Quando i giovani non si ascoltano, alla fine fanno da sé

Nella splendida cornice della Sala Italo Calvino dell’Ex Spedale Santa Maria della Scala si è svolto l’incontro “Chi sono gli adolescenti di oggi?” a cura della Fondazione Charlie onlus.

Davanti ad una platea di eccezione composta dalle classi del Liceo Classico Piccolomini e dell’Ipsia di Pontedera è stato presentato il survey nazionale realizzato dalla Fondazione Charlie Onlus nel 2020, in collaborazione con l’istituto Piepoli e la Fondazione Pisa, sulla popolazione adolescente italiana.

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Marco Amidei, responsabile Charly Telefono Amico, ha introdotto le tematiche dell’incontro  e mediato gli interventi dei relatori, a partire da Angelo Migliarini, Presidente Fondazione Charlie Onlus: “Charlie nasce a Pontedera nel 1990 per rispondere ai problemi adolescenziali connessi a quel periodo che erano legati principalmente alla tossicodipendenza, all’alcolismo ed all’AIDS. Siamo scesi in strada, sul campo, con migliaia di volontari che hanno fatto ed agito in un volontariato oblativo, anonimo, che riceve dal dare e che ha sperimentato l’importanza di non avere pregiudizi, l’importanza della natura umana arricchendo la loro vita e la loro comunità e tutti hanno imparato ad ascoltare”.

“È importante parlare con i giovani – ha aggiunto Migliarini – per programmare nuove politiche di intervento perché siamo di fronte ad un’emergenza demografica e qualitativa, perché non è premiato il merito. L’adolescenza è un’età complicata e Charlie ascolta le fatiche di questo mondo sommerso al quale abbiamo aggiunto una serie di ricerche per cui oggi le cose ci sembrano più a fuoco rispetto a prima. Mi rivolgo alle istituzioni: è il momento di avere coraggio e smetterla di intristire le passioni, di distruggere gli entusiasmi perché il prezzo più caro rischiano di pagarlo le donne ed i giovani. Fare a meno dei giovani credo che sia un suicidio”.

L’intervento di Sveva Sagramola

Sveva Sagramola, Giornalista RAI nonché testimonial di Charlie Telefono Amico è intervenuta da remoto: “I ragazzi di oggi sono diversi, ma certe emozioni ed istanze sono comuni a tutte le epoche. Cosa può provare però oggi un ragazzo che si sente dire che il mondo sta per finire? Come può affrontare il proprio futuro? Questo mi addolora perché si parla tanto dei giovani, ma non li facciamo parlare né li ascoltiamo. I giovani però sono un patrimonio immenso ed hanno di fronte molteplici ed incredibili opportunità. I ragazzi di oggi hanno molte più competenze, hanno una capacità di fare collegamenti di pensiero incredibili e gli strumenti per conoscere il mondo, per farsi conoscere e farsi sentire. Manca però una relazione autentica, manca il contatto che oggi è mediato dai dispositivi tecnologici che sono la loro finestra sul mondo ma che al tempo stesso rischiano di isolarli. Hanno bisogno di sponde dove rifugiarsi ed appoggiarsi. L’esperienza del volontariato diventa un’opportunità da cogliere per mettersi al servizio degli altri e può fare da sponda ai ragazzi di oggi. Nei ragazzi c’è la forza della vita ed ho un’enorme fiducia in loro e sono decisamente meglio degli adulti che li raccontano”.

Alessandro Amadori

Alessandro Amadori, Docente Università Cattolica di Milano e collaboratore Istituto Piepoli, ha presentato i dati della ricerca “Giovani e futuro”, che rapporta i Millennials e la Generazione Z, realizzata da Charlie ed Istituto Piepoli. Il Prof. Amadori ha coinvolto attivamente i giovani della platea creando un intervento interattivo e coinvolgente. “Le giovani generazioni sono raccontate in maniera diversa da come sono in realtà – spiega il docente -. Spesso non sono raccontati come dovrebbero essere, perché se parli direttamente con loro emergono altre cose. Sono diversi e lo dimostrano i dati che abbiamo raccolto. Jobs diceva “Stay hungry, stay foolish”. Devono avere fame ed energia, anche con un po’ di follia per raggiungere il proprio obiettivo. Possono davvero cambiare il mondo ed hanno gli strumenti per farlo, hanno la rete. Una forza ed un potere da usare bene, ma uno strumento potentissimo. Unendosi in rete possono veramente cambiare le cose”.

Ha concluso l’incontro l’Assessora alla Salute del Comune di Siena, Francesca Appolloni: “C’è la tendenza a mettere etichette ai giovani, che invece devono prendere coscienza di se stessi. Ogni vita, ogni persona è unica e questo dà valore all’esistenza di ciascuno. Ognuno ha il diritto di credere nei propri sogni e di pensare di cambiare il mondo. Siamo interessati. Oggi rappresenta l’inizio di una collaborazione con Charlie onlus che continuerà nel tempo”.

(di recente abbiamo parlato di Charlie: Fondazione Charlie, 24 anni di ascolto del pensiero degli adolescenti toscani – SienaPost)

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