C’è un Taurus che attende il Barbarossa

Capitan Pistoi ringrazia il Quartiere Prato per l’ottima prestazione nell’evento che si è concluso domenica

Con l’inizio del mese di giugno, l’atmosfera di San Quirico è di colpo cambiata. Ora si contano letteralmente i giorni che mancano all’inizio del programma della 62sima Festa del Barbarossa previsto per mercoledì 12 giugno, per raggiungere il culmine nel tardo pomeriggio di domenica 16.

C’è ancora una festa da vivere – “Aspettando il Barbarossa” del Quartiere Borgo (8-9 giugno) – ma quest’anno è toccato al Prato con il suo Taurus sub Moenibus, conclusosi ieri sera nei Giardini di via Matteotti dopo aver spiegato quelle bandiere che così tante “brocche” hanno garantito al quartiere biancoverde, di portare nel vivo la Festa.

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Capitan Giacomo Pistoi per tre giorni non si è fermato un attimo. Nonostante i luculliani banchetti ci assicurano che lui ha perso un chilo un chilo e mezzo da quanto si è mosso tra le cucine e i giardini, tra il campo gara sotto la torre del Cassero e ogni casa del quartiere.

“Beh, non esageriamo – ci dice Pistoi, pronto a parlare della festa come un anno fa -, il mio fisico sano l’ho mantenuto, ma è vero che è stato un gran muoversi. La mia fortuna è che ci sono generazioni di giovani che spingono e sono pronte a prendersi vere responsabilità, quindi la festa è un buon momento per star loro accanto e far prendere qualche iniziativa a chi è in grado di gestirla. L’ansia a chiusura è normale. Da queste serate dipendono molte delle iniziative e dei miglioramenti che poi verranno portati avanti nel corso dell’anno. Sono linfa per il quartiere”.

Un quartiere in espansione come il Prato ne ha tante da fare. Ha una sede per cui pagare bollette e su cui fare manutenzioni. L’anno appena passato sono stati rinnovati i fuochi dell’ampia cucina e messi in atto ulteriori accorgimenti per la sicurezza. Ci sono i costumi da tenere sempre perfetti e nel febbraio scorso con la donazione dell’ultima bandiera “d’onore” sono stati completati gli arredi della chiesa di Vignoni. Inoltre il quartiere ha celebrato la brocca dei piccoli vinta nella 61sima edizione della Festa del Barbarossa e si è inserito nei cicli didattici della scuola dell’obbligo per spiegare l’importanza di vivere da quartieranti.

E, conclusa la festa, capitan Pistoi è giustamente e letteralmente colmo di amore e gratitudine per la sua gente, per l’abnegazione mostrata, per i sacrifici fatti e, con loro, condivide i meriti che sono stati subito riconosciuti da chi ai giardini di via Matteotti c’è arrivato soprattutto per una mangiata – il solo sabato, a sedere si sono messi in più di seicento -: pici di una consistenza unica, le chiocciole ancora protagoniste, carni da braciere morbide e succulente.

“Dai, è andata bene – ci dice ancora Pistoi – anche se la temperatura serale è stata un pizzico più rigida del previsto, ma nulla che un golfino non potesse sistemare. Semmai ci ha dato un po’ di problemi il vento, forte, che ai bracieri provocava continui ritorni di fiamma e, chi era alle griglie, è stato davvero bravo a regolare le cotture senza bruciare le carni. Forse anche qualche gocciola, ma le intemperie sono state benevole”.

Capitan Pistoi non lo dice espressamente, ma nelle cucine c’è stata un po’ di preoccupazione. Si pensava che la preparazione delle chiocciole potesse non riuscire, ma la “nonna cuoca” che se ne incarica le ha insaporite come sempre e hanno avuto successo. Resta tuttavia un “contenzioso” con il quartiere che vorrebbe avere la segretissima ricetta che a distanza di anni continua comunque a non essere rivelata.

Per chi ha visto la festa con gli occhi dello “straniero”, l’evento del Prato si caratterizza soprattutto per i suoi settanta ottanta volontari che con orgoglio e abnegazione si sono impegnati a farla più bella di sempre. Si va dal nutrito gruppo di signore della cucina, a tutti i ragazzi di taglie differenti che hanno fatto il servizio; dagli eroi del braciere agli alchimisti del bar; da chi fa le porzioni e smista a chi fa pagare prima di mangiare con sorrisi e gentilezza… a naturalmente capitan Pistoi che chiaramente era ovunque.

E qui la chiudiamo senza dire altro. Perché con il mese di giugno iniziano anche le scaramanzie e quindi zitti.

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