Dal passato al futuro, il destino di un luogo simbolo di Chianciano
L’edicola di via Dante non è solo un punto vendita, è un crocevia di storie.
Ogni mattina, con le prime luci dell’alba, il suono della serranda che si alza scandisce il risveglio della cittadina. Prima c’era Livio, ora c’è sua figlia Liana.
Le scuole dietro portavano vita e confusione. I ragazzini arrivavano a frotte: chi per comprare una caramella, chi per sfogliare le figurine appena uscite, chi per spendere le poche monete che aveva in tasca per una penna o un quaderno. Poi c’erano – e ci sono ancora – gli acquirenti dei quotidiani, delle riviste, delle pubblicazioni in serie. Livio conosceva tutti, per nome o per soprannome. E ora Liana fa lo stesso.
E poi i turisti, quelli che d’estate venivano – e vengono ancora – a Chianciano in cerca di relax e cure termali. Si fermavano, si fermano, all’edicola non solo per una mappa o una guida, ma per sapere dove andare, cosa vedere. E Livio, paziente e premuroso, raccontava loro di quei giardini poco più̀ in là, dei tramonti che si potevano ammirare dai parchi cittadini, della storia che ogni angolo del paese conserva.
Ora è Liana a farlo. Racconta ancora di quei giardini, di quei tramonti, di quella storia.
Ma il tempo scorre, e le cose cambiano. Il distributore di fronte ha rinnovato l’insegna; Il bar dei giardini è stato appena rifatto ed è tornato negli appuntamenti dei chiancianesi; anche i giardini e il parcheggio sembrano di nuovo più̀ frequentati. In fondo la biblioteca non c’è più̀, al suo posto ora c’è il Teatro Caos, che porta vita alla zona. E la biblioteca? Speriamo che riescano a trovarle una nuova collocazione proprio lì vicino.
Intanto, però, il lavoro dell’edicola è diventato l’ombra di ciò̀ che era. Non solo sono diminuiti abitanti e turisti, ma la gente compra sempre meno giornali, i bambini preferiscono i tablet alle figurine e i turisti hanno Google Maps.
Chissà̀ se anche l’edicola, quando Liana andrà̀ in pensione, seguirà la sorte della Pagoda? Chi se ne ricorda de La Pagoda? Quel chiosco che vendeva bibite e gelati in un crocevia di un luogo simbolo, davanti alla Fiat. Fu abbattuto per fare spazio al traffico.
L’edicola è sul marciapiede, non dà noia al traffico. Altri saranno i problemi e le soluzioni. Ma potrebbe rischiare di fare la stessa fine per l’usura del tempo?
Mi piace pensare a un epilogo diverso per questa storia. Fra qualche anno, un giovane uomo o una giovane donna entra nell’edicola. Ha lo sguardo curioso e un’aria familiare. Si presenta: “Mi chiamo Andrea (va bene sia per un uomo che per una donna), sono nato/a qui, ma vissuto/a lontano. Ho saputo che questa edicola potrebbe chiudere. Non so perché, ma mi sembrava giusto passare”.
Liana lo osserva, colpita da quell’insolita premura. Andrea racconta di come, da bambino/a, si fermasse spesso lì, delle risate con i compagni, di quanto quell’edicola fosse per lui/lei un simbolo di casa.
“Pensi che un giorno la rileverà qualcuno?” chiede Andrea, quasi timidamente. Liana sorride, con una malinconia che non riesce a nascondere. “Non lo so. Ma spero di sì. Qui c’è più storia di quanto sembri”.
Quella sera, Andrea si ferma davanti alla serranda abbassata. Ripensa ai pomeriggi passati tra i giardini e alle caramelle comprate in fretta prima di tornare a casa. Forse, pensa, non è troppo tardi per fare qualcosa.
Forse l’edicola di via Dante non deve chiudere. Forse, con un po’ di fortuna – e Chianciano ne ha bisogno – può diventare di nuovo il cuore pulsante della comunità. E magari, un giorno, sarà un’Andrea – uomo o donna che sia – ad alzare quella serranda al mattino, accogliendo tutti con un sorriso.
Ivano Zeppi