Tra code estive, cantieri eterni e la promessa di un futuro più veloce
L’estate si avvicina e sulla Siena-Grosseto tutto sarà come sempre? Il sole che batte forte sull’asfalto, e le file di auto allineate come soldatini in attesa di un ordine. Semafori lampeggianti, cartelli che annunciano deviazioni, automobilisti che sospirano guardando l’orologio. Una scena che si ripete da anni, decenni quasi. Una storia che sembra non avere fine.
La strada del mare, come la chiamano in molti, è un tormento e una necessità. Chi va verso la costa sa che dovrà pagare un pedaggio in tempo e pazienza. I cantieri sono lì, immobili come sentinelle, alcuni da così tanto tempo che ormai sembrano parte del paesaggio. La galleria di Pari, con le sue luci intermittenti e le pareti ancora grezze, è diventata quasi un simbolo: un passaggio obbligato tra presente e futuro, tra la strada com’è e quella che forse un giorno sarà.
Per chi non vuole rassegnarsi alle interminabili attese, esistono percorsi alternativi che valgono il viaggio stesso. La via per Murlo serpeggia tra colline punteggiate di cipressi, dove il tempo sembra essersi fermato. Chi preferisce una sosta enogastronomica può deviare verso Montalcino, dove le cantine aspettano solo di far assaggiare il loro Brunello. E poi c’è l’antica strada mineraria che attraversa le Colline Metallifere, un itinerario suggestivo tra borghi medievali e paesaggi lunari segnati dall’attività estrattiva di un tempo.
Le promesse, almeno quelle, non mancano. Entro il 2026, dicono, tutto sarà completato. Quattro corsie larghe, viadotti che sorvolano le valli, curve addolcite. Mezz’ora e si arriva, niente più code infinite sotto il sole. Ma intanto, c’è chi sghignazza: “Lo dicevano anche vent’anni fa”. E in effetti, la storia della Siena-Grosseto è un romanzo a puntate, dove ogni estate arriva un nuovo capitolo di disagi, proteste e speranze rimandate.
I pendolari hanno imparato a conviverci, come si convive con un vicino rumoroso. Si organizzano, partono prima, cercano strade alternative che si snodano tra le colline, dove almeno il panorama consola. I turisti, invece, spesso scoprono sulla pelle la leggenda: “Ma davvero ci vuole così tanto?”. Sì, davvero. E se il navigatore segnala ritardo, non sta mentendo.
Eppure, in mezzo al caos, c’è anche chi questa strada la ama. Perché costeggia borghi silenziosi, attraversa paesaggi che sembrano usciti da un quadro, regala scorci di Toscana autentica. Forse, quando finalmente sarà finita, qualcuno rimpiangerà persino quelle ore passate in coda, con il finestrino abbassato e l’aria che profuma di ginestre.
Ma per ora, l’unica certezza è che l’estate tornerà, il caldo pure, e la Siena-Grosseto sarà lì, con i suoi lavori, le sue attese, la sua storia infinita. E chi non ne può più saprà dove trovare le strade alternative, quelle che portano ugualmente al mare ma regalano perle nascoste che la statale non potrà mai mostrare.