Il Pd non cerca colpevoli ma vuole responsabili

Quando il commissario ha parlato di altra politica, nessun capo ha sentito il bisogno di difendere la propria

Ancora alcune riflessioni sulla serata del commissario Sarracino e gli iscritti Pd. Non per modificare il giudizio. Anzi, casomai per rafforzare il pesante lavoro che il commissario sarà chiamato a fare.

Strano, veramente strano, che nessun dirigente della maggioranza del Pd, presente all’attivo, abbia sentito su di sé la serie di critiche che il commissario ha evidenziato nell’atteggiamento e nelle scelte del Pd cittadino.

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Definirle pesanti è dir poco. Le vedremo alcune. Eppure non hanno battuto ciglio. Si sono prontamente accodati al commissario come se il suo arrivo fosse una prova della loro forza e non della loro debolezza.

Di chi sto parlando? intendo quelli che fanno ancora riferimento al segretario dimissionario.
E’ sorprendente vederli applaudire un commissario che invoca la “discontinuità” come se non riguardasse proprio coloro che, dopo aver subito una sconfitta annunciata, non hanno saputo offrire un percorso che non fosse la rissa invece di costruire un nuovo gruppo dirigente.

Di più, indicare negli assenti – quelli volutamente assenti – gli unici responsabili dello stato comatoso del partito è facile quanto fuorviante. Ancor più fuorviante è accusare di salottieri e frequentatori di conventicole chi sta faticosamente cercando un percorso per ritessere le fila di una comunità strappata e tentare persino, pubblicamente, di allargarne la trama.

Non è supponenza e arroganza, questa? Perché allora applaudono quando il commissario invita all’umiltà? Ad esempio chi è che non ha saputo o voluto ricercare alleati al ballottaggio? È vero o no che non ci si è neppure provato? Davvero la responsabilità è da dare alla candidata sindaco?

Perché applaudono quando gli ecologisti rimasti nel Pd affermano che si è scientemente operato per buttarne fuori una parte? Quelli, per intendersi che hanno dato vita alla lista civica Siena Sostenibile?

Si ha come l’impressione che il verbo del commissario sia un po’ la loro acqua purificatrice?
Davvero pensano che il tema della credibilità posta dal commissario non riguardi anche loro? Davvero non capiscono che quando il commissario stigmatizza l’errore elitario di “meno siamo meglio stiamo” parla proprio a loro?

In particolare a chi con grande sofisticatezza magari argomenta come prima di battere la destra bisogna riconquistare la città? Che è come dire io solo quando non saranno più al comando dirò che sono brutti e cattivi.

E’ si, il commissario avrà un bel daffare a distinguere il grano e loglio!

Igor Zambesi

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