ai fantini di aiutarla. Primo a reagire è stato Tittia che si è affacciato al canape dietro. Di seguito quello della Lupa che l’ha fatto ed è stato lasciato fermo al verrocchino. E giù tutti a voler trovare una giustificazione gradevole sui dieci assassini e il mossiere – che ancora non ha capito cosa c’è fra Leocorno e Civetta – che operano per il bene della Festa, la sicurezza dei cavalli, i beni supremi.

Per me, i “dieci assassini” che assassini non sono, sono invece padri di famiglie, spesso numerose, e sempre bisognose. La loro priorità è quella. Alla sicurezza dei cavalli, della Festa, di tutto il resto ci devono pensare l’autorità comunale di concerto con le forze pubbliche del Paese. Se ci si pensa tutti… com’è quella cosa dei troppi cuochi che guastano la cucina? E di certo vengono rese meno leggibili le responsabilità di chi può e deve.

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Quel particolare sentimento o attaccamento che a Siena si vive per la Festa e che è manifesto sui visi stessi dei senesi col fazzoletto o la coccarda in questi giorni non serve renderlo ancor più manifesto, ma è altro rispetto a un’azione coordinata per la sicurezza. Quello che si dovrebbe manifestare collettivamente è un po’ di educazione civica – ah, già, in molti non sanno cos’è -, è rispetto – sapete il 90% dell’università del Palio è rispetto – ed è una sensibilità speciale di persone che ad affetti simili per tutti, ne hanno aggiunti di unici e speciali.

Mai abbastanza… i venticelli, anche a mulinelli, che si avvertono nei vicoli intorno Piazza. Ma non portano sollievo al calore crescente. Parlano di ditte edili, di cavalli che vanno tre volte quanto andavano a luglio, di gravi antipatie fra fantini, di altri fantini che stanno passando di moda perché hanno scelto il blocco di contrade sbagliato.

E intanto anche Leocorno e Chiocciola si tengono lontane dagli steccati. Il mossiere comincia a capire che potrebbe esserci un problema e ieri sera ha chiesto una prima volta di allargarsi in basso con modesto successo. La presenza dei nerbi imbracciati domanisera potrebbe richiedere ulteriori spazi per non danneggiarsi reciprocamente.

Comunque, vediamo in due prove e una notte cosa potrebbe esser cambiato…

Sempre più Istrice – E’ un Palio che si sta facendo molto mentale. Volevamo coinvolgere Paolo Benini ma ha detto che gli importa il giusto, lui pensa a Luna Rossa e manda gli auguri a capitan Testa. Di certo il massimo dirigente paliesco di Kamullia non si è isolato sulla sedia del comando, ma ha coinvolto figure sodali, fuori e dentro la contrada, certamente di concerto con Tittia. Si sente che c’è uno studio, che ci sono delle intelligenze, che alcune situazioni sono state predisposte con largo anticipo. Ci sono somiglianze forti con la preparazione del Palio che fu corso con Trecciolino e Già del Menhir. L’onorando Squarci faccia per tempo i conti di quanto c’ha nel borsello, perché il gioco funziona se tutti vengono accontentati. Non sarà qualcosa di premonitore quel galoppo fatto di reciproche occhiate fatto al terzo giro da Istrice e Montone, prima che Tittia, contrario a se stesso, andasse a vincere la prova? L’astinenza da successo di Atzeni si è molto prolungata: vincere in queste condizioni sarebbe atto di colossale bravura, rispetto alle due ultime frequentazioni con Violenta da Clodia.

Sempre più Lupa – Letto sopra, il titoletto sotto sembrerebbe puerile, ma è giustificato dai fatti. La Lupa parte, la Lupa galoppa, la Lupa si alza e si abbassa. L’accoppiata Velluto-Benitos per noi cresce quanto è chiaro che Dino Pes per qualunque cosa voglia fare, intende avere sotto il sedere un cavallo di cui conosce le reazioni e le intenzioni. Sarà l’ordine di mossa a dire molto.

Diversamente Nicchio – Brivido Sardo e Guglielmi erano fatti per stare insieme? Il tempo che resta basterà perché l’uno si affermi sull’altro? Oggi ai canapi il cavallo si è parato e si è rifiutato al suo fantino, senza possibilità di smentita. Incompatibilità? Non in corsa, comunque, perché appena c’è la licenza di correre, quel vento in faccia rappacifica l’uno all’altro; e vanno, nel vero senso della parola. Dove arriveranno? Lasciamo la risposta a Sergio Endrigo… Intanto il giudizio sull’accoppiata è sull’insufficienza con “due più”. Ma comunque sarà interessante vedere il forcing finale di stalla, fantino e dirigenti…

Praticamente Montone – Confermiamo che il valore dell’abbinata dei Servi resta alto, ma ciò che vediamo ci sembra più funzionale a tenere in apprensione l’avversaria che a preparare l’ennesima salita di qualche coraggioso scriteriato sul campanile della Basilica. In più quel correre intorno all’Istrice che stava a dire “potrei passarti ma non lo faccio”, è ancora ragione dei nostri pensieri. Per anni, Scompiglio si è accorto di colpo alla mossa che era solo, che qualunque diversa strategia avesse fatto, a quel punto, solo, la doveva ricombinare. Crediamo che rimarrà fedele a quel che era, ma queste sono le cose a cui una dirigenza ci deve pensare perché il fantino deve sentirsi protetto. Hanno per caso iniziato in anticipo la guerra della tensione psicologica?

