Sanità, cinque anni senza mai arrendersi: Simone Bezzini racconta

Dalla gestione del Covid alle sfide strutturali del sistema sanitario: bilancio e visione dell’Assessore toscano tra orgoglio, denuncia e rilancio del servizio pubblico

In una sala gremita presso il Museo San Pietro, Simone Bezzini ha ripercorso ieri con lucidità, emozione e grande senso di responsabilità i suoi primi cinque anni da Assessore regionale alla Sanità della Toscana. Un evento pubblico partecipato da cittadini, istituzioni, associazioni e professionisti del settore, culminato con l’intervento del Presidente della Regione Eugenio Giani.

L’incontro, dal titolo “5 anni senza mai arrendersi – Un impegno collettivo per il Diritto alla Salute”, ha rappresentato non solo un bilancio politico-amministrativo, ma anche un’occasione di confronto sulla traiettoria della sanità pubblica toscana in uno dei quinquenni più complessi della storia recente.

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Dal Covid alla sfida della sostenibilità

Bezzini ha aperto il suo intervento tornando alle origini, a quei giorni del 2020 in cui, fresco di nomina, si ritrovò a guidare la sanità regionale nel pieno della seconda ondata pandemica. «Fu come salire su un treno in corsa», ha ricordato. «Terapie intensive sature, tracciamenti da organizzare, campagne vaccinali da impostare… Un impatto durissimo, ma che ci ha spinto a innovare».

Particolarmente significativo è stato il riconoscimento alla rete territoriale che ha reso la Toscana una delle prime regioni per copertura vaccinale, grazie anche al coinvolgimento di oltre 2.000 medici di famiglia: «Un modello originale, che ha funzionato». Un impegno, ha sottolineato Bezzini, che ha portato a un dato che ancora oggi è motivo di orgoglio: “La Toscana ha visto sparire l’eccesso di mortalità da Covid un anno prima rispetto al resto d’Italia”.

Una crisi sprecata? Il duro giudizio post-pandemia

Ma se la gestione dell’emergenza ha mostrato il volto forte e reattivo della sanità toscana, il post-Covid ha evidenziato tutte le fragilità strutturali di un sistema nazionale sottofinanziato. «Quella crisi poteva e doveva essere l’occasione per rifondare il Servizio Sanitario Nazionale», ha detto Bezzini, citando le parole di Papa Francesco: “Peggio di questa crisi, c’è solo il rischio di sprecarla”. E, purtroppo, «questa crisi l’abbiamo sprecata».

L’Assessore ha denunciato con fermezza la riduzione del finanziamento nazionale alla sanità, sceso sotto il 6% del PIL, la mancata convocazione di tavoli di confronto da parte del Ministero della Salute e il silenzio su nodi fondamentali come il payback dei dispositivi medici e la crescita incontrollata della spesa farmaceutica.

La difesa della sanità pubblica: una battaglia politica

Bezzini ha lanciato un monito: “C’è il rischio reale che si stia consumando una privatizzazione silenziosa e strisciante del sistema sanitario italiano”. A suo avviso, la mancanza di risorse non è solo un problema economico, ma una precisa scelta politica. «Servirebbe un patto nazionale per il futuro della sanità pubblica. Invece oggi si taglia, si scarica sulle Regioni e si penalizzano quelle – come la Toscana – che investono davvero nel servizio pubblico».

Ha poi elencato alcune delle richieste condivise dalle Regioni: rifinanziamento progressivo del Fondo Sanitario Nazionale, adeguamento delle retribuzioni del personale sanitario agli standard europei, riforma dei criteri di allocazione delle risorse, governance della spesa farmaceutica e semplificazione delle procedure per gli investimenti.

Toscana: criticità ma anche eccellenze

Nella parte finale dell’intervento, l’Assessore ha fatto un bilancio della situazione attuale della sanità toscana: «Abbiamo problemi come tutti – liste d’attesa, pronto soccorso, carenza di personale – ma continuiamo a garantire qualità elevata dei servizi». I dati lo confermano: secondo il Ministero della Salute, la Toscana è tra le prime due Regioni italiane per garanzia dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), con 286 punti su 300, e in costante miglioramento.

Bezzini ha sottolineato il ruolo strategico delle politiche sanitarie estensive della Toscana: “Noi garantiamo di più di quanto lo Stato ci trasferisce, ma questo ha un costo. Lo facciamo per presidiare aree montane, interne, arcipelago. Non possiamo permetterci di abbandonarle”.

Un futuro da costruire con coraggio

La chiusura dell’incontro è stata affidata al Presidente Eugenio Giani, che ha ribadito la fiducia nell’operato dell’Assessore Bezzini e la volontà della Regione di difendere con forza il modello toscano di sanità pubblica, accessibile e universalistica.

Dopo il dibattito, l’evento si è concluso con un momento conviviale tra i presenti, confermando quel senso di comunità e partecipazione che Bezzini ha indicato come ingrediente essenziale del suo mandato: “È stato un impegno collettivo. Se siamo arrivati fin qui, è merito di tutti”.

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