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giovedì, Novembre 21, 2024

Per il mossiere il borsino dello stress era al massimo

Paolo Benini prende ad esempio il caso Ambrosione per la sua rubrica #oltreognivittoria

Voglio fare alcune considerazioni professionali sul Palio di ieri dopo che, a corsa fatta, molti hanno criticato il mossiere, che certo ha sbagliato.

La mossa è stata assolutamente falsa, e non si può negare che il mossiere l’abbia gestita male. Ma prima di giudicare, bisogna considerare tutta la situazione e le dinamiche psicologiche in gioco se in futuro si vogliono ridurre le possibilità di sbagliare ancora.

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Innanzitutto, il Palio è stato rinviato più volte: inizialmente previsto per il 2 luglio, poi spostato al 3, e infine al 4 luglio. Ogni rinvio non solo aumenta la tensione tra i fantini e i cavalli etc, ma mette una pressione sul mossiere stesso. Ogni giorno di attesa accresce il livello di stress e, con l’attenzione mediatica ormai sempre più intensa, la responsabilità diventa ancora più gravosa.

Questi rinvii hanno portato il mossiere a trovarsi in una situazione di un certo disagio. È inevitabile che sotto una tale pressione la capacità di giudizio si possa offuscare.

Il 4 luglio, la situazione è diventata ancora più complessa. Le prime due partenze erano false e quindi annullate. Ogni mossa annullata aggiunge ulteriore stress, complicando ancora di più il compito del mossiere. Con ogni mossa annullata, cresce la frustrazione e la pressione per far partire la corsa correttamente. Poi, bisogna considerare l’orario. La corsa è stata posta alle 19, un grave errore perché significava meno tempo a disposizione per ulteriori rinvii. La fretta di far partire la corsa prima che diventasse troppo tardi ha sicuramente aggiunto un ulteriore strato di pressione.

Non possiamo ignorare la pressione derivante dall’attenzione dell’opinione pubblica. La crescente preoccupazione per il benessere dei cavalli mette il mossiere e non solo in una posizione delicata, e si deve bilanciare la tradizione del Palio con le moderne preoccupazioni etiche. Ogni potenziale errore avrebbe potuto scatenare critiche feroci non solo dai partecipanti, ma anche dal pubblico generale e dagli attivisti. Questa tensione può facilmente sovraccaricare il sistema nervoso, compromettendo ulteriormente la sua performance.

Ma soprattutto, non servono i guerrieri del dopo, quelli che sentenziano e giudicano una volta che tutto è finito, ma che sono parte del problema. Sono coloro che alimentano le polemiche senza proporre soluzioni davvero utili che non comprendono le difficoltà del momento e non contribuiscono a migliorare la situazione. Puntare il dito e criticare è facile, ma comprendere le sfide e lavorare per superarle richiede ben altro impegno.

La tensione accumulata dai rinvii e dalle due mosse annullate può facilmente portare le persone a fare scelte sbagliate pur di liberarsi del fardello. Il mossiere, sotto pressione, può inconsapevolmente cercare una via d’uscita rapida, anche se ciò significa prendere decisioni affrettate e, come nel caso, errate.

La terza partenza, la peggiore di tutte, è stata lasciata andare per i motivi di cui sopra. Se avesse annullato anche quella mossa, la frustrazione sarebbe aumentata esponenzialmente. E cosa sarebbe successo se avesse dovuto annullare un’altra mossa ancora?

La situazione sarebbe diventata insostenibile, aumentando ulteriormente la tensione e il rischio di errori ancora maggiori. Quando la tensione aumenta a questi livelli, l’attenzione del mossiere può cedere sotto i colpi incessanti dello stress. La pressione continua può causare una riduzione delle capacità cognitive e decisionali, portando inevitabilmente a errori. È umano commettere errori in tali condizioni, e l’ambiente teso e complicato di ieri ha sicuramente contribuito a questo cedimento.

Magari, aver considerato tutti questi fattori invece di altri, avrebbe potuto facilmente far comprendere che si poteva correre alle 18. Con un orario più anticipato, avremmo potuto avere più margine. Prima di puntare il dito, dobbiamo considerare tutti questi fattori invece di ricorrere a rapide quanto inutili soluzioni.

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