Siena, indagine sull’autoriciclaggio: un’inchiesta lambisce tanti e quindi nessuno?

Chi si immagina o spera che “la notte sia passata” si dovrà ricredere. E’ più facile prevedere che per l’indagine “Hidden Partner” siamo solo agli inizi. Per gli imputati inizia il cammino (calvario?) della giustizia e per gli altri la lettura delle pubblicazioni degli atti, delle indiscrezioni e di quant’altro.

Come sempre ci saranno accuse, difese e silenzi. Chi avrà capito tutto, chi vorrà capire e chi vorrà avere conferme o smentite di teorie e teoremi. Ma con una cosa probabilmente dovremo fare i conti: il silenzio della politica, quella in qualche modo indirettamente coinvolta, quantomeno quella lambita dalle vicende almeno nell’immaginario collettivo.

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Questo silenzio non aiuterà, non li aiuterà a passare la nottata; anzi il silenzio diventerà assordante. Questa è un inchiesta che non parla a una sola parte. Riguarda persone, alcune delle quali hanno trascorsi che hanno attraversato fasi, relazioni, storie, vicende. E neppure di qualche settimana fa…

L’inchiesta non riguarda l’Amministrazione comunale, anzi il Comune dovrà capire se organizzarsi come parte lesa; tuttavia qualche contiguità si intravede, ad occhi maliziosi, almeno nelle amicizie. Diciamo che dopo tre anni, circa, il nuovo inizio promesso dal Civismo di centrodestra sembra aver esaurito la spinta propulsiva e, quanto meno, quell’ansia di voltare pagina. Libertà, competenza, merito. Sembrano rimasti sulla carta dei buoni propositi.

E qualcosa si sta muovendo, le critiche prendono forma. C’è un civismo moderato che ha preso le distanze e un civismo progressista che riprende voce. Entrambi ora stanno avviando delle prove tecniche di contatto per 2023. C’è un pezzo di Lega dissidente a cui certe amicizie del “sindaco amico di Salvini” non sono mai andate giù; per non parlare degli autodefiniti “riformisti dispersi” che stanno cercando di capire quanto convenga rimanere abbracciati al potere attuale.

I primi banchi di prova per i vari dissensi? L’avvio delle procedure per il rinnovo degli organi della Fondazione Mps; e poi a ottobre, quando si terranno, le suppletive per la Camera dei Deputati. Vedremo come finirà in entrambi i casi. Per tutti c’è un convitato di pietra che è l’altro grande silente: il Pd, impegnato dalle conseguenze della staffetta Zingaretti-Letta.

Man mano che ci si avvicinerà al 2023, il silenzio sarà rotto. Gli argomenti del “fare punto a capo”, dei riferimenti alla “tabula rasa”, del “voto utile” probabilmente prenderanno il sopravvento nel dibattito politico.

Qualche mese fa non si sarebbe detto. Anzi la continuità della Giunta De Mossi anche per il secondo mandato sembrava più che naturale. Oggi, invece, dopo l’avvio dell’inchiesta non sembra più così. Qualche insicurezza comincia a trapelare. Vedremo.

Per concludere un interrogativo su cui meditare in attesa dei nuovi sviluppi: è ancora una volta la magistratura che detta l’agenda della politica? Oppure – più convincente – ancora una volta la politica lascia spazio all’iniziativa della magistratura?

Igor Zambesi

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