Un Pd che ritrovi la capacità di allearsi

Dino Marchese spiega la proposta politica del gruppo informale “Ritroviamocipd”

Un recentissimo appello di iscritti e simpatizzanti del PD vuole promuovere una fase nuova dopo la lunga vicenda che, a seguito delle dimissioni del segretario Roncucci, tiene il primo partito della città paralizzato da molti mesi.

Parliamo di questo documento/appello con uno dei primi firmatari Dino Marchese, da SienaPost già intervistato sulla crisi Pd a settembre e novembre scorsi.

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Dino buongiorno, ci spieghi il senso di quest’atto politico?

“In primo luogo, la novità sta nella “mescolanza” dei proponenti, direi un amalgama fecondo, per la prima volta dalla sconfitta alle elezioni amministrative del maggio dell’anno scorso, perché un gruppo di militanti, iscritti, dirigenti non si limita a dire agli altri “avevamo ragione noi, avete sbagliato tutto”. Fa anche di più, scrive esplicitamente: “coscienti degli errori del passato vogliamo aprire una pagina nuova”. Non vedo in giro molti che ammettano onestamente i propri errori, prima di addossare agli altri gli errori, non solo ma lo fanno insieme partendo da posizioni diverse, anche opposte. Credo che questa onestà intellettuale emotivamente sia alla base di una significativa adesione di iscritti e simpatizzanti di base, a pochi giorni dalla sua uscita”.

“In secondo luogo – riprende l’ex sindacalista e scrittore -, è un documento che “spariglia” la divisione per gruppi cristallizzata, che è una causa non secondaria sia dell’immobilismo del gruppo dirigente, che della incapacità a trovare una soluzione. In terzo luogo, si prende atto che con l’arrivo del commissario si apre una fase nuova, che richiede a tutti di rimettersi in discussione. Infine, il documento è la precondizione per costruire sui contenuti un progetto per Siena, che possa vedere il PD, primo partito della città, come aggregatore di un consenso alternativo al centrodestra che governa la città”.

Ecco, il commissario nominato dagli organismi superiori, Marco Sarracino, per risolvere la crisi, in che rapporto sta con questo documento?

“Strettissimo direi. Nel documento non solo si prende atto, e non potrebbe essere diversamente, della nomina del commissario, ma si mettono a disposizione le analisi, le elaborazioni, le esperienze e soprattutto la voglia di rimettersi in gioco, di cambiare, in una vecchia, ma non inutile parola, la militanza. Intendiamoci la nomina del commissario, a questo punto, è un elemento positivo, ma è anche uno strumento per guidarci ad un congresso, diverso dalla stantia conta dei voti. Un congresso, che va preparato da più politica, più confronti sui contenuti del progetto per Siena, non da un’attesa messianica di chi dovrebbe risolvere i problemi al posto nostro. Il lavoro del commissario sarà difficile, eppure stimolante; dovrà rivitalizzare le energie, la voglia di ricerca, al di là delle certezze del passato di un partito, che rimane comunque la prima forza politica della città, e la forza imprescindibile per aggregare il cambiamento”.

Nell’appello noto il riflesso di cose già presenti nei documenti di “Promessa democratica”, l’area di Siena che fa riferimento a Gianni Cuperlo, è così?

“Sicuramente, ma è implementata dalla voglia di cambiamento, dalla generosità di altre culture politiche, ed esperienze con cui insieme ci mettiamo a disposizione di una fase nuova. Promessa democratica è un’area piccola, all’interno del PD senese, ma è un’area che mette tutte le sue forze a disposizione della analisi critica, con lo spirito di non rassegnarsi mai alla logica della guerra interna. Con questo spirito, sin da agosto dello scorso anno, abbiamo elaborato un documento di analisi della sconfitta, di riflessioni approfondite sui cambiamenti culturali e sociali di Siena. Su queste riflessioni molti componenti dell’assemblea hanno espresso privatamente un grande apprezzamento, salvo ignorarlo pubblicamente, e mesi dopo è stato ripreso strumentalmente a sostegno di una candidatura di parte”.

