Gianfranco Antognoli del Gruppo Mps ha fatto parte e occupato in esso ruoli importanti. Dagli albori della sua collaborazione con SienaPost ha sostenuto una somiglianza della vicenda Mps a quella di Alitalia, ossia gravami posti sulle casse dell’erario che devono trovare immediata soluzione, giacché vocazione dello Stato non è quella di far banca né quella di far volare gli aerei. Ha altresì ribadito che il Monte così com’è non ha la capacità di svilupparsi e beneficiare di tutto quell’ottimismo, che complice il Next Generation Eu, pervade le imprese in ogni loro aspetto e comparto.
Gianfranco ha una formazione cooperativistica, rispetta il lavoro e la dignità dei lavoratori, ma ha anche una profonda conoscenza manageriale che lo porta a dire che una questione è la protezione dello status quo e un’altra è quella di trovare nuove opportunità e sicurezze nel cambiamento. Gianfranco infine ha detto che un’uscita di scena di Mps sarebbe disastrosa per le imprese toscane divenute orfane di un partner di spessore per spazi che le casse artigiane e le banche cooperative non hanno modo di occupare interamente. Almeno una nuova Banca Toscana dovrebbe sorgere sulle presunte ceneri di Mps.
Tutto giusto il preambolo, Gianfranco? Pur se proviamo grande preoccupazione per tutte quelle famiglie messe a rischio dalla crisi di Mps, ti ringraziamo per il coraggio e la nettezza che contraddistinguono le tue opinioni…
“Si credo che, per affrontare certi temi che coinvolgono il destino di tante famiglie e imprese, occorre seguire tre premesse importanti e non derogabili: la competenza, il rispetto e il coraggio… Vediamo di rispondere con queste premesse a tutte le domande di SienaPost”.
Quando un tavolo così serio si rompe da qualche parte ci devono pur essere delle responsabilità. Le immediate dichiarazioni del superparlamentare senese Enrico Letta tendono ad attribuire ad Unicredit questa responsabilità (https://notizie.tiscali.it/politica/articoli/mps-letta-bene-mef-unicredit-pensava-svendita/): poca serietà da parte di Orcel (che dà poi la sua versione: https://www.affaritaliani.it/economia/mps-la-versione-di-orcel-e-per-unicredit-si-rafforza-l-opzione-bpm-764032.html) che pensava di esser di fronte a una svendita… Eppure la Borsa che dovrebbe essere il naturale giudice di eventi del genere condanna Mps e assolve Unicredit (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/25/mps-e-unicredit-crollano-in-borsa-dopo-lo-stop-alla-fusione-perdite-fra-il-13-e-il-194/6367044/). Che opinione ti stai facendo?
“Credo che in una trattativa seria ed importante le conseguenti responsabilità vadano pesate con razionalità, non guardando – per la verità – ai soli effetti immediati, anche se le previsioni, in economia come nella vita, sono previsioni… altrimenti si chiamerebbero certezze. La responsabilità più importante che tutti hanno teso a sottovalutare sono quelle di tutti coloro – il dottor Orcel compreso – che non hanno creduto fino in fondo alle dichiarazioni fatte dal Ministro Franco al Parlamento… Vi invito a rileggere e ripubblicare la mia intervista al riguardo rilasciata il giorno dopo le audizioni alle Camere… (https://sienapost.it/siena/franco-di-nome-e-di-fatto-su-mps/). Questo Governo è autorevole, serio e fa le cose che dice e dice le cose che pensa…. nonostante la politica, i sindacati e i gruppi di opinione, compresi gli economisti interessati….”
Divo Gronchi, uno che di Montepaschi se ne intende, e anche uno dei tuoi collaboratori alla rivista Leasing Magazine, dice che non tutto il male vien per nuocere, che il vero nodo riguarda il futuro dei dipendenti e non la ricapitalizzazione, e che ora sta per aprirsi una pista francese… (https://www.quotidiano.net/cronaca/gli-esuberi-il-vero-nodo-ma-il-monte-non-sta-male-1.6958121). Quindi Unicredit ha dato addio definitivo alla sua prospettiva di pareggiare i conti con Intesa-SanPaolo e si avvia ad essere fra cinque anni il Monte dei Paschi di cinque anni fa?
“Il destino di Unicredit non lo posso prevedere io, certamente questa Banca e la sua classe dirigente hanno tentato di fare uno strappo alle posizioni del Governo italiano preoccupandosi solo dei propri interessi aziendali e non certo della missione anche sociale che deve necessariamente avere la seconda banca del Paese… Gli interessi economici vanno coniugati con la realtà e con il “Governo regolatore” della nostra economia come giustamente prevede la Carta Costituzionale…. e poi al di là dei sindacati che, sbagliando, hanno promosso lo “sciopero di Venerdi”, il personale di una banca è l’asset più importante. Non è costituito da pacchi postali da mandare al macero… Ci sono professionalità a MPS superiori a quelle di ‘Piazza Aulenti’ e loro dovrebbero saperlo, credo”.
Vox populi, vox dei. Ieri a una trasmissione di RadioRaiUno il giornalista Luca Bottura che ha il compito di dare un ascolto godibile per quella fascia oraria alle notizie del giorno, ha fatto una battuta. “Sai!? Ho fatto un bancomat a Mps e mi ha chiesto cinquanta euro!!!” Ma con una credibilità che ormai sta scadendo nel dileggio, come è possibile che il Monte da solo restituisca sostanza ai propri fondamentali?
“Purtroppo dal punto di vista relazionale la situazione della banca è compromessa da fatti esterni, colpevoli anche sindacalisti e politici della ‘domenica’… E anche, purtroppo, da comportamenti interni poco responsabili: alcune filiali non rispondono al telefono e non è colpa del Covid… L’indice reputazionale di una azienda di servizi come una banca si misura in base alla motivazione, all’impegno e allo spirito di servizio di tutto il personale di ogni ordine e grado. Bene, quando io ero responsabile di una unità operativa se il personale non rispondeva al telefono ai clienti veniva punito ai sensi del regolamento aziendale…”
Comprendiamo che l’analisi del futuro del Monte dei Paschi dipenda più dalla politica che dalla finanza; come il ministro Franco riuscirà a riproporre il suo percorso di moral suasion?
“Il Ministro Franco, insieme con il Presidente del Consiglio Draghi, porterà avanti quanto dichiarato al Parlamento facendo gli interessi veri della Nazione e insieme della Banca MPS, dei suoi dipendenti – quelli meritevoli -, dei suoi clienti che sono 4,5 milioni e infine anche dei suoi azionisti privati. Tutto avverrà nel quadro dello sviluppo ‘compatibile’ dell’economia nazionale, non certo a difesa di una presunta “senesità” o di vari e aggiornati grovigli armoniosi…”
Come interpreti l’art.28 aperto dai sindacati contro la banca? E’ stato un atto cui sono stati costretti per recuperare leadership quando nessuna istanza di incontro da loro posta era stata accolta a ogni livello?
“E’ stata una risposta sbagliata come lo sciopero generale. La banca in questo momento va difesa e non offesa anche se si attivano cautele previste dalla Legge ma che vanno azionate con intelligenza, non con improvvisazione e voglia di protagonismo fuori misura…”
Rispondici in ultimo alle domande che non ti abbiamo fatto sulla questione, senza riproporci quella visione di senesi miopi e incapaci a gestire le sorti di Mps che ora comincia ad essere un po’ troppo pesante da reggere…
“I senesi sono persone competenti, capaci e meritevoli. Ovviamente non tutti. Il destino della Banca nei momenti migliori, che hanno avuto una durata di cinque secoli e non un giorno solo, è merito dei senesi e della municipalità di Siena. Tuttavia le rendite di posizione nel mondo attuale che tende alla globalità non esistono più: i privilegi si costruiscono e si mantengono con la competenza/professionalità, il rispetto sociale e ambientale ed il coraggio-volontà di fare scelte non di comodo per un futuro che non guarda solo al passato anche se splendido… Oggi queste qualità si misurano più spesso e più facilmente; credo che chi è veramente all’altezza dei tempi, giovane o vecchio che sia, non debba preoccuparsi… Il futuro è di coloro che hanno queste qualità e sanno mettersi in gioco. La difesa del particolare non paga più né a Siena né altrove. Almeno voglio immaginare che sia così”.
“Concludendo – premette ai saluti Gianfranco Antognoli -, credo che dovremmo far lavorare il Governo ad una soluzione che garantirà, crediamo, al meglio i diritti e gli interessi legittimi in campo. Protagonismi e prese di posizione per mostrare ‘bandierine’ non possono purtroppo essere eliminate – sono in corso da tempo -, ma chi ha coscienza e dignità professionale deve continuare a fare fino in fondo il proprio dovere nei confronti della Banca Mps e della municipalità che l’ha espressa. La realtà dei fatti confermerà, credo, le giuste aspettative ma senza coltivare false illusioni e consentire fughe in avanti che non sono possibili e praticabili”.