Una proposta internazionale per la valorizzazione ulteriore dell’area aeroportuale di Ampugnano, integrata con il piano pubblico di rilancio promosso da ENAC
Alle porte di Siena, in località San Rocco a Pilli, nel comune di Sovicille, è nato da tempo e sta crescendo un progetto che unisce sport di alto livello, ricerca, cooperazione internazionale e – potenzialmente – rigenerazione infrastrutturale.
Il Tuscany Camp, attivo da alcuni anni, ha ospitato atleti provenienti da diversi continenti – in particolare Africa, Europa e più recentemente Cina – e ha rappresentato, e rappresenta tuttora, un punto di riferimento nella preparazione di maratoneti e mezzofondisti per competizioni internazionali.
Attualmente il Camp ospita atleti provenienti da dieci nazioni: Italia, Finlandia, Grecia e Cina per quanto riguarda i paesi extra-africani, e Uganda, Burundi, Ruanda, Eritrea, Etiopia e Tunisia tra quelli africani.
Nel 2021, durante la pandemia da Covid-19, la struttura si è fatta promotrice, in collaborazione con FIDAL e World Athletics, di una maratona internazionale a porte chiuse presso l’aeroporto di Ampugnano, ottenendo un’autorizzazione in deroga per ragioni di interesse sportivo. L’evento ha consentito a numerosi atleti di ottenere i tempi di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo.

Questa esperienza ha mostrato la possibilità concreta di integrare porzioni dell’area aeroportuale in un uso sportivo, senza compromettere le destinazioni originarie.
Uno degli assi portanti – oltre alla preparazione atletica – è la ricerca applicata agli atleti d’élite. Gli sportivi internazionali che vivono al Tuscany camp offrono un patrimonio fisiologico unico: i loro parametri ematici, respiratori, neuromuscolari e metabolici rappresentano un punto di interesse cruciale per la medicina dello sport, la prevenzione e la fisiologia comparata.
Il progetto prevede la sistematizzazione della raccolta dati, la definizione di protocolli condivisi e la costruzione di una base clinico-scientifica utile per la ricerca applicata.
Il territorio senese, in questo contesto, è un ambiente favorevole: l’Università di Siena, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, il distretto delle scienze della vita e soprattutto l’istituto di medicina dello sport di Siena offrono infrastrutture e competenze di alto profilo per la sperimentazione, l’analisi clinica e la formazione.
Anche le condizioni ambientali – clima, altitudine, prossimità a impianti termali – sono ideali per studi avanzati sul recupero muscolare e la rigenerazione post-sforzo.
Oltre all’aspetto sportivo e scientifico, il progetto include una componente formativa e sociale fondata sull’ospitalità. Il modello attuale prevede la residenzialità nel campus per atleti e tecnici, ma con la crescita prevista grazie ai nuovi arrivi in fase di contrattualizzazione, si sta già delineando una possibile evoluzione sia verso una residenza diffusa nelle campagne ma anche verso uno studentato urbano.
Già oggi esiste una collaborazione attiva con la scuola Bandini di Siena, presso cui diversi giovani atleti – tra cui alcuni dei più affermati campioni mondiali – sono stati iscritti e hanno frequentato regolarmente, rafforzando il legame tra formazione scolastica e attività sportiva.
L’integrazione con il sistema accademico senese è uno degli obiettivi: lo sportivo è visto anche come studente e come parte attiva in un ecosistema di crescita culturale e scientifica.
Proprio in questo contesto si inserisce anche l’accordo avviato con l’Università di Nantong, che potrebbe portare in futuro non solo atleti, ma anche studenti cinesi in discipline artistiche, musicali e scientifiche a frequentare istituti scolastici e universitari a Siena, in sinergia con l’Università di Siena e con l’Università per Stranieri. Questo scenario apre prospettive importanti anche per lo sviluppo di studentati e residenze universitarie nella stessa città di Siena.
Il Tuscany Camp ha storicamente avuto un forte legame con il continente africano, accogliendo e formando atleti da Etiopia, Uganda, Eritrea, Tunisia e Burundi. In particolare, è proprio al Tuscany Camp che sono cresciuti alcuni dei più grandi maratoneti del nostro tempo. Jacob Kiplimo, recordman mondiale, pluricampione iridato e medagliato olimpico, oggi indicato come il possibile primo uomo a scendere sotto le due ore in maratona – traguardo atteso forse già nel prossimo anno – ha trascorso qui gli anni della sua formazione sportiva e scolastica, a partire dai 14 anni fino alla soglia dei 20. Con lui anche il fratello Victor Kiplangat, campione del mondo a Budapest 2023, e un terzo fratello, Oscar Chelimo, bronzo mondiale nei 5000 metri e campione mondiale di corsa in montagna, oggi tra i favoriti per una medaglia ai prossimi mondiali sui 10000 metri. Oscar è tuttora presente al Camp e partecipa attivamente alla vita del camp.
Questo approccio, ad esempio, rientra pienamente nella visione del Piano Mattei per l’Africa, promosso dal Governo italiano: una cooperazione basata su formazione, salute, infrastrutture e ora anche sport. Anche se non formalmente incluso nel Piano, il Camp agisce in piena coerenza con i suoi principi: promuove formazione tecnica e sanitaria, valorizza competenze locali e sostiene percorsi di crescita personale, collegandosi con le università e i centri di ricerca italiani. In questo modo, lo sport diventa uno strumento di inclusione, scambio e diplomazia scientifica.
Parallelamente, da anni è attiva una collaborazione con la Federazione Cinese di Atletica, culminata nel 2025 con il riconoscimento ufficiale del team tecnico del Camp come responsabile per la scoperta e preparazione di giovani atleti della nazionale cinese nel mezzofondo. Anche questa relazione si inserisce in una visione multilaterale del progetto, finalizzata a costruire ponti operativi tra culture, discipline e territori.
A questo si aggiunge l’apertura di nuovi canali di collaborazione con paesi come il Qatar e l’Arabia Saudita, non solo in ambito sportivo ma anche culturale e accademico, grazie a relazioni dirette con le federazioni e con gli enti statali, senza mediazioni private. Queste cooperazioni potrebbero tradursi in progetti legati alla formazione, all’università, agli scambi interculturali e alla realizzazione di centri di eccellenza per la preparazione tecnica.
Insomma, il Tuscany Camp sta rapidamente evolvendosi e deve rispondere a una domanda nazionale e internazionale crescenti. Su queste basi è in corso di elaborazione una proposta per la definizione degli spazi necessari allo sviluppo del progetto.
È qui che entra in campo l’aeroporto di Ampugnano, e l’obiettivo di verificare la sinergia con il piano di rilancio presentato da ENAC.
Il progetto ENAC per il rilancio dell’aeroporto di Ampugnano si fonda su una visione pubblica e sostenibile dell’infrastruttura, che punta a coniugare sviluppo tecnologico e rispetto ambientale. Il piano prevede la valorizzazione dell’area aeroportuale per attività di formazione aeronautica di nuova generazione; l’introduzione di mobilità leggera e soluzioni logistiche a basso impatto ambientale; il recupero funzionale di strutture esistenti senza ulteriore consumo di suolo; la promozione di usi civili e multifunzionali coerenti con la vocazione pubblica del sito; una componente green strutturale, che include l’impiego di energie rinnovabili, l’efficienza energetica degli edifici, la gestione sostenibile delle risorse e una progettazione orientata alla transizione ecologica.
In questo quadro, il progetto sportivo e scientifico del Tuscany Camp si potrebbe inserire senza forzature, proponendosi come estensione funzionale del piano ENAC, pienamente compatibile con i suoi principi ambientali, formativi e civili.
Il progetto Ampugnano Camp, sostenuto da Giambrone e Spinelli, è concepito non come alternativa ma come integrazione compatibile con gli obiettivi pubblici espressi da ENAC.
Non si propone di edificare nuovo suolo, ma di utilizzare 5-6 ettari all’interno dei circa 180 già urbanisticamente definiti, per realizzare: piste per l’atletica leggera, campi da tennis e padel, piscina olimpionica, e molte aree pubbliche per le attività ricreative all’area aperta, oltre a strutture per la ricerca scientifica.
Il progetto Camp, in sinergia con il rilancio dell’aeroporto, non è semplicemente un centro sportivo, ma un ecosistema multidimensionale in cui confluiscono sport, salute, formazione, ricerca clinica, cooperazione internazionale e valorizzazione territoriale.
Siena – con le sue risorse accademiche, sanitarie e ambientali – ha tutte le condizioni per ospitare una sperimentazione duratura, capace di porsi come modello a livello nazionale e internazionale. Questa presenza stabile di atleti, famiglie e staff internazionali sul territorio senese comporta anche ricadute positive per l’imprenditoria locale, in termini di accoglienza, servizi, indotto e ritorno d’immagine.
È un progetto solido, nato da esperienze concrete, che guarda a bisogni trasversali e propone un uso responsabile e integrato delle risorse esistenti, perfettamente allineato alla visione pubblica e green del piano ENAC.
Se questa convergenza non si realizza, non sarà semplicemente una questione logistica o geografica: sarà un’occasione persa per il territorio, che rinuncerà a una cooperazione virtuosa tra aeroporto come infrastruttura civile e lo sport, la ricerca, le istituzioni e lo sviluppo sostenibile.
Il Camp, allora, non si fermerà, ma sarà costretto ad affermarsi per antitesi: non come parte di una sinergia locale, ma come modello alternativo in contesti che avranno saputo riconoscerne il valore. Una crescita che continuerà, ma che avrebbe potuto diventare esempio di corresponsabilità e progettualità condivisa.