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venerdì, Novembre 22, 2024

Dal centro storico alla grande Siena

Alcuni temi per una visione unitaria della città capoluogo e del suo territorio

Il tema del centro storico, con tutte le implicazioni connesse, meriterebbe una riflessione attenta e non un fuoco di paglia. Innanzitutto, sarebbe necessario avere a disposizione i dati che ci sono: residenti, numero delle famiglie e delle famiglie coabitanti; il numero di alloggi – quelli occupati e quelli non occupati -, la superficie degli alloggi non occupati.

Qualcuno li tirerà fuori prima o poi. I dati ci sono, o ci dovrebbero essere, saremo sicuramente noi a non saperli trovare.

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In assenza di questi dati, comunque, si può ragionare su qualche impressione, sia dall’osservazione della realtà – o comunque quella che pensiamo tale – e sul filo della memoria, per avanzare qualche ragionamento e molti punti interrogativi.

Partiamo da una dichiarazione di intenti: il nostro obiettivo dichiarato è aprire un confronto aperto, senza pregiudizi, che possa generare ipotesi progettuali di lungo periodo.

Progetti, insomma, che non cambino con il cambiare del vento, ma che cambino se il cambiamento è necessario al progetto stesso.

Siena sta perdendo abitanti. È un dato di fatto. L’impressione è che questo calo demografico riguardi principalmente le famiglie residenti nel centro storico.

Perché? Il costo degli affitti? Il mutamento delle esigenze familiari? Le necessità di una diversa mobilità? I problemi quotidiani legati a vivere in città? Insomma, un certo numero di famiglie si sono allontanate dal centro storico, probabilmente ragionando su costi e benