Farnetella, la storia e l’origine

Avevamo promesso che su Farnetella saremo tornati. Lo facciamo con questo scritto che ci hanno inviato gli organizzatori della visita di sabato 12 e domenica 13 ottobre.

Grazie al Fai per le giornate d’autunno

L’origine di Farnetella, risale al Medioevo precisamente intorno al V e VI secolo D.C.

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Intorno all’anno 1000, il Castello (attualmente poggiato sul centro abitato nonché chiamato Castelvecchio) viene descritto come potente e inagibile per via della sua posizione strategica.

Era di dominio della famiglia nobile dei Baroti, che possedevano i castelli di San Gimignanello, Montalceto (oggi chiamato Torre sant’Alberto) e Castiglioni (chiamto Castiglioni Baroli) nei pressi di Rapolano Terme.

Intorno al 1100, i castelli di San Gimignanello, Montalceto e di Farnetella furono occupati dagli Scialenghi (nomignolo della famiglia nobile dei Cacciaconti districata ad Asciano, dai il nome Scialenghi).

Nel 1175, la famiglia dei Baroti riassume il controllo del Castello di Farnetella dopo che la Città di Siena ordinò la restaurazione del castello.

Nel 1234 l’imperatore Federico II concesse a Ildibrandino di Guido Cacciaconti (Scialenghi) il castello di Montalceto e poco dopo anche quello di Farnetella.

Si ritiene che l’imperatore Federico II, spostasse da una famiglia comitale all’altra i loro beni, provocando così il loro indebolimento nella maggior parte delle famiglie nobili.

In questo momento le città COMPRAVANO, quello che potevano permettersi da queste famiglie indebolite, diventando sempre più potenti.

Nel 1271, Farnetella venne accusata di ALTO TRADIMENTO verso la Repubblica di Siena, perché gli abitanti concedettero rifugio ai Ghibellini fuoriusciti dalla città di Siena.

Non sappiamo se furono gli abitanti del borgo ad ospitare i Ghibellini in fuga, oppure era loro a invadere le case degli abitanti del borgo.

A Farnetella, la repubblica di Siena assegnò un atto di legge del 1262, che descriveva, che tutti i castelli e le case del borgo dovevano essere abbattute per alto tradimento.

Il borgo poggiato su Castelvecchio venne raso al suolo dalle truppe del Terzo di Camollia.

Gli abitanti del borgo, nel Gennaio del 1295, supplicavano la Repubblica di Siena dichiarando la propria innocenza e cosi un mese dopo (Febbraio 1295), il Consiglio della Campana accettò la supplica degli abitanti, di cui non avevano colpa, di tornare a vivere nella corte di Farnetella.

Cosi agli inizi del XIV secolo, gli abitanti ricostruirono il borgo dove sorge oggi, con la pianta a 3 vie con una leggera pendenza, probabilmente gli abitanti di Farnetella si sono ispirati al modo in cui è strutturata Rigomagno.

Nel 1324, Farnetella venne devastata, saccheggiata e incendiata dalle truppe di Messer Deo Guccio Tolomei (ribelle del Comune di Siena), dopo l’assalto gli abitanti ricostruirono il borgo e ampliando la cinta muraria.

Nel 1554, Farnetella subì un nuovo assalto da parte di un distaccamento dell’esercito dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, il quale vinse insieme ai Fiorentini la famosa battaglia di Scannagallo (nei comuni di Marciano e Foiano della Chiana, che Giorgio Vasari affrescò nel Salone dei 500 a Firenze la suddetta Battaglia). Nell’occasione il borgo di Farnetella riuscì a difendersi dall’attacco grazie alla sua posizione strategica.

Nel 1675, gli abitanti di Farnetella vennero suddivisi in FUOCHI (nuclei famigliari) e ANIME (persone). Quindi in un fuoco ci sono circa tra le 3 o 4 anime (4 abitanti per famiglia).

Gherardini nella Biografia (Visita dello Stato Senese – Memorie storiche del Castello di Farnetella del 1680) racconta che il borgo possedeva uno “spedaluccio per la comunità” all’interno del Castello. Sempre grazie a Gherardini sappiamo che Farnetella possedeva un molino, essenziale per il borgo, e un’oliviera. 

In quest’epoca gli abitanti usufruivano solamente di grano, segale, vino e olio con la raccolta di ghiande e castagne.

Tornando un attimo indietro, intorno al 1559, Farnetella possedeva degli Statuti, ovvero che il borgo fissava delle regole sulle norme di vivere che tutti gli abitanti dovevano rispettare.

Ogni famiglia del borgo aveva uno Statuto (esempio: un figlio maschio o femmina, doveva obbedire immediatamente al comando lecito del padre o della madre, poi svolgendo il compito successivo assegnato dai genitori, ecc.) ma ci sono anche Statuti incaricati dallo Stato (esempio: divieto assoluto ai Priori, Consiglieri, Camarlegno e pubblici Ufficiali di ospitare personalmente forestieri). Se non si rispettava l’ordine ricevuto si veniva puniti.

Grazie ad Adolfo Ferrari, proprietario della tenuta di Farnetella e grande collezionista di oggetti antichi, intorno alla fine dell’800 a Farnetella vennero ritrovati due gioielli d’oro di epoca etrusca presso le località Camporsi, La Spessa e tra il torrente Foenna e Le Vallesi.

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