Chianti, la terra dei sindaci 100 per cento

La mappa del voto a Radda, Castellina, Castelnuovo Berardenga e Gaiole in Chianti

E passiamo al Chianti, anzi al Classico “storico” perché l’altra denominazione si estende a tutto il Centro Italia, Abruzzo compreso. In questo gruppo finisce un altro dei comuni che invece dovrebbe far parte dell’Area Vasta di Siena – Castelnuovo Berardenga – che difatti porta in su la percentuale di votanti-abitanti che per l’esattezza (dati 2019) sono 12.303 e rappresentano il 5,9% della provincia senese: Radda in Chianti 1.221, Castelnuovo Berardenga 7.134, Castellina in Chianti 2.048 e Gaiole in Chianti 1.900.

Il Chianti ha nelle due ultime votazioni proposto candidati dal consenso al 100 per cento, nel senso che quando si cono candidati non avevano avversari. In questo caso per gli elettori si tratta di andare al seggio il giorno designato e raggiungere il quorum minimo per far dichiarare valida la votazione. E lo strano fenomeno potrebbe ripetersi ancora dato che al momento almeno tre comuni su quattro hanno un candidato unico.

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Radda in Chianti

Cominciamo dal più piccolo perché è esemplificativo di una questione che diventa tanto più rilevante quando ci si addentra in questo territorio di boschi e vigne, il così detto Chiantishire. Alle elezioni del 2019 i votanti furono 823: il rieletto sindaco Pier Paolo Mugnaini ottenne più del 74%, che peggiorò di molto il suo record ottenuto cinque anni prima, quando, essendo candidato unico, ottenne il 100% dei voti (700).

Pier Paolo Mugnaini, intervistato da Radio Ang Reggio Calabria, dà la sua ricetta per la sopravvivenza dei piccoli borghi

Comunque restiamo sugli 823. A novembre scorso la Regione Toscana, trionfante, informa che a Radda in Chianti e nelle frazioni di Collepetroso, Villa, Selvole, Volpaia e Badiaccia a Montemuro, quindi neanche in tutto il Comune, veniva resa disponibile da Open Fiber, concessionaria per i prossimi venti anni, la nuova rete pubblica di telecomunicazioni a banda ultralarga (Bul). L’intervento riguardava 989 unità immobiliari. Quindi 823 contro 989; e non è che ci sia un’industria che incide.

Noi da questo ricaviamo come alte siano le difficoltà di un Comune che ha un’ampia popolazione non dichiarata – non tanto di profughi quanto di possidenti – e quindi è impossibilitato nel generare percorsi partecipativi che diano identità condivise alla collettività. Il Chiantishire forse per alcuni è una cosa positiva, ma non realizza il così detto consumo produttivo.

Al momento questa “fuga dalla partecipazione” proietta Pier Paolo Mugnaini verso il terzo mandato. A candidarlo è il Pd ma sia inteso che è “quel che rimane” del Pd di un tempo. Il Centrodestra invece riteniamo che attenda indicazioni da Siena, dove per ora c’è un tavolo dove FdI lavora e coordina, mentre gli alleati – più la Lega che FI – rivendicano l’uso di un Cencelli calcolato sulle consistenze di cinque anni fa. E quindi per ora ci sono difficoltà importanti tanto a trovare un candidato sindaco che a comporgli una lista attorno.

La previsione del momento è che Mugnaini potrebbe essere uno dei pochissimi sindaci italiani eletto per due volte all’unanimità.

Castelnuovo Berardenga

Tante cose da dire, ma forse nessuna di esse particolarmente importante. Forse in canna c’è anche qualche colpo a sorpresa.

Dicevamo che è un altro comune della cintura senese. Dove una sintesi di appartenenza è piuttosto difficile da trovare tra centri come Pancole, Monteaperti o San Piero in Barca con Villa a Sesta, San Gusmé o la stessa Castelnuovo dove la poltrona a palazzo è sempre più comoda se si ha l’anima bullettaia.

Fabrizio Nepi, sindaco uscente di Castelnuovo Berardenga

Per far lievitare l’economia il Comune ne ha provate tante, compreso il turismo matrimoniale e l’offerta libera al cicloturismo di cui l’ex sindaco Luca Bonechi resta il praticante e il promotore più illustre. Tuttavia le risorse non sono infinite, le aziende del vino danno ascolto solo quando hanno qualcosa da chiedere mentre l’amministrazione deve erogare servizi in continuità. Sempre. La conclusione dei quattro anni in container della Scuola Papini peserà a favore o contro la gestione di Nepi? Il fatto che l’Acqua Borra, pur se circondata di divieti, resti una risorsa non sfruttata conta o non conta? E se potrebbero aggiungere…

Il provvedimento legislativo che ha dato il permesso ai terzi mandati nei centri sotto i quindicimila abitanti ha scritto un copione improntato alla banalità: per la terza volta in dieci anni si sfideranno Fabrizio Nepi, centrosinistra (2014: 3.239 voti e 2019: 3.356) e Lorenzo Rosso, centrodestra (2014: 499 voti, e 2019: 940).

