Riceviamo e pubblichiamo un’anticipazione del numero di Leasing Magazine di dicembre intitolato “Riva degli Etruschi – Al via un progetto di ristrutturazione per uno dei più blasonati resort italiani”.
Nel Comune di San Vincenzo, tra Bolgheri e Baratti, è in corso il progetto di ristrutturazione di uno dei più blasonati Resort italiani, Riva degli Etruschi.
Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso nasce l’idea di collocare un villaggio turistico nella natura del parco di Rimigliano, forse il più bello tra i terreni anticamente posseduti dai Romanov-Della Gherardesca: una foresta di querce e lecci secolari che sorgeva tra la spiaggia e la strada “della Principessa”.
L’idea era venuta ad una famiglia di imprenditori toscani, i Lazzi, che intesero investire i proventi delle attività di trasporto di persone – le famose “corriere” Lazzi – che esercitavano fin dai primi anni ’20.
Per il loro villaggio, fatto di abitazioni fornite di camere, salotto, cucina e posto macchina, scelsero una struttura modernista, americaneggiante, perfettamente in linea con lo spirito del momento, quello del miracolo economico della famiglia italiana che, appena risollevatasi dalla guerra, guardava oltreoceano.
Per chi ha vissuto il villaggio di allora, ricorda che la strada Principessa era sterrata, le case erano sparse sui prati e nel bosco, gli ospiti si portavano l’ombrellone in spiaggia, e la sera, spesso, accendevano anche il fuoco.
Oggi, dopo oltre sessant’anni di investimenti, il resort consta di 700 camere, oltre un chilometro di spiaggia, sei ristoranti, piscine, campi da tennis, spa in circa 35 ettari di parco.
L’atmosfera è sempre magica, sospesa tra il bosco e le isole d’Elba e Capraia, le strutture conservano l’antico fascino, ma necessitano di un rimodernamento.
La proprietà nel frattempo è passata ad una famiglia di professionisti fiorentini, la famiglia Lisi – da decenni clienti del resort – che ha da poco iniziato il processo di ristrutturazione e riposizionamento.
L’obiettivo della ristrutturazione è quello di ripristinare, in versione aggiornata, l’atmosfera naturalistica delle origini del resort, ripensando profondamente la struttura ricettiva e facendo un deciso passo avanti nella direzione della sostenibilità con l’integrazione di un’azienda agricola e sportiva di ulteriori 30 ettari, e con l’utilizzo di tutte le tecniche di ESG per affrontare la sfida di un futuro sostenibile.
Il paradigma adottato non mira solo alla mitigazione dei rischi legati al cambiamento climatico ma, proattivamente punta a cogliere le opportunità di profitto legate all’integrazione delle attività turistiche, agroalimentari ed energetiche.
L’obiettivo è valorizzare le peculiari caratteristiche storico-culturali dei luoghi che, dai tempi degli Etruschi, collegano il mare con l’agricoltura.
Per offrire all’ospite l’immediata percezione del connubio, il futuro ingresso del resort passerà in mezzo ai campi coltivati.
In quest’ottica Hani Rashid, architetto newyorkese di origine egiziana, ha dato vita a un progetto innovativo che, sviluppato con la collaborazione del paesaggista italiano Paolo Pejrone, e degli architetti italiani Risari, Faranda e Vivoli/Di Fazio, dovrà attraversare tutti i passaggi autorizzativi.
I materiali saranno il legno, la pietra locale e il ferro. L’asfalto sarà abolito, così come il cemento. Le automobili, oggi parcheggiate vicino alle villette, saranno posizionate diversamente. Saranno ampiamente utilizzati la ventilazione naturale, il riciclo di acqua e ovviamente la produzione di energia rinnovabile.
Si punterà al minimo utilizzo di risorse naturali. Già oggi i cinque ristoranti di Riva degli Etruschi portano in tavola i prodotti agricoli di produzione propria o di filiera corta (vino, olio, pane, ortaggi). Ma il progetto andrà ben oltre, prevedendo la piena integrazione della filiera di produzione alimentare, con la messa a produzione di 30 ettari di azienda agricola, grazie a un programma sviluppato e già in corso con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG – Slow Food).
È previsto un investimento di circa 60 milioni di euro, con un upgrade rispetto alle attuali quattro stelle, fino a raggiungere un moderno concetto di lusso sostenibile.
Non un extralusso. Per adeguare il livello dei servizi, si calcola che il personale dovrà essere triplicato. È già partito il reclutamento delle figure chiave in quanto il miglioramento della componente servizi dovrà precedere la ristrutturazione che dovrebbe completarsi in tre-quattro anni.