GSK, primavera nel cuore industriale di Siena: tra investimenti e incertezze

Riceviamo e pubblichiamo da Passione Democratica

La primavera a Siena si affaccia timidamente tra piogge insistenti e cieli carichi di promesse e timori. Nel cuore industriale della città, a Rosia, un primo spiraglio di luce si fa strada: dopo mesi di paziente lavoro e trattative silenziose, la RSU Filctem CGIL, insieme alle strutture territoriali, riesce a portare GSK al tavolo regionale, coinvolgendo anche le istituzioni locali. E finalmente qualcosa si muove.

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Un piano industriale a lungo termine prende forma: 260 milioni di euro di investimenti, nuove linee di infialamento, un parco fotovoltaico che parla di futuro, l’impegno ad aumentare la forza lavoro e la promessa di stabilizzare tanti lavoratori oggi ancora prigionieri della precarietà della somministrazione. È un segnale forte, necessario, dopo anni in cui i diritti dei lavoratori sono stati fiaccati da norme come il Collegato Lavoro, che hanno aperto la porta a derive pericolose.

Ma la brezza che soffia non è ancora quella piena della bella stagione. Accanto agli investimenti, resta l’ombra lunga del programma PTL (“Preference to leave”): 270 uscite volontarie da centrare in due anni, una ferita che rischia di sanguinare a lungo. L’azienda garantisce che tutto avverrà senza forzature, senza licenziamenti imposti, ma i sindacati – con la Cgil in prima linea – sanno che dietro le formule diplomatiche può celarsi una bomba sociale pronta a esplodere.

Ad oggi, le adesioni volontarie sono poco più di novanta. Un numero troppo basso, che alimenta l’incertezza e la paura tra chi resta. Siena, già provata da crisi che hanno messo a dura prova il suo tessuto produttivo, non può permettersi nuove emorragie di lavoro senza pagarne un prezzo altissimo anche in termini sociali e culturali.

La Regione Toscana ha annunciato che convocherà GSK per chiedere chiarezza: servono risposte, non solo promesse. Serve coraggio, non solo formule di circostanza. Perché in ballo non c’è solo un piano industriale: c’è la dignità di un’intera comunità, la speranza di chi in quei laboratori, in quei reparti, in quei corridoi vede ancora il futuro di una città che non ha mai smesso di credere nella propria forza.

La prima-vera è arrivata. Ma perché diventi davvero primavera, servono scelte vere, trasparenti, che mettano al centro il lavoro, le persone, e il diritto di Siena di rimanere il suo cuore pulsante di ricerca, produzione e vita.

Federico Romagnoli

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