Senza formazione le aziende perdono competitività

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un’anticipazione dal numero di novembre di “Leasing Magazine” titolato “Perché la formazione in azienda dovrebbe essere un passaggio obbligato e costante”. La firma è prestigiosa; si tratta di Mario Sabato, Presidente Comitato Scientifico – AIDI (Associazione Imprese d’Italia) che opera a Roma (viale Gorizia 20) in Internazionalizzazione e Finanza d’Impresa.

Un grande manager del settore automobilistico affermava anni fa che la ‘’probabilità che il futuro sia la replica del passato è pressoché nulla’’; siamo tutt’ora in un’epoca di discontinuità che è la conseguenza di fenomeni a volte interconnessi quali ad esempio globalizzazione e rivoluzione tecnologica. Quest’ultima è per talune aziende, il vero problema della loro sopravvivenza: non vi sono infatti limiti alla fattibilità tecnologica.

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E’ quindi valido affermare che la tecnologia ed anche la scienza sono più veloci di noi; cresce quotidianamente per ciascun dipendente e titolare di azienda l’area di ciò che non si sa e che non si sa di non sapere. Mai come oggi l’età professionale è quella delle competenze e conoscenze, le quali sono a loro volta caratterizzate da un ciclo di vita sempre più breve.

In questo contesto sopra enunciato vince l’azienda più intelligente come funzione del livello di conoscenze e competenze in un’arena sempre più competitiva.

Oggi siamo tutti pressoché inondati da informazioni e nonostante ciò a volte mancano proprio quelle rilevanti. Da tale quadro di riferimento nascono le seguenti esigenze che ciascun lavoratore e datore di lavoro dovrebbero tenere in debita considerazione:

1.            L’aggiornamento professionale è un’esigenza di carattere permanente ed è illusorio puntare la crescita aziendale con personale tarato solo su corsi di formazione una tantum;

2.            Dedicare tempo allo sviluppo della capacità di avere una visione del futuro della propria area di responsabilità con un focus su obiettivi concreti da conseguire;

3.            Gestire l’attuale globalizzazione del business è come trovarsi in un mare aperto e non si può certo navigare a vista;

4.            Sviluppare un’incisiva capacità realizzativa perché accelerazione del business significa anche riduzione dei cicli di vita dei prodotti nonché del tempo a disposizione per produrre questi ultimi ed in genere il tempo si misura sulla realizzazione e non sulla concezione.

Qualsiasi azienda od organizzazione oggi è di fronte alla sfida di aprire la propria cultura non quindi di dedicarsi ad esercizi esclusivamente interni: il posto migliore per comprendere la concorrenza e per capire il mondo non è la propria scrivania.

La capacità di sviluppare un prodotto, la visione del futuro in un’epoca di discontinuità sono sfide molto impegnative perché il nuovo è in buona parte ignoto; è altresì difficile per chiunque, ancor più se con una posizione di alta competenza o responsabilità e successo, aggiornare o togliersi gli schemi mentali che si sono sommati e costruiti negli anni.

Ciò detto, la crescita di qualunque azienda moderna passa quindi per le seguenti parole d’ordine: aggiornamento permanente ed alimentazione di un’ottima visione del business sistemica; da notare che quest’ultima per un’impresa, a volte non coincide con l’ottimo per uno specifico business dell’impresa stessa.

(nella foto pubblica di Fb la squadra di professionisti di Aidi)

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