Se so’ unicorni fioriranno – Come? Turbine ha spinto il suo cavallo e ci ha sentito roba? Ma no! Davvero? Quindi la notizia qui è che l’accoppiata ha rinunciato alla sua comfort zone ed è salita nella considerazione. Chiaramente la pista non è fatta di un canape seguito da un chilometro di galoppo tutto dritto; ci sono le curve e ci sono gli altri. Il Leocorno comunque entra nel novero di quelli che nel gruppo potranno esserci. Vediamo se galoppa anche stasera o tenterà di recuperare senza successo la sua area protetta.

Sempre più Chiocciola – Lo Zedde è un fine stilista dell’addestramento equino. Non c’è cosa che mostri in groppa a Comancio che non sia giusta o bella da vedere. E la contrada in cui è esplosa una nuova gioventù, straripante e sorridente, lo lascia fare, ed anzi lo conferma. La rincorsa di ieri sera era da manuale, il mettersi in azione sul viottolo di Beppe che gli frutta la quarta piazza a San Martino inappuntabile. E stamani dal primo posto è andato via al primo posto. In due prove – terza e quarta – dove si sono visti dei bei galoppi, il binomio di San Marco prova a pezzi, ma non in continuità. Stanno sempre crescendo, ma un pizzico in meno rispetto l’inizio.

Sei Priora e fieri ci sentiam – Apparentemente sanguigno, ma in realtà riflessivo, il duo Papei-Ricci sa di doversi dare tempi e strategie. Per il popolo, a dispetto delle squalifiche. Vediamo quest’accoppiata aumentare in densità, dotarsi di un’aura, esprimere se stessa attraverso le certezze dei civettini nel loro insieme che offrono una casa ritrovata a Bellocchio. Di certo le probabilità che questo Palio lascia al Castellare non stanno nel semplice impegno agonistico tanto caro agli avversari di Follonica, risiedono invece nell’introdursi in una spaccatura di una filatura che va in anticipo vista e compresa. Crediamo che il senso dell’onore, per un assassino!, sia elemento di crescita d’accoppiata.

Sono stato troppo cattivo Credo fermamente – anche se stasera in una piazza strapiena la Selva dovrà concedere il bis di rincorsa – che Andrea Sanna riceverà un Soprannome dalla sua dirigenza. In questo 48simo Palio dal Duemila sarà la quarta intitolazione data in Vallepiatta (Sgaibarre, Smarrancio e Tempesta) delle 32 complessive. L’errore c’è stato ed è stato grave, ma se gli errori non vengono commessi (anche la sdrusciata di stamani) non c’è l’attenzione necessaria a correggerli. Di sicuro stasera si vedranno cose diverse, come si sono viste nella terza e quarta prova. Ieri sera, dal nono posto, Selva quarta a San Martino e poi galoppante per tre giri; oggi Selva tra le prime a uscire e veemente in corsa, prima di superare al passo il bandierino che gli ha dato la vittoria nella quarta prova. La contrada, la stalla, il fantino stanno lavorando bene: promesse a nessuno, responsabilità non ci sono tranne i nerbi legati eventualmente da contrarre, libertà e spensieratezza se Andrea non rivelerà fretta eccessiva di cambiare la propria condizione. Accoppiata di nuovo in forte salita.

Il gioco dell’Infamona – I palii in segreto dell’Oca non sempre riescono. Una volta, in uno di essi, mi ritrovai praticamente in collo Aceto al primo San Martino che rovinava a terra dal povero Cassius. Cosa ci facevo lì? Non il barelliere, chiedete spiegazioni a Luca Lombardini, lui può. E questo Palio, nel caso, potrebbe essere semi riservato dato che montano il cavallo giunto terzo a luglio e il fantino che ha vinto gli ultimi due palii. Quindi di oscurato al massimo c’è solo la vista di Ares Elce, che come di luglio nel Leocorno, indossa paraombre e musetta costantemente. In piazza il binomio non si è esibito (ma ha fatto le cose d’obbligo), probabilmente in omaggio a un Palio del quale l’Oca è parte della strategia e non è la prima punta. A meno che non si comporti da… Brigante. Accoppiata che per me resta sui valori medio alti che aveva.

Coloro i quali potrebbero vestirsi per il freddo quand’è ancora caldo – Dario Colagé, ex Bufera, fa la star dei media. E abbastanza spesso dice Canarinu, e sorride. Ma cos’è questo cavallo con un nome che non lo rappresenta? Sicuramente ha qualcosa da farci vedere. Alla tratta si è limitato a correre nella scia di Zentiles e Ardeglina per essere preso. Vediamo Grandine – come ha preso questo nome? La grandine a volte fa male, ieri ha scoperchiato una scuola – che lavora a mani basse e redini corte. Bene, è il viatico giusto per lui. Quest’accoppiata sta salendo di valore.

Duccio Rugani

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