Un intero archivio demagnetizzato dopo una causa giudiziaria tra una no profit e le associazioni di editori
Fahrenheit 451. Forse qualcuno ricorderà ancora questo film distopico ambientato in un futuro imprecisato, dove possedere libri è considerato un reato. Ma il titolo è solo una provocazione che uso per narrarvi una storia dei nostri tempi.
Adoro i libri, ho un rapporto feticistico con loro: appena acquistati, la prima cosa che faccio è aprirli e annusarne le pagine, appoggiandomeli sul viso come se cercassi di assorbire le parole, quasi potessero riempire la stanza intorno a me. Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando ho letto su una testata online la notizia della distruzione di 500.000 titoli di Open Library. L’articolo non era del tutto chiaro, così ho voluto approfondire e fare alcune ricerche.
Ma procediamo con ordine: cos’è Open Library? Open Library è un’iniziativa che offre agli amanti dei libri un accesso illimitato a un mondo di letteratura. Funziona secondo il modello di prestito chiamato “prestito digitale controllato” (CDL), legato alla “dottrina della prima vendita”.
Non vengono acquistate licenze di e-book, ma i volumi fisici posseduti dalla libreria vengono concessi digitalmente in prestito secondo lo schema uno a uno; quindi, la copia fisica di un certo titolo rimane sugli scaffali fino alla restituzione della copia digitale.
È un accesso gratuito al sapere, sempre disponibile e sostenibile, che promuove la conoscenza libera per tutti.
Quanto è bello regalare un libro! La dottrina della prima vendita sancisce il principio giuridico che limita il diritto esclusivo del detentore del copyright di controllare la distribuzione delle copie fisiche di un’opera protetta. Pertanto, una volta acquistato un libro, sono libero di prestare o regalare la mia copia ad amici, e loro, a loro volta, possono farlo una volta letta.
Ma veniamo alla storia.
Nel marzo 2020, in risposta alle chiusure delle biblioteche durante la pandemia di COVID-19, Open Library ha lanciato l’iniziativa National Emergency Library (NEL), mettendo in circolo e-book protetti da copyright. Ovviamente è stato un azzardo.
Hanno cessato il prestito controllato il 16 giugno 2020 (circa quattro mesi dopo) a seguito di una causa intentata da un gruppo di editori, a cui un giudice nel marzo 2023 ha dato ragione.
Open Library è un’organizzazione senza scopo di lucro che si finanzia con donazioni e iniziative. Pertanto, come parte di un accordo per risolvere la causa, Open Library ha concordato di rimuovere 500.000 titoli dal proprio catalogo su richiesta degli editori.
Questi titoli sono principalmente opere di narrativa e saggistica di autori contemporanei.
Nessuno ha voluto valutare l’eccezionalità del momento, la funzione sociale esercitata, il breve periodo per cui si è protratta l’iniziativa NEL.
Spero di aver ricostruito correttamente la vicenda. Oggi ho una mia opinione in merito, e non va certo a favore degli editori che, vista l’eccezionalità del momento, avrebbero potuto semplicemente fissare un tempo massimo, farsi pubblicità donando un numero fisso di copie e dare una mano a questo servizio che certamente non è a scopo di lucro, ma a favore di un sapere accessibile e trasparente.
Per concludere, spigolando tra gli articoli online per la mia ricerca, mi sono imbattuto in un articolo su The Guardian che titolava così: “Non riesci a decidere quali libri vietare? Lascia fare a ChatGPT!”
Vi metto qui la traduzione di un estratto dell’articolo di Arwa Mahdawi: “In vista del nuovo anno, il personale scolastico del distretto comunitario di Mason City, in Iowa, è stato impegnato a cercare di conformarsi a una nuova legge statale, il Senate File 496, il Parental Rights and Transparency Act, che richiede che ogni libro nelle biblioteche delle scuole pubbliche dell’Iowa sia ‘appropriato all’età’ e privo di ‘descrizioni o rappresentazioni visive di un atto sessuale’… I repubblicani che governano lo stato non vogliono che i ragazzi imparino qualcosa che vada contro la loro ristretta visione del mondo, quindi, negli ultimi due anni, hanno dato vita a un’orgia di censura, cercando di vietare tutto, dagli studi di genere alla psicologia agli studi afroamericani”.
Lasciando da parte le problematiche di genere e di orientamento sessuale insite in quella legge, i diligenti operatori educativi hanno ben pensato di usare ChatGPT per aiutarli a vietare i libri. Bene… forse il titolo Fahrenheit 451, che ho messo provocatoriamente all’articolo, potrebbe non essere così provocatorio quando si rinuncia alla prerogativa umana del libero arbitrio, delegando scelte culturali, per quanto discutibili, a una macchina.
Buon rogo.
- L’immagine copertina è stata creata tramite Create from scratch, servizio OnLine di OpenArt semplicemente digitando la seguente frase; “Vorrei un’immagine che rappresenta uno scenario distopico di distruzione della conoscenza, con libri in fiamme”. Non è un fotomontaggio ma prodotta direttamente dalla AI.
- La prima immagine su questo testo è di Patrick Correia from Northampton, MA, United States – Book burningUploaded by Mangostar, CC BY 2.0.
- La seconda immagine su questo testo è di David Shankbone – Opera propria, CC BY-SA 3.0.