Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Alessandro Mecacci (foto), co-portavoce provinciale di Europa Verde Siena…
Chiudere rapidamente la partita sulla candidatura di Eugenio Giani è oggi un atto politico necessario. Non solo perché la sua figura garantisce continuità istituzionale, ma perché ha dimostrato con atti concreti – penso in particolare alla legge sulla Toscana Diffusa – di saper interpretare anche le istanze che noi ecologisti portiamo avanti da tempo.
Quella norma, che rimette al centro le aree interne e rurali, rappresenta un passo avanti importante, e soprattutto dimostra che quando c’è visione e volontà politica si possono davvero cambiare le cose. Ora è il momento di portare in Regione voci ecologiste, autonome ma dialoganti, capaci di rimettere al centro le nostre priorità: ambiente, equità territoriale, diritti, paesaggio, lavoro e partecipazione.
Europa Verde porta una proposta nuova, radicale e concreta. Siamo una forza politica che parte dai territori e ai territori vuole restituire potere, protagonismo, progettualità. Non ci interessa la retorica delle “Grandi Opere” se questa significa solo nuovi asfalti o tunnel senza visione.
Quando si parla di opere strategiche per la provincia di Siena, la nostra domanda è semplice: parliamo solo di mobilità o vogliamo finalmente considerare anche le infrastrutture energetiche, la produzione da fonti rinnovabili, l’adattamento climatico, la messa in sicurezza del territorio?
Se vogliamo davvero una transizione ecologica giusta e profonda, non possiamo accontentarci delle comunità energetiche o degli impianti per l’autoconsumo: dobbiamo chiederci se questo territorio può fare la sua parte anche accogliendo impianti di scala più grande, con una pianificazione seria, partecipata, pensata su area vasta, con misure di compensazione ambientale e sociale per i territori coinvolti.
C’è abbastanza vento? Abbiamo studi precisi sulla ventosità? Dove possiamo installare impianti fotovoltaici senza consumare suolo agricolo e rispettando i paesaggi? Perché non partiamo da aree industriali dismesse o da zone depresse che possono tornare a produrre valore in modo sostenibile?
La transizione non deve essere calata dall’alto ma costruita insieme, con i cittadini, i comuni, le imprese, le comunità locali.
E allo stesso tempo, se vogliamo parlare di paesaggio e qualità della vita, dobbiamo pretendere da Terna e dalle istituzioni competenti che si investa sul risanamento ambientale delle linee elettriche: non è accettabile che in aree come le Crete Senesi ancora oggi passino tralicci aerei che deturpano uno dei paesaggi più riconosciuti e fragili d’Europa. Gli interramenti, le tecnologie meno impattanti, i progetti integrati con il territorio devono diventare la norma, non l’eccezione.
Siamo a un bivio. O la transizione ecologica si fa sul serio – con investimenti, pianificazione, regole e giustizia territoriale – o continueremo con gli slogan vuoti e le soluzioni parziali. Noi Verdi vogliamo riportare al centro la politica come costruzione collettiva del futuro. Abbiamo le competenze, l’energia e soprattutto la libertà di chi non deve difendere vecchi equilibri ma può proporre soluzioni nuove. È il momento di esserci, con chiarezza, determinazione e visione.
Alessandro Mecacci