Una ventata di Cuperlo sul Pd senese

“Pienone” al Ruffolo per l’ex presidente del Partito. L’urgenza di tornare a fare politica fra la gente

Gianni Cuperlo si riporta a Roma un sacchetto di ricciarelli (e uno di aglione della Valdichiana) e lascia a Siena, in casa Pd, la sensazione di un bel pomeriggio di politica, tirato e intenso. Ancora una volta si mostra un imprescindibile e un pervicace. La parola politica la sa definire e non la sa corrompere.

Qualche mese fa aveva deciso di dare vita a “Promessa Democratica” perché nel dibattito per la segreteria nazionale quest’idealità della politica avesse una voce, ne fosse ricordata l’esistenza, ne fosse affermata la necessità. Soprattutto di quel che arriva da un retaggio antico.

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Il saluto iniziale di Giulia Periccioli

Per Cuperlo la politica è il risultato di un vissuto ininterrotto. Che oggi è anche movimento per la pace, con tutti i campi larghi che ne conseguono, ma le cui certezze sono tutte maturate da giovane comunista. Tra l’altro lui è stato l’ultimo segretario nazionale della Fgci e il primo della Sinistra Giovanile.

Racconta un aneddoto che in questo punto sta bene, quindi lo mettiamo e basta. Quattordicenne a Trieste, scelse come mentore politico un operaio dei cantieri; a lui, con insistenza fastidiosa, enucleava tutte le supposte carenze dello Statuto del Partito, fino a sentirsi rispondere: “Sai perché si chiama Statuto? Perché dentro ci Sta… Tutto”.

Queste risposte non se le è mai fatte bastare, quindi eccolo di nuovo a giro per l’Italia a testare i “democratici” della terza mozione – ma anche iscritti e non iscritti – per capire se c’è una valenza da approfondire. Guardare cioè se Promessa Democratica può ancora esprimersi come associazione di stimolo a confronti e dibattiti con la gente comune, cioè a fare la politica alla vecchia maniera con obbiettivi non dettati dall’opportunismo. I segnali positivi al momento li ha registrati in Piemonte, Lombardia, Sicilia, Puglia, Emilia e anche Toscana dove terreno fertile è il capoluogo di regione, ma… anche con Siena si potrebbe lavorare bene.

Daniele Cortonesi ha rappresentato la Segreteria provinciale

In origine l’incontro al Ruffolo era promosso da Promessa Democratica, ma il segretario Valenti l’ha voluto qualificare della Federazione stessa. Non foss’altro per continuare a respirare il gusto di un tempo, quando qualunque leader del partito nazionale, se invitato a fermarsi a Siena, non rifiutava mai.

Lui, Valenti, non c’è, motivi familiari urgenti, e quindi arrivano con gli stendardi ufficiali Daniele Cortonesi e Massimo Roncucci con il primo che va a sedersi nel concone. Quando prende la parola nega le correnti e incita all’unità. Quel che Cuperlo vorrebbe è completamente nella direzione indicata dalla segreteria provinciale.

L’onorevole Riccardo Margheriti, classe ’38

Spicca qualche presenza, l’onorevole Cenni, citata più volte da Cuperlo (così come avvenuto per Fiorenza Anatrini); l’onorevole Riccardo Margheriti, con inalterata passione. La sala del Circolo del Ruffolo è capiente, e alla fine sarà colma. Una novantina di persone riunite a seguire uno che parla senza il dichiarato scopo di divertire, è un fatto sempre da segnalare di questi tempi. L’unico, grosso, grossissimo problema, è che all’entrata non c’era un cartello con scritto “vietato l’ingresso agli under 50”. Eppure è così.

La presenza di Giulia Periccioli, segretaria dell’attivo Circolo di Sant’Andrea, che avvia l’incontro in quanto promotrice, testimonia che ci sarebbero i giovani con capacità di reggere la platea. Ma al momento lei è sia la grande speranza del Pd senese, che il suo “Gronchi Rosa”. Esordisce con una frase efficace: “Il Pd non è un marchio da promuovere: è confronto quotidiano”.

L’onorevole Susanna Cenni, alla quale Cuperlo ha lungamente “parlato” in un ideale colloquio concone-platea

E quanto questa città avrebbe bisogno di confronto quotidiano lo spiega elencando la fuga dei medici, le babygang, il degrado, la negazione dei richiedenti asilo e via così. Cose che vanno assolutamente discusse e decise, superando chi vorrebbe solo negarne l’esistenza. Giustizia sociale, tanta roba quando se ne parla in queste sedi.

Quando il microfono, intermediato dalla brava Cristiana Mastacchi, arriva a Cuperlo, lui è pronto e carico. Alla Schlein non dà voti, e non li darà fintanto il Partito Democratico non saprà dare voti a se stesso. Il governo delle Destre reggerà fino alla conclusione naturale, ma il Partito deve combattere a livello nazionale e locale quella stolida certezza che sarà solo un fatto transitorio.

Le Destre hanno un impianto ideologico e concettuale molto solido che ha fatto riprendere vigore e arroganza a un’identità fascista che viene sottaciuta. Ma il Paese sta ribollendo. Il Partito Democratico deve riacquisire capacità di comprendere che, a parte la vittoria politica del 2006, nei diciassett’anni che sono seguiti è stato lungamente al Governo ma sempre in ragione di un qualche compromesso. Forse troppi. E oggi il Paese è devastato dal dolore.

Gianni Cuperlo, parlamentare nelle legislazioni XV, XVI, XVII e XIX

Per Cuperlo le destre non sono imbattibili. Anzi già oggi, per i sentimenti e le idee che potrebbero promanare dal Pd, ci si potrebbe sentire già parte della maggioranza del Paese. Ma perché siano i risultati elettorali a sancirlo, il Pd deve mostrarsi umile e capace di ascolto delle istanze della collettività.

E quindi, così come le iniziative sulla pace che Cuperlo propone, chiamandole “Pace, l’utopia che deve farsi realtà”, la strada che attende il Partito Democratico è quella del coinvolgimento e della giustizia sociale, magari anche rivisitando l’Ulivo e facendo nuovamente legare scuola, imprese e lavoro.

Gli applausi al termine sono stati meritati. La Giulia Periccioli promette ulteriori ospiti a breve.

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