Chiusi Città, la memoria sul palco: “La Bomba” di Moiano

Marco Lorenzoni racconta l’attentato del 1974 alla Casa del Popolo, trasformandolo in un potente manifesto contro la violenza e l’oblio

Al teatro di Chiusi Città, ieri sera è stato proposto al pubblico “La Bomba”, spettacolo di Marco Lorenzoni che racconta l’attentato neofascista del 1974 alla Casa del Popolo di Moiano, un piccolo centro umbro vicino al confine con la Toscana.

Un pubblico numeroso e partecipe ha assistito a una narrazione che ha saputo unire intensità emotiva, rigore storico e una riflessione profonda su uno dei periodi più bui della nostra storia: la strategia della tensione.

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La scelta di Lorenzoni di raccontare l’attentato a Moiano non è casuale: il gesto, un’esplosione che danneggiò gravemente la Casa del Popolo, non colpì solo un edificio, ma rappresentò un attacco diretto ai valori di solidarietà, democrazia e partecipazione che quel luogo simboleggiava. Moiano, con la sua Casa del Popolo, era un presidio culturale e sociale per la comunità: uno spazio di ritrovo per lavoratori, famiglie e attivisti, un punto di resistenza civile.

Lorenzoni ha ricostruito l’evento con una precisione storica che si mescola alla potenza evocativa del teatro, mostrando come quell’attentato non fu un episodio isolato, ma parte di una strategia più ampia volta a seminare paura e instabilità. La strategia della tensione, orchestrata da gruppi neofascisti spesso con la complicità di settori deviati dello Stato, mirava a destabilizzare l’Italia per giustificare derive autoritarie. Moiano, pur essendo un piccolo centro, divenne così il simbolo di una resistenza popolare che non si piegò al terrore.

La messa in scena di Lorenzoni è essenziale e diretta, basata sulla potenza della parola e sulla capacità del narratore di immergere lo spettatore nei fatti. Ieri sera, la sala si è riempita di un silenzio carico di emozione mentre venivano raccontati i dettagli dell’attentato: la violenza dell’esplosione, il dolore della comunità colpita, ma anche la pronta reazione di solidarietà e indignazione. Attraverso la narrazione, il pubblico ha potuto rivivere quei giorni del 1974, comprendendo non solo l’orrore dell’evento, ma anche la forza collettiva che ne scaturì.

Le immagini evocate dalla voce di Alessandro Lanzani hanno restituito la drammaticità del momento, ma anche la speranza che derivò dall’unità della comunità.

La rappresentazione, infatti, non si limita a denunciare la violenza, ma celebra la capacità di resistere e reagire.

Lo spettacolo non è solo un racconto del passato, ma una riflessione sul presente.

Lorenzoni ha saputo ricordare al pubblico quanto sia importante mantenere viva la memoria di quegli eventi, soprattutto in un’epoca in cui i valori democratici sono spesso messi in discussione. “La Bomba” ci invita a non abbassare mai la guardia e a riconoscere l’importanza della solidarietà e della coesione sociale come antidoti contro il terrore e l’intolleranza.

Al termine della rappresentazione, il pubblico del teatro di Chiusi Città ha tributato a Lorenzoni e al suo lavoro un lungo applauso, durato diversi minuti. Molti spettatori si sono fermati a discutere nel visibilmente commossi e colpiti dal messaggio dello spettacolo.

La performance di ieri non è stata solo un successo teatrale, ma anche un momento di condivisione e riflessione collettiva.

In definitiva, “La Bomba” si conferma un’opera fondamentale per chi desidera comprendere il legame tra memoria storica e impegno civile.

Lorenzoni ci regala non solo una narrazione avvincente, ma anche un monito a difendere con coraggio i valori su cui si fonda la nostra democrazia.

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