L’eccellenza enologica a portata di bicchiere, a Wine & Siena nello scorso fine settimana. Manifestazione dedicata unicamente all’eccellenza dei vini Italiani con qualche piacevole incursione gastronomica, nata dalla volontà di Helmut Kocher, patron di Merano Wine Festival, che in città ha portato alla ribalta i vini premiati in Alto Adige da una giuria selezionata ed esperta. Attraverso pregiati vini italiani possiamo così degustare tutta la città di Siena nel bicchiere.
Solo il meglio dell’enologia italiana e Siena ha fatto il pieno di appassionati, cultori ed esperti di vino, mettendo in campo le sue eccellenze artistiche, dalle location dei banchi d’assaggio, alle sale delle master class, all’intera città. Una dimostrazione in primo luogo che vuole il felice matrimonio tra arte e vino, avvicinando le due culture attraverso tutti i nostri sensi. Grazie ai percorsi tra varie degustazioni, sono andata alla scoperta di luoghi che non conoscevo direttamente.
È proprio così. I luoghi che ci mettono in contatto con il bello e con la storia, ci fanno apprezzare anche il vino in modo diverso e ci legano alla cultura e alle nostre radici con un doppio filo. La cultura di Siena, con le sue tradizioni e la città orgogliosamente medievale; le radici millenarie della viticultura in Italia che dai romani, ancor prima dai greci, fino tutto il medioevo, hanno posto una base forte su tutto il territorio. Ed ecco che, bicchiere in mano sono andata alla scoperta piacevole di cantine che non conoscevo, vini che apprezzo tanto e persone che mi raccontano la loro ideologia, le loro storie; ed il vino diventa cultura.
Siena è anche questo. L’orgoglio cittadino tramandato da generazioni, lo specchio delle mura, della Piazza del Campo con i ristorantini e i locali che vi affacciano; Santa Maria della Scala, Palazzo Salimbeni, Palazzo Squarcialupi dove immergersi nelle degustazioni, fanno da eco ai produttori, fieri del loro lavoro, tenaci nelle loro produzioni. E il lavoro fatto bene, premia sempre. Degustazioni di alto livello, capaci di richiamare appassionati e professionisti del mondo del vino, con una formula di prestigio nei palazzi storici, accompagnati dai capolavori dell’arte, da Guidoriccio alla Maestà di Simone Martini.
Una passeggiata per le vie della città è di obbligo, ogni anno un angolo diverso, un nuovo punto di vista lungo la strada che mi porta ad assaggiare i vini, lungo una traiettoria da nord a sud Italia, da est ad ovest, isole comprese. Io inizio sempre dalle regioni del nord Italia. Dai Pinot Noir del Trentino, ai vini delle Dolomiti, e fare un giro tra i vigneti dell’Abbazia di Novacelle; al grande Barolo in Piemonte, per scendere tra i bianchi in Friuli.
Un’occasione che gli addetti e appassionati, non possono e non vogliono perdere. Trovarsi a contatto con la migliore produzione, tutta in uno scrigno.
L’emozione mi accompagna ad ogni sorso tra gli affreschi che raccontano le storie del passato, in modo particolare quando mi avvicino alla Toscana. Siena ne è il centro nodale tra il Chianti e il Brunello, fino al Nobile. Un crocevia di uomini e commerci, di tratte verso nuovi commerci. Regione che in fatto di viticultura ha insegnato tanto ed è stata in anticipo nei tempi, già dall’800 con il barone Ricasoli e la sua “ricetta” del Chianti; oggi ogni zona riesce a dare una propria espressione territoriale, influenzata dal terreno, dalle esposizioni e dalle stagioni: Castellina, Greve, Gaiole, Radda, Castelnuovo. Sono sempre delle vere e proprie scoperte.
Ma dire Toscana è anche dire Bolgheri, grazie all’illuminata intuizione del marchese Incisa della Rocchetta e la sua passione francese per i vini di Bordeaux, stile che ha voluto riportare nella sua azienda legandola alla sua passione per i cavalli. Ecco la storia delle persone, le loro passioni; si uniscono alle terre di origine per proiettare gli eventi verso il futuro. Nota di merito anche al Sirah di Cortona.
Ecco allora che il modo di vivere la storia e la cultura, il legame con la città, ci fa degustare in modo cosciente e raffinato un sorso di vino, che non è più soltanto un semplice vino.
Radici e riscoperta delle proprie tradizioni, della storia ancestrale dei luoghi e dei vini; tenacia nelle proprie ideologie anche vinicole per scoprire nuove potenzialità territoriali, e tecniche culturali rispettose dell’ambiente.
E di ambienti e climi diversi l’Italia è regina, come pure le sue uve autoctone, espressione assoluta di luoghi e regioni. Come il Montepulciano in Abruzzo, il Vermentino in Sardegna, il Grechetto in Umbria, la Falanghina in Campania. Solo poche citazioni. Per realtà enoiche d’eccellenza.
L’eccellenza che ora è legata a Siena, alla sua storia e che non si limita solo ai giorni della manifestazione, ma riesce a dare una continuazione tra i ristoranti e le enoteche, sia in città che nel territorio, dove impera la cultura e la ricerca di vini, dei prodotti e delle materie prime, in una continuazione verso il prossimo Wine e Siena.
Isabella Ceccarelli
(Isabella Ceccarelli è insegnante, madre, enogastronoma e amante dell’arte moderna. Vive a Gubbio, una delle città più belle e cariche di storia dell’Umbria, ha una vera passione per il giornalismo. Nei suoi articoli scrive di arte e vino. Ha seguito l’ascesa del fenomeno Sagrantino e le conseguenti tredici doc regionali, grazie ai suoi reportage su famiglie importanti come i Lungarotti, i Caprai, gli Antonelli che hanno cominciato a investire e rinnovarsi proponendo alla guida molte “Donne del Vino”. Quando ha tempo gira per l’Europa con contatti tra i ristoratori per consulenze enogastronomiche; cosi si sente di diffondere la cultura enogastronomica Italiana, e Umbra in modo capillare. Sul territorio è spesso chiamata per fare corsi di assaggio e conoscere nuovi vini).