Provincia al voto

Cominciato il conto alla rovescia di un risiko, scontato ma non troppo

A fine settembre si rinnoverà l’assetto dell’ente di secondo livello – un tempo sinonimo di eccellenza in termini di programmazione e capacità di governo – col voto (ponderato in base al “peso” demografico di ogni comune) di tutti e 35 i sindaci e tutti i consiglieri comunali della provincia.

I numeri, pur con la “perdita” di Colle val d’Elsa dovrebbero consegnare un esito scontato al Centrosinistra provinciale ma la calura e la sottovalutazione di alcuni scenari, quando l’attore protagonista sulla scena è il Pd, lasciano comunque spazio alla bizzarria. 

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A rigor di logica la carica di Presidente della Provincia “toccherà” nuovamente al Pd. A un sindaco del Pd. 

Più che sui nomi in campo, conviene perciò riflettere su chi deve lavorare per trovare l’accordo tra i sindaci Pd e magari saggiare gli umori del fronte avverso.

Il Presidente uscente? Il Segretario di Federazione? 

Improbabili entrambi. Sia perché il primo sembrerebbe non godere più di buoni uffici con tutti gli ex colleghi sia perché il secondo ha raggiunto, in passato, sintesi forzate e “pubblicate” con scarsa elaborazione all’interno degli organismi di partito.

Vedremo, ma molto probabilmente, al Pd toccherà ancora una volta ricorrere alla capacità di mediazione di Silvio Franceschelli.

Tre volte sindaco di Montalcino. L’ultima volta con oltre l’80% dei consensi. Già Presidente della Provincia, oggi Senatore della Repubblica.

Franceschelli può riscuotere la fiducia non solo fra i colleghi ma pure di ciò che rimane dell’apparatčik del vecchio “partitone” e tenere insieme il vasto e frastagliato arcipelago democratico senese, trovando la quadra tra Sandro Starnini (Sindaco di Rapolano), Agnese Carletti (San Casciano Bagni), Michele Pescini (Gaiole), Giacomo Grazi (Torrita), Andrea Marrucci (San Gimignano) e Gabriele Berni (Monteroni). 

Così, solo per fare alcuni nomi.

Dovrà essere elaborato poi il tema delle “zone geografiche” e dei relativi indirizzi di area, per così dire. A partire dalla Val di Chiana dove si ritiene che, nella logica della rotazione, visti pure i lusinghieri risultati della passata tornata elettorale, spetti la Presidenza.

Aree territoriali, singoli individui e non solo. 

Il Presidente della provincia, come sappiamo, deve e dovrà avere una interlocuzione positiva anche con i Comuni non amministrati dal Centrosinistra o da epigoni simili. 

Chiaro è che i conti, proprio perché col voto ponderato il voto non sarà uguale per tutti, andranno fatti per bene e alla luce di una cornice salda.

Senza dimenticarsi della Regione, con gli assetti odierni e quelli che verranno a breve.

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