Accoppiate, la dominante è Chiocciola-Tartuca

Sarà una giornata lunga. Le intemperie hanno tolto di mezzo un’altra prova, la provaccia, ma poco conta visto come si è conclusa la prova generale il cui terzo giro nessuno sembrava voler correre. Simpatia e applausi ha raccolto l’Onda che ha tolto d’imbarazzo la Piazza, costretta negli sprangati mentre i barberi semplicemente camminavano.

La curva di San Martino intrisa dall’acqua

La segnatura sta per consacrare Federico Guglielmi nel nome di Tamurè, mentre fervono i lavori degli operai del Comune specialmente sulla curva di San Martino, più intrisa d’acqua di altre parti della pista. L’ingresso da sud di un nuovo anticiclone africano propone nuovi rialzi di temperatura e un assestarsi delle condizioni climatiche.

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Rimastichiamo un po’ le ulteriori novità, prima di entrare nel vortice di una previsione mai così difficile.

La Prova generale

Si va al canape con l’ordine dei numeri di orecchio. I temi, oltre a una nuova partenza da provare, sono per la Tartuca, di nuovo di rincorsa con l’esercizio tecnico di non permettere una facile partenza all’avversaria; per Civetta e Leocorno di nuovo accanto. Oltre alle quattro contrade che ne fanno già uso, indossa i paraombre laterali il Valdimontone, mentre la Lupa opta per limitare la visione del canape di Astoriux.

Solu Tue Due, forse arricchito nella nutrizione in stalla, continua a mostrarsi più irrequieto del solito, e mettendosi di traverso finisce per creare intasi alti, dove Tittia non cerca la prossimità con la Civetta. Ne beneficia la Tartuca che si avvicina a retromarcia al verrocchino. Nella confusione Onda, Giraffa e Selva perdono ripetutamente la posizione, la Civetta per un attimo cede alla tentazione di dare una cavallata all’avversaria. Poi Ambrosione si scoccia e ordina l’uscita dai canapi.

Al rientro poco cambia, salvo la Chiocciola che sembra intenzionata a togliere il giochino all’avversaria. Si piazza sul secondo canape, pensando sicuramente a riallinearsi quando sentirà matura la partenza. Ares però coglie di sorpresa le stesse telecamere ed entra a ruota del Leocorno determinando l’abbassamento.

Come al solito tutte abbastanza pronte, salvo la Chiocciola, a mettersi in corsa. Si va via con Valdimontone su Lupa e Nicchio. Questo l’ordine al primo San Martino con Civetta, Selva e Onda che seguono e che sono decise a galoppare. All’entrata in curva, la Civetta perde l’aderenza – e un ferro -, ma Veleno sta saldamente in groppa. Il secondo giro propone uno spunto importante dell’Onda, seguita dalla Civetta; dopo il secondo Casato il Nicchio si trova in testa suo malgrado, ma si rialza a inizio terzo giro. Per un attimo tutte vanno al passo, finché l’Onda decide per il canterino che faccia scoppiare il mortarétto.

L’esito delle prove

In dodici giri di Piazza, abbiamo visto che tutte partono bene. Benissimo la Chiocciola, il Leocorno, la Selva, il Valdimontone, di poco inferiori Nicchio, Lupa, Onda e Giraffa, un po’ meno bene la Tartuca, ancora meno bene la Civetta. Sul piano del galoppo e della curva impegnata abbiamo visto correre con regolarità Lupa, Civetta, Valdimontone, Onda, Giraffa e a tratti la Tartuca e il Leocorno; Nicchio, Selva e Chiocciola non hanno fatto vedere praticamente nulla.

La Lupa nella quarta prova

Ciò ci porta a dire che Lupa, Leocorno, Onda e Valdimontone più di altre hanno dato valore alla loro accoppiata. Per due di esse ci saranno anche altri fattori da tenere in esame, quindi Onda e Lupa più libere di fare il loro Palio, con la seconda che ha già provato il valore dei percorsi interni.

Le avversarie in Piazza

Difficile che Chiocciola e Tartuca se proprio non si trovano accanto, cambino qualcosa delle loro strategie; per l’uno e l’altro fantino la prospettiva di ammonizioni non sta nel bagaglio delle previsioni. Se accanto, si contenderanno la testa al canape e probabilmente una più dell’altra tenderà ad abbassare o alzare l’altra a seconda dell’opportunità; qualora la Tartuca fosse ancora di rincorsa sarà da verificare l’ingegno di Ares.