Entrambi sono cresciuti tra un’elezione e l’altra, ma l’esito finale non è cambiato. E forse neanche stavolta il paladino della “fiamma”, Rosso riuscirà nel ribaltone.

Fabrizio Nepi dal mese di marzo è ufficialmente in lista. Ha ammesso di esser stato convinto dal fatto che gli inviti a candidarsi arrivino dal basso. Ha ammesso con onestà che è stato un quinquennio duro, ma che ciò nonostante ci sono stati 12 milioni di investimenti pubblici.

Lorenzo Rosso, in fondo con occhiali a specchio, è uno che sa risvegliare l’entusiasmo

Lorenzo Rosso è forse l’uomo più noto della Destra senese. Crediamo che la cosa che ritenga imprescindibile della sua militanza politica sia quella foto che nell’aprile 1983 gli venne scattata accanto a Giorgio Almirante. E quando Fratelli d’Italia ha cominciato a riempirsi di rampanti l’hanno bollato come un démodé, nonostante sfoggi sempre vistosi completi doppiopetto. Lui, forse, è stato irriducibile anche in quest’occasione e non si è difeso dal pericolo. Di certo in occasione della perduta vicepresidenza di Siena Jazz un po’ da solo ha voluto essere e molto è stato lasciato così. Lui ha veri amici – più di quanti si pensi – e moltissimi detrattori.

Rosso ha incassato in presentazione l’appoggio di tutte le anime del centrodestra, ma il valore di questo appoggio crediamo dovrà esser tradotto in cifre prima delle elezioni. Un sicuro valore è la sua conoscenza del consiglio di Castelnuovo e la sua opera come incaricato delle funzioni di controllo e garanzia. Per lui, infine, raddoppiare ancora i propri voti, anche se non gli darebbe la vittoria, di certo varrebbe come successo.

Purtroppo per lui le chiacchiere politiche dicono sempre più forte che ci sarà un terzo candidato. Non di cinquestelle o comunista come nelle precedenti votazioni, ma un candidato civico vicino al Centrodestra che farà una lista autonoma.

Castellina in Chianti

Valgono le cose dette per Radda, soprattutto se il centrodestra non si deciderà a candidare qualcuno. Ma probabilmente non sarà così perché la possibilità di competere in questo Comune c’è. Cinque anni fa, la conferma di Bonechi (Centrosinistra) avvenne con qualche difficoltà: la sfidante di allora – Sonia Mazzieri – raggiunse il 44.61 dei consensi.

Giuseppe Stiaccini, attuale vicesindaco di Castellina in Chianti

Per il momento, da 2-3 settimane, c’è un solo candidato: Giuseppe “Beppe” Stiaccini. E’ vicesindaco uscente, appunto di Marcello Bonechi che sta completando il suo ennesimo mandato; Stiaccini è dato per aderente a Italia Viva e ha convintamente spiegato così la sua candidatura…

“A questa comunità – ha scritto sulla sua pagina personale di Fb – devo tutto ciò che sono e a questa comunità ho sempre dato tutto ciò che sono, come molti di voi, con i quali ho potuto scambiare idee e consigli. Castellina mi ha formato come uomo e come cittadino e a Castellina voglio restituire quanto potrò in termini di affetto, di lavoro, di impegno”.

Gaiole in Chianti

O andatelo a stanare! Michele Pescini ricomincia da quattro. Fosse eletto – e per ora è l’unico candidato – sarebbe per la quarta volta consecutiva sindaco di Gaiole. Ininterrottamente dal 2009. Presidente di Terrecablate, con molti meriti sul coinvolgimento dato all’Eroica, sa e conosce tutto di questo comune estremo del Senese.

Michele Pescini accetta la donazione di un’opera di due artisti al comune di Gaiole in Chianti

Nonostante la maggioranza assoluta alle Politiche, dato ormai consolidato, il Centrodestra non sembra trovare un candidato e una lista competitiva con cui sfidare Pescini che, a onor del vero, le sue vittorie, quando ha combattuto, ha dovuto sudarsele. Nel 2009 prevalse su Giuliano Bruni di Vota per Gaiole che ottenne il 46,26%, l’ultima volta, nel 2019, fu Lorenzo Ruffoli di Insieme per Gaiole a sfidarlo e raggiunse il 48,02%; nel 2014 invece il centrodestra si prese una pausa e Pescini fu candidato unico con l’unico obbiettivo di raggiungere il quorum dei votanti.

I precedenti servizi di questo viaggio nella politica della provincia senese sono: 1.Siena e chi non vota, 2.Poggibonsi, 3.Colle di Val d’Elsa e 4.Valdelsa minore.

(le foto dei candidati sono prese dalle loro pagine pubbliche sui social)

(5 – continua)

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