E allora come avete fatto a difenderlo?

“Con diversi interventi successivi abbiamo approfondito questi temi, purtroppo senza aprire una necessaria riflessione collettiva. Abbiamo comunque riaperto la possibilità per la elezione di un nuovo segretario, che è stata sciupata, con candidature che guardavano all’indietro, che non avevano la maggioranza necessaria. Tentare poi di imporre coi ricorsi un segretario di minoranza ha contribuito alla ulteriore paralisi. Di fronte al pericolo di questa ulteriore paralisi a novembre abbiamo proposto un altro documento, per uscire dalla situazione di stallo. Anche in questo caso la risposta è stata di apprezzamenti in privato, e di sottovalutazione in pubblico. Credo che questo atteggiamento dipendesse da una sorta di “patto di sangue” reciproco interno alle varie aree, che impediva un confronto libero e fecondo. Abbiamo sottoscritto la richiesta di un congresso in tempi rapidi e con modalità diverse agli organismi regionali. E dopo l’incontro che abbiamo avuto con la segreteria regionale, abbiamo ulteriormente sollecitato con una proposta transitoria, visto che i tempi si allungavano. La nomina del commissario è stata per Promessa democratica la occasione per riaprire, assieme ad altri la nostra “ossessione per i contenuti ed un congresso diverso”.

Ed oggi avete ripreso a crederci?

“Oggi, sì. Oggi, noto che da una parte c’è chi non riconosce legittimità alla figura del commissario, insistendo nella logica perdente di imporre coi ricorsi un segretario di minoranza, dall’altra parte si stenta a riconoscere la novità dell’appello di Ritroviamocipd, che, invece tra gli iscritti ed i militanti riceve adesioni. A tutti voglio dire di non fossilizzarsi sulle posizioni di ieri. Coltiviamo l’esercizio del dubbio anche su noi stessi, Guccini fu buon giudice quando nella canzone Dio è morto parlava della ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.

La novità di ieri è la vittoria del centrosinistra in Sardegna, vedi qualche analogia con la situazione senese?

“Beh, parlare di analogie è po’ azzardato, e rischia di cascare nella logica sterile “l’avevo detto io”, che non mi appartiene, ma alcune riflessioni possono essere fatte, a parte la soddisfazione, per me doppia, in quanto la Sardegna è una terra che mi ha dato i natali, e che quindi conosco piuttosto bene”.

Arriva al punto…

“Ci stavo arrivando… In Sardegna, come a Siena, il PD era il primo partito, già dalle elezioni del 2019, il centrodestra al governo aveva fatto un disastro, come a Siena con l’amministrazione fallimentare De Mossi, ma in Sardegna il centrosinistra ne ha saputo approfittare, a Siena no. Forse sarò banale, ma la differenza è nella capacità di costruire alleanze sulla base di una analisi della situazione, che non si improvvisano all’ultimo momento, nella presunzione di una nostra supposta superiorità. Poi la arroganza del potere dimostrata da Giorgia Meloni, che ha imposto un candidato che si fa doppiare nella città di cui era sindaco, ed invece la capacità inversa a Siena hanno anche fatto la differenza, ma il punto che mi interessa sottolineare è la mancanza nel PD di Siena di un’idea strategica sulle alleanze, come Promessa democratica ha sottolineato sin dall’inizio”.

Grazie, allora, tutto molto chiaro e se possiamo definirlo così… anche pungente, a presto…

Vorrei aggiungere che abbiamo aperto una pagina facebook per tenerci aggiornati su quanto sta succedendo e per registrare via via i nuovi firmatari del documento – per esempio i più recenti sono Bruno Del Zanna, Maria Teresa De Dominicis e Manuel Menzocchi – e abbiamo una mail – ritroviamocipd@gmail.com – alla quale può scrivere chiunque intenda porci domande o contattarci per altri motivi. Grazie SienaPost”.

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