Sena Civitas è una delle poche forze politiche cittadine – se non l’unica – che esercita un’iniziativa costante; di intervento su molti temi di attualità e anche di critica alla maggioranza (da cui proviene) sia in Consiglio comunale che tra i cittadini. Sena Civitas ha nei giorni scorsi pubblicato sulla sua pagina facebook una lunga e interessante intervista esclusiva a un uomo le cui quotazioni politiche nazionali sono in continua crescita: il Prof. Stefano Zamagni: https://www.facebook.com/184848885311672/posts/1228783020918248/
Il Professore esprime con chiarezza dei concetti, limpidi, cristallini ampiamente condivisibili, ma… c’è un ma. E… procediamo con ordine.
Intanto, come non condividere il ragionamento che fa Zamagni sulla perdita di ruolo della politica a scapito della finanza e dell’economia; lo stesso per il ragionamento sul potere, e la differenza tra il ruolo dei movimenti e quello dei partiti: per modificare i comportamenti degli individui i primi; per modificare gli assetti istituzionali i secondi.
Altrettanto per il discorso sul partito e su come deve saper tenere insieme identità-visione-metodo. Nulla da dire neppure sulla triplice scossa di cui avrebbe bisogno il Paese: spirituale, politica, economica.
Il discorso del professor Zamagni ha tuttavia l’esplicito obiettivo di promuovere un partito politico – “Insieme” che viene definito di ispirazione cristiana, quindi laico e non laicista – che si riconosce nella matrice culturale giudaico-cristiana. In quanto laico, è aperto a credenti, non credenti, diversamente credenti; di centro ed autonomo rispetto sia alla destra sia alla sinistra, che ricerca il dialogo sincero e il confronto con altre posizioni politiche.
Il prof. Zamagni è convinto che “il modello di democrazia liberale non può fare a meno di un Centro autonomo”. Di più: “è la re-istituzionalizzazione del Centro politico ciò di cui l’Italia ha oggi necessità”.
L’intervista merita di essere letta. Fino in fondo. Ma, veniamo al ma…
Tanto è chiaro l’obiettivo quanto fumosi gli elementi su cui poggerebbe questo bisogno di Centro. A guardar bene nessun sondaggio o ricerca di opinione lo dice. Forse, pensiamo noi – maliziosamente ma non troppo – si ragiona, senza dirlo, sul gradimento intorno alla figura di Draghi.
Ma tutto il resto ci parla di destra unita contro una sinistra che ancora non lo è. Insomma, in qualche modo siamo alle solite. Un illustre tecnico va al Governo e subito si pensa che possa dare vita ad un partito. E’ accaduto con Monti. Qualcuno si immagina possa accadere con Draghi e andare diversamente.
ll governo Draghi non sarà eterno e c’è ancora da vedere quanto porterà in dote al Paese l’azione unitaria su vaccinazioni, riforme e Pnrr. Vedremo, quando torneremo a votare, anche quanto l’esperienza unitaria avrà contribuito a svelenire la lotta politica e a rendere le competizioni più civili.
Ma da qui a pensare che il governo Draghi possa incubare una nuova forza politica c’è ne corre… Certo, in diversi stanno sognando un partito che raccolga il 12% e delimiti i confini di una maggioranza che releghi ai margini Fratelli d’Italia e CinqueStelle. Ma per ora nulla più di qualche manovra che può cambiare il corso di qualche provvedimento ma non certo delineare un’altra fase politica.