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venerdì, Settembre 20, 2024

Siena: un Luogo che pensa di essere una Città

Per Paolo Benini urge un’evoluzione Strutturale e Sportiva e le Istituzioni devono guidare il cambiamento

La carenza di strutture sportive a Siena è un problema che emerge con forza generalmente e specialmente per chi pratica discipline natatorie. La situazione descritta da Luca Marchetti, genitore di una giovane atleta del Siena Nuoto, evidenzia una grave lacuna nell’attenzione della città verso lo sport, in particolare il nuoto agonistico.

Siena si trova in una condizione paradossale: una città con una storia ricca e una tradizione culturale unica, ma con infrastrutture sportive insufficienti. Il solo impianto di Acquacalda, gestito dalla UISP, non può sostenere adeguatamente le esigenze degli atleti agonisti.

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Questo anche perché UISP è ormai un’associazione obsoleta, incapace di adattarsi alle moderne esigenze sportive. Un’assetto che peraltro è penalizzante perché essendo fuori da Federnuoto non ha mai potuto beneficiare di contributi anche in tempo di COVID.

La chiusura della storica quanto comunque inadeguatissima piscina di Piazza D’Armi ha aggravato comunque la situazione, costringendo il Siena Nuoto a utilizzare le strutture di Colle Val D’Elsa e Poggibonsi. Questo comporta notevoli disagi per gli atleti e le loro famiglie, con ripercussioni sugli impegni di studio e di vita quotidiana.

L’affidamento della gestione dell’unico impianto natatorio operativo a UISP si è rivelato un gravissimo errore, frutto di miopia politica e assenza di idee, ma del resto chi ha qualche idea in Italia e a Siena, non fa politica o almeno quella politicante. È evidente che Siena non ha mai dato la dovuta importanza alle infrastrutture sportive, mentre in alcune sue entità preferisce dedicare soldi ai tortini di carote… E questo a discapito dello sport e degli atleti locali che, per eccellere, sono costretti a emigrare in altre città.

Alice Volpi di Siena non si allena a Siena, Lisa Angiolini è su Colle, altri sono andati a Montepulciano prima e altrove dopo, o a Firenze . Questo fenomeno “aculturale” priva Siena non solo di talenti, ma anche delle glorie sportive che questi atleti porterebbero alla città, dell’effetto traino che genererebbero su altri giovani , e poi di un indotto che gli impianti e le gestione degli stessi potrebbero produrre attraverso l’organizzazione di eventi.

Il confronto con Arezzo, una città simile per storia e tradizioni, ma con una popolazione e un territorio più ampi, è impietoso e nell’impiantistica sportiva sono avanti a noi anni luce.

È evidente che Siena non ha mai dato la dovuta importanza alle infrastrutture sportive.
La questione va oltre lo sport. La carenza di strutture si riflette anche nella scarsità di centri culturali, cinema, discoteche, e parchi giochi.

Siena, che ha beneficiato a lungo del supporto economico della Banca Monte dei Paschi, ha investito niente e male in infrastrutture di ogni genere capaci di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Una Banca Cicala o meglio una fondazione che ha cantato d’estate ed è morta d’inverno.

Le contrade, vero cuore pulsante di Siena, rappresentano un patrimonio storico e culturale inestimabile, tuttavia questo cuore comincia ad avere qualche problema coronarico. La loro storia gloriosa, bisogna dirlo, è un freno se non si accompagna a un’evoluzione delle infrastrutture e delle opportunità per i cittadini.

Non devono fare di più, devono fare meglio delle sagre gastronomiche. Il Palio è una tradizione meravigliosa, ma non può essere l’unico vanto di una città che aspirerebbe a offrire una qualità di vita elevata ai suoi abitanti.

Gabriel Garcia Marquez dice in 100 anni di solitudine che a Macondo “piovve per quattro anni, undici mesi e due giorni. Ci furono epoche di riposo, brevi periodi di tregua, ma presto la pioggia tornava con più forza. L’acqua non cessava di cadere, più pesante della tormenta di novembre che in tre giorni cancellava il ricordo del sole e delle stelle”. A Siena piove sempre eccetto che il 2 luglio e il 16 Agosto.

Sarebbe tempo tempo che Siena si evolva oltre il tortino di carote, che guardi al futuro con la stessa passione con cui celebra il passato. È necessario un piano di investimenti mirato, che includa la riqualificazione degli impianti sportivi e la creazione di nuovi e spazi per la cultura e il tempo libero. Solo così Siena potrà realmente essere una città all’altezza delle sue ambizioni e delle aspettative dei suoi cittadini.

In sintesi, la denuncia di Luca Marchetti sulla rubrica del supporting trust Usd Millenovecentoquattro è un appello che non può essere ignorato. È il momento che le istituzioni senesi si facciano carico delle responsabilità e lavorino per trasformare Siena in una città moderna e vivibile, senza rinunciare alle sue radici storiche vissute adesso in modo un po’ ammuffito.

Le contrade e il Palio sono gioie e dolori, ma possono diventare il motore di un rinnovamento necessario e urgente. Ma c’è speranza perché ho letto da qualche parte, detto da non so chi, leggo poche cose di sfuggita, che l’attuale Assessore allo sport è bravo, come del resto il Sindaco, immagino.

Paolo Benini

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