Viale Sclavo, il progetto si allarga: una variante ambiziosa

Il Comune rilancia sull’area della Mens Sana con un intervento articolato e formalmente condiviso con soggetti privati. Ma tra vincoli paesaggistici, Piano Strutturale scaduto e critiche politiche, si apre un dibattito sulla legittimità

Il progetto di trasformazione urbanistica dell’area di Viale Achille Sclavo prende corpo con contorni più chiari e allo stesso tempo più complessi. La proposta di variante urbanistica, inserita formalmente negli strumenti di pianificazione comunale, prevede non solo la realizzazione di uno studentato e un parcheggio, come inizialmente apparso nella narrazione mediatica, ma una vera e propria riorganizzazione di un’area ampia – oltre 77.000 metri quadrati – che comprende impianti sportivi, viabilità, spazi pubblici e servizi integrati.

Il cuore dell’intervento resta la zona dei due palazzetti storici della Mens Sana, per cui il Comune si sta impegnando economicamente in prima persona, oggi in stato di degrado ma con un forte valore identitario per la città.

- Advertisement -

L’intervento è suddiviso in tre comparti. Il primo riguarda gli impianti sportivi esistenti. Dove è prevista la demolizione dell’attuale tensostruttura e la realizzazione di un nuovo impianto sportivo coperto, integrato con accessi riorganizzati da Viale Sclavo.

Il secondo comparto è destinato alla realizzazione di un ampio parcheggio pubblico o di uso pubblico, che potrà svilupparsi anche su più livelli sfruttando il dislivello naturale del pendio, con soluzioni “Fast-Park” a basso impatto visivo e corredate da interventi a verde. Una parte sarà adibita a verde pubblico attrezzato per circa 11.800 metri quadrati.

Infine, il terzo comparto introduce una nuova edificazione a destinazione direzionale e di servizio, con una superficie edificabile fino a 8.000 metri quadrati per studentato e altri 1.000 per palestre e centri sportivi, fino a un massimo di 300 alloggi distribuiti su cinque piani fuori terra.

A prima vista si tratta di un progetto ampio, articolato, con elementi di interesse pubblico non marginali: parcheggi, verde, percorsi ciclopedonali, nuove attrezzature sportive.
Ma proprio la complessità e l’impatto di questa operazione hanno suscitato dubbi e reazioni critiche.

Tra le più nette, quella di Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena, che accusa l’Amministrazione di aver rinunciato a esercitare il proprio ruolo di garante dell’interesse collettivo. Secondo Piccini, la variante favorisce soggetti privati e introduce nuove volumetrie.

Per altro in un momento in cui la città è tecnicamente bloccata sul fronte urbanistico, a causa della decadenza del Piano Strutturale avvenuta a gennaio 2025. Una situazione che ha attivato le cosiddette norme di salvaguardia, tese a congelare nuove edificazioni, ampliamenti e cambi di destinazione d’uso fino all’adozione di un nuovo strumento urbanistico.

Ed è proprio questo il punto critico. Come può un intervento così rilevante procedere in parallelo a un blocco urbanistico generalizzato?

La risposta dell’Amministrazione è che la variante segue un percorso autonomo e che i tempi saranno coordinati: la variante potrebbe arrivare a compimento nell’arco di sei-otto mesi, giusto in tempo per riallinearsi con l’adozione del nuovo Piano Strutturale. Una strategia tecnicamente percorribile, ma politicamente rischiosa: anticipare una trasformazione urbana così rilevante, mentre il quadro normativo generale è sospeso, rischia di delegittimare il processo di pianificazione complessiva e di far percepire l’intervento come una forzatura.

Non meno importanti sono i vincoli paesaggistici che insistono sull’area – secondo quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali – e che impongono ulteriori cautele nella progettazione e nell’impatto visivo delle nuove volumetrie. Lo studentato, per esempio, dovrà essere costruito in posizione ribassata rispetto al Palasport, con strutture seminterrate e schermate da piantumazioni. Ma anche qui, il confine tra valorizzazione e compromesso resta labile e tutto da verificare nei fatti.

Al centro di questa vicenda c’è infine la Mens Sana, simbolo sportivo della città, oggi in cerca di un nuovo ruolo, non più proprietaria degli impianti e chiamata alla realizzazione di una nuova palestra.

Ma la visione complessiva rimane sospesa tra rigenerazione e valorizzazione immobiliare, tra bisogno reale e opportunità politica.

Che la città debba trovare nuovi spazi per studenti e parcheggi è fuori discussione. Che lo debba fare con trasparenza, pianificazione e condivisione, lo è ancora di più.

E in questo senso, la vicenda di Viale Sclavo è molto più di un intervento edilizio: è un banco di prova per capire in che direzione vuole andare Siena.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version