Sulla strategia della Civetta, direi, che non ci sono dubbi. La conferma di Veleno II in segnatura, l’unico fantino che non chiede prospettiva alla Piazza, porterà l’accoppiata a una ricerca spasmodica della posizione del Leocorno finché i canapi staranno alti, perché, dopo, ci sarebbe solo l’espediente di aspettarla al giro successivo, ma un gesto siffatto sarebbe atto di grave offesa alla Festa, perché non regolamentare e eccessivamente clamoroso. L’insoddisfazione della Contrada Priora verso l’Amministrazione, mi porterebbe a dare una minima chance anche a tale opzione.

ll Montone, prova generale, è cresciuto alla distanza

Vero incerto è il comportamento del Nicchio e del Valdimontone. La prima farà il Palio, tenterà in ogni modo di farlo e l’impressione forte è che in molte cullino questa possibilità che aprirebbe un forziere della Piazza dopo due anni di inedia. Chi non lo crede, vuol dire che ha voluto credere al soporifero avvicinamento al Palio del Nicchio che ha un cavallo che ha già vinto e un fantino che molto merita; e che forse già a luglio era il maggior papabile alla vittoria. La monta di Carburo su Solu Tue Due, cavallo che è al pari di quello dell’avversaria, ci intriga; sembrava all’inizio un killeraggio, poi per strada nei Servi hanno mostrato di crederci di più: il Montone sembra volersi dare una possibilità e al limite cercare l’avversaria in corsa, e tuttavia la cosa più facile resta quella di risolvere le cose alla mossa.

Quelle che non hanno nemiche

Sono lì, Onda e Lupa praticamente al pari per il buon lavoro che hanno fatto, la Giraffa perché ha il cavallo che galoppa e l’incoscienza di chi lo monta, la Selva che è buon partente ma non ha provato granché il cavallo che a luglio è arrivato sul sedere di Zio Frac e Viso d’Angelo. Ciascuna di queste accoppiate, abbassati i canapi, avrà assolto i suoi compiti di contrada e sarà libera di inventare.

Correre per vincere

Ascolto sempre con piacere i giudizi di mio fratello Michele, costretto a guardare senza “toccare”, dagli Stati Uniti. Trovo più che fondata una sua osservazione che trasforma in “tormentone”: ogni Palio ha solo due-tre contrade che davvero vogliono vincere. Chiaramente tutte se poi si ritrovano in mano il cencio esultano, ma la responsabilità delle scelte e le strategie appartiene solo a poche.

Michele Rugani dalla sua casa vicino al lago Michigan

Si è fatto un gran parlare di fantini “sodali” all’uno o all’altro dei grandi vincenti di questo Palio, ma non c’è un “grande vecchio” che orchestra tutto, ci sono dirigenze che si rinnovano e che provano a tenere in mano il pallino – “le mie contrade di riferimento” (Tittia, 3 luglio 2022) -; se queste dirigenze non lo permettessero non ci sarebbero così tanti “nerbi legati” in questo Palio e senz’altro esse avvallano i comportamenti che si terranno ai canapi.

Il gruppo predominante ha bisogno anche della nascita di un’altra grande monta, sia Piras, Arri o la riconferma di Sanna poco importa. Serve qualcuno in grado di insidiare a Scompiglio le prime monte future oltre a quella che si prenderà Tittia.

In questo scenario vediamo Nicchio e Chiocciola, come antipodi di questo Palio; con l’Onda che, fedele alla sua trasposizione del Barbiere di Siviglia, mette in atto il suo “zitti zitti, piano piano, senza far tanto baccano”. Senza dimenticare Remorex e la sua capacità di assolo. E senza dimenticare che le carte vorrebbero il Leocorno in pole position e che il mestiere di Tittia può far sì che non debba cedere ancora all’offesa di Veleno.

La previsione

Crediamo che il Palio non possa prescindere dal dualismo Chiocciola-Tartuca perché entrambe hanno ottime possibilità di correre davanti, nonché possono vincere o rovinare qualche aspettativa altrui. Crediamo che l’Onda più della Lupa saranno lì per cogliere la minima opportunità.

Abbiamo aggiunto in tabella un minus/bonus follia; non stiamo a spiegarlo perché è intuitivo. Spieghiamo solo che il +1 alla Lupa è perché il cavallo è andato a prenderlo Gabriele Gragnoli.

La speranza

Pensiamo a una mossa lunga e laboriosa, pensiamo a molto lavoro successivo del giudice del Palio. Contiamo che la benedizione del cardinale Lojudice, arcivescovo di Siena, protegga tutti noi e la bellezza della nostra Festa. Complimenti, e un grazie, alla macchina organizzativa del Comune che ce la sta garantendo.  

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