Esce “Il nostro Pci” nella ricorrenza dei 100 anni dalla fondazione

Il nostro Pci, Rizzoli, 445 pagine, un racconto per immagini che Fabrizio Rondolino ha messo insieme in occasione dei cent’anni dalla nascita del Pci.

Un libro preparato per tempo.

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Equestri già dice qualcosa della capacità intuitiva dell’autore di capire come i cento anni avrebbero riaperto la memoria sulla storia dei comunisti italiani.

Rondolino li ha conosciuti. Ha vissuto alcune stagioni politiche. Anni ‘80 nella Fgci di Folena ad occuparsi di cultura e comunicazione e poi a seguire con D’Alema nella prima esperienza di un post comunista a palazzo Chigi. Sono cose che segnano. A suo modo Rondolino ha avuto un rapporto critico, come tanti con il Pci da definirlo una cosa loro.

Il nostro Pci appunto. Che vuol dire il partito dei comunisti italiani. 

Un operazione editoriale? Un Amarcord? Un messaggio alla politica?

Probabilmente un po’ tutto questo.

Un comunista scanzonato che però capisce il valore delle cose. Non a caso qualche anno fa dette vita alla pagina facebook “sono stato iscritto al Pci”.

Sicuramente un modo per dire con chiarezza cosa è stato e cosa non è più.

Ecco, il libro a suo modo, come tutte le creature, parla del suo scrittore: non soltanto di un giornalista ormai ritirato in campagna a scrivere di cani e gatti – e anche questo la dice lunga sulla capacità del nostro di stare al passo coi tempi – ma anche di uno scrittore capace di un’opera lucida, asciutta di memoria. Un libro da tenere e sfogliare per chi quelle tessere, quei documenti, foto, volantini, manifesti li ha avuti tra le mani.

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