L’emergenza sociale all’orizzonte

Con il confronto su Rai 3 tra Anna Ferretti e Nicoletta Fabio dovrebbero essere terminate le occasioni di vederle sulle reti televisive: https://www.rainews.it/tgr/toscana/video/2023/05/tribuna-elettorale-con-i-candidati-al-ballottaggio-a-siena-272f9629-5d13-4ab7-940e-61ce59825334.html?nxtep. Poi avranno modo di continuare il loro ping pong in Consiglio Comunale, l’una come sindaca l’altra come leader dell’opposizione.

Stavolta, devo dire che, al netto di alcune domande fatte “tanto per” alcuni elementi sono emersi.

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Nicoletta Fabio strizza un occhio ai moderati e dice che apprezza la Presidente del Consiglio nei suoi sforzi di trasformare Fratelli d’Italia in un partito moderno e conservatore, cosa che può far piacere, non so quanto ai membri locali di Fratelli d’Italia e, in generale, sembra più a fuoco sui temi recenti della politica cittadina che non sul vissuto della città.

Svolge il suo compitino con diligenza, ma senza acuti particolari. Prova ad alzare il ritmo sul MPS ove si becca una garbata sberla da Anna Ferretti che di fronte al disco rotto del “noi non c’eravamo” – e nonostante le presenze nella sua lista – gli ricorda chi sedeva nei Cda per conto del centrodestra.

Per quanto riguarda Anna Ferretti, ci sembra in crescita; ovviamente domina la scena sui temi del sociale – la domanda sui pakistani accampati e il lavoro – e questo è un tema da non sottovalutare.

Ci colpivano infatti nei giorni scorsi i dati che collocano Siena ai vertici nazionali per l’inflazione, ove con un tasso del 9,6%, si calcola che una famiglia-tipo deve fare i conti con una spesa supplementare di 2164 euro all’anno.

Ora, al di là delle ragioni per questa tendenza, che sono da indagare compiutamente senza abbandonarsi a ricette semplicistiche, chi dovrà amministrare si troverà a confrontarsi con uno scenario niente affatto semplice, in cui, per quanto di competenza del Comune di Siena, dovranno essere messi in atto accorgimenti volti a salvaguardare le fasce più marginali della popolazione non solo con le misure classiche del sostegno alle famiglie e con la predisposizione di una rete di protezione sociale che intervenga in modo puntuale e non genericamente, anche rapportandosi alla regione che dovrebbe, ad esempio, incrementare il fondo contributo affitti rendendolo adeguato al fabbisogno attuale.

Se a questi dati aggiungiamo l’aumento del costo dei mutui a tasso variabile per coloro che negli anni scorsi hanno acquistato la prima casa, segnaliamo che una famiglia in due anni ha visto la rata raddoppiare con un aggravio che diviene insostenibile, stante la politica BCE di continuare ad aumentare i tassi nel tentativo – fino ad oggi infruttuoso – di frenare l’inflazione.

Saranno quindi le emergenze sociali a mettere a dura prova il welfare locale, poiché sui comuni, che sono le prime interfacce, si scaricheranno tensioni e richieste di intervento a sostegno al reddito in presenza di una tendenza a livello nazionale a ridurre la spesa sociale.

Sarà quindi importante anche il livello di integrazione dell’azione pubblica con il mondo del volontariato laico e cattolico per far fronte alla minaccia di crescita delle fasce di povertà. Mettere in rete e non disperdere le risorse, avere la capacità di dialogare e coordinare gli interventi, richiedere interventi di rifinanziamento del patrimonio abitativo pubblico per la manutenzione e cominciare a pensare anche ad un nuovo piano di investimenti per nuove abitazioni.

Queste tematiche, se non saranno affrontate e gestite con una azione programmatica integrata con tutte le altre forze istituzionali e non, rischiano di mettere in secondo piano i progetti di rilancio e la lista delle belle cose da fare che, in campagna elettorale vengono declinate, per poi essere immediatamente accantonate per la carenza di risorse. Un po’ come accade per il Governo Nazionale ove è semplice dalle piazze promettere un nuovo stato sociale, ma diventa complesso e irrealizzabile una volta al comando del Paese, al punto tale da rinunciare anche a quella parte di programma che credo abbia affascinato anche elettori un tempo di centrosinistra.

Quindi in questo ha ragione chi dice che bisogna passare da una logica autoreferenziale ad una collaborativa con i comuni contermini e la Regione, uscendo da un isolamento che rischia di provocare solo tensioni sociali.

Maurizio Cenni

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