Ballottaggio condizionato dagli elettori “orfani”

Il dubbio su quale sarà la chiusura di campagna domani sera aleggia in casa della Iena Nicoletta. Forse si spera ancora nella Giorgia Meloni. Se non lei un altro grandissimo nome del centrodestra dei partiti. E il programma seguirà all’impronta.

Suor badessa Anna chiaramente opta per la dominante caritatevole. Ha comunque dei dubbi di poco inferiori alla competitor riguardo agli ospiti che ci saranno. Qualcuno verrà… ma il concetto è che saranno “Festa, musica e parole” per un paio d’ore al Tartarugone. Quindi, all’ora di cena, tutti al circolo della Coroncina per finire la serata: il ricavato sarà interamente devoluto, via Arci supponiamo, ai profughi delle esondazioni in Emilia Romagna.

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Sulla nostra agendina, continuano a non figurare annunci strepitosi sulle possibili alleanze. Il che renderà difficile ai leader sconfitti al primo turno di comunicare efficacemente le loro preferenze agli elettori qualora si sentano di formularle. D’accordo che i votanti sono sempre meno ma un passaparola telefonico non è credibile.

Diverso l’approccio agli accordi delle due candidate. Nicoletta Fabio accentra, Anna Ferretti delega. Se si cerca la prima la si trova, se lei vuole farsi trovare; se si vuole la seconda a volte bisogna accontentarsi dei dignitari del Pd.

Per la iena Nicoletta, all’endorsment di Sena Civitas, ieri sera si è aggiunto quello di Uniti per Siena. Con il nome cambiato in Lista De Mossi, ha partecipato al primo turno. La Fabio non li ha chiesti né trattati, ma sono voti di gente che nella destra ci crede, a cominciare da Francesco Giusti. Li daranno per impedire il ritorno al potere delle sinistre.

Noi attribuiamo alla “iena” tutti i voti di lista, anche se il suo capolista, l’assessore uscente Benini opta al momento per l’annullamento del proprio voto. Per ragioni più o meno simili – “Sono impressionato da un ritorno del Pd e sono politicamente claustrofobico” – la Fabio riceve anche l’endorsment di Eugenio Neri, candidato a sindaco del centrodestra nel 2013.

Possiamo capire che Anna Ferretti al solo pensiero di riaprire il tema massoneria, argomento che al suo partito blocca lo scambio fra sinapsi ogniqualvolta emerge, avrà quasi mandato a monte l’intesa promossa da Mauro Marzucchi con Montomoli, cui non può bastare l’apprezzamento della madre badessa al loro programma sconfitto… Di concreto che c’è? E così non possiamo nella nostra grafica attribuire ad Anna ciò che non riesce a dichiarare di avere.

Di certo se accordo è stato fatto ne soffre un po’ la chiarezza e la trasparenza. Nel caso affermativo, probabilmente a Tony Montomoli, se non basterà la comunicazione a orecchio sul significato del suo “voto libero”, servirà fare un altro apericena a silenzio elettorale iniziato.

Crediamo che dopo gli ultimi incontri, commentati dal segretario del Pd Valenti – , la lista Destinazione Terzo Polo insieme al restante gruppo di votanti per Castagnini entrerà in libertà di voto, se non addirittura in modalità “voto per ripicca”.

Il leader della coalizione Castagnini dice che ancora deve decidere cosa voterà lui, e ne parlerà con qualcuno – https://www.radiosienatv.it/elezioni-siena-castagnini-deluso-dal-primo-turno-andro-a-votare-al-ballottaggio/ -, mentre SiAmoSiena gli esprime con “gratitudine” il suo pensiero dopo aver letto le sue dichiarazioni post voto – https://www.gazzettadisiena.it/elezioni-siamo-siena-sconfitta-dovuta-a-un-candidato-sbagliato/ -. Siamo insomma già allo scontro fra il nuovo e il vecchio di Sigerico.

Comunque per loro non c’è ascolto neanche a destra. Nicoletta Fabio, sembra mostrare reale risentimento verso De Mossi ed i capi del suo raggruppamento civico. A dirla in politichese, tutto è ruotato intorno a loro ed ora… “meritano” di pagare pegno stando fermi un turno e scontando anche colpe che non gli appartengono.

In fondo, De Mossi – o chi per lui – ha sdoganato il centro destra rendendolo appetibile e in competizione in una città come Siena; De Mossi – o chi per lui – ha diviso il centrodestra; De Mossi – o chi per lui – resta travolto da un reiterato gioco di furbizie. Risultato: il centrodestra non vince al primo turno come sarebbe stata sua aspirazione con gli equilibri di diciotto mesi fa.

I tre contenitori civici messi in campo in queste elezioni, rappresentati rispettivamente da Pacciani, Montomoli e Castagnini hanno totalizzato nel loro complesso quasi diecimila voti, e sfiorato quasi il 37 per cento. Ma che fine hanno fatto le loro idee?

Presto per dirlo ma l’impressione è che se anche i tre protagonisti – due si erano già rifiutati, ma sono tornati sulle proprie idee – siederanno negli scranni del consiglio comunale –  per fare cosa e per quanto tempo è tutto da capire – di fatto i progetti politici e quel poco o tanto di organizzazione messa in campo sembrano volatilizzati, disciolti come neve al sole.

Libertà di coscienza è l’indicazione politica che risuona da più parti. Ma pensiamo che ci sia ben poco da aspettarsi da chi al momento si è pronunciato per la libertà di voto. Ai nostri orecchi, l’invito più che un rafforzativo a far buon uso del voto è una sorta di “non importa, ragazzi, ci s’è provato, votate se volete, ma non lo fate per obbligo a noi”. E difatti chi stima l’affluenza al voto la dà in ulteriore calo.

Che significa? Due sono le possibilità: non andare al seggio; oppure viceversa andarci e deporre la propria scheda nell’urna. Per i primi resta la scelta casa o mare. Deciderà forse la meteorologia. Per i secondi, presa la scheda, la scelta sarà destra o sinistra, oppure voto bianco o nullo.

Ognuno dunque degli elettori che domenica e lunedì prossimi si recherà alle urne e che al primo turno ha votato per un lista risultata fuori del ballottaggio – a meno che non abbia dato un voto disgiunto a favore di Fabio o Ferretti – ora dovrà scegliere. Poco male se non sarà aiutato a farlo dalla propria lista – come è invece il caso degli elettori di Sena Civitas o della Lista De Mossi.

Libertà di coscienza… come se al primo turno non lo fossero stati, liberi, gli elettori che non hanno votato per Fabio o Ferretti.  Il punto politico è che al primo turno hanno abbracciato un disegno risultato minoritario, poco male, succede, ma “liberi tutti” non assomiglia a una Caporetto? Alla fine saranno determinanti gli elettori orfani.

Comunque, dopo questo passaggio vedremo cosa resterà di queste esperienze civiche. Non tutto scomparirà. GeneSi, per esempio, manda segnali di rimettersi in gioco e probabilmente resterà nel panorama delle associazioni di ispirazione civica. Molte tuttavia non saranno come prima.

Naturalmente a condizione che i Partiti capiscano l’antifona. Né il centrodestra, né il centrosinistra possono definirsi, da sole, forze di maggioranza.

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