Luigi De Mossi, per tradizione, è tornato a concedersi alla stampa ospite. Benché abbia più volte rifiutato la risposta su temi politici ed economici – “di politica non parlo perché il Palio non c’entra, sul Monte Comune, Provincia e Regione allineate insieme nel far la propria parte” – forse ha inconsapevolmente caratterizzato il suo incontro con la stampa con un’informazione che appunto politica è.
Tutto parte dal ringraziamento iniziale, sentito e partecipe, a tutti i dipendenti e collaboratori del Comune che anche ora stanno lavorando per la buona riuscita della Festa. Fa menzione di due criticità – entrambe atmosferiche il 13 e il 16 mattina – e dice: “al momento non sono in grado di fare qualcosa per gli eventi atmosferici, magari nei prossimi anni ci riuscirò”.
E’ un po’ poco, ma all’indomani dell’outing di Montomoli che si mette anch’egli in corsa, anche il sindaco uscente fa intendere che non ne ha abbastanza di guidare Siena.
Stiamo sugli argomenti – taluni come al solito banali o banalissimi -; il sindaco all’inizio si fa un augurio con una metafora – “Che sia il Palio della Luce” -, ricordando le molte luminosità del cencio di Andrea Anastasio. Continua così De Mossi: “Che sia una luce che ci riporti alla Festa, ma non solo. Ci riporti a quella festa che antropologicamente può essere definita la più popolare tra le feste mondiali”.
Giocoforza arriva la domanda sugli ospiti che si affacceranno alle trifore – Salvini, Sileri, Sgarbi tra gli altri – che De Mossi rifiuta sulla parte politica, mentre sulla sfida lanciata dall’emulo di Ercole d’Este, nonché presidente della Fondazione Ferrara Arte, il sindaco accetta l’argomento con risposta piccante: “Sugli ospiti vige la temporaneità, i posti sono pochi, si segue l’ordine temporale di richiesta. Per Ferrara, il fatto che vengano a Siena è soltanto per studiare il Palio, vedere come funziona l’organizzazione della Festa, prendere lezioni… per magari concludere che di Palio ce n’è uno solo”.
Sulla scelta dei cavalli del 13 agosto e la Prova generale corsa a metà, il sindaco glissa. In gran parte sono argomenti di pertinenza delle contrade: “E’ piena autonomia delle contrade. Al massimo noi possiamo dare suggerimenti. Le contrade sono titolari di interessi differenti che si manifesteranno compiutamente questa sera. Alcune ne saranno soddisfatte, altre meno. Il Palio è un meccanismo in cui individuale e collettivo si alternano e si sommano. Il Palio è riconoscerci tra di noi”.
Sul meccanismo del fotofinish, il sindaco esprime il suo pensiero: “Non sono un partigiano della tecnologia esasperata, lo strumento a disposizione dei giudici della vincita – il mirino – consente l’individuazione della vincitrice che poi talune volte verificano anche con il fotofinish. Ma si tratta di una mera conferma a quanto già appurato”.
La Piazza ritorna a riempirsi e qualcuno cita i contagi Covid di luglio: “Non furono allarmanti, l’attenzione resta alta”.
Il Sindaco parla ancora di tufo ricordando come gli ingegneri compiano costanti controlli quanto a umidità e permeabilità del tufo con carotaggi sul fondo per capire quanta sostenibilità possa dare ai barberi in corsa. A luglio, l’eccezionale temperatura aveva prodotto una crosta interna”.
L’argomento va sulla diretta di La7: “Una scelta fatta dal Consorzio che noi approviamo. Siamo soddisfatti dello story telling della trasmissione che dà una buona lettura ai non senesi. Riteniamo che l’emittente abbia affrontato la diretta del Palio con professionalità adeguate”.
E’ preoccupato il Sindaco per stasera? Non lo è: è solo pronto a fare la propria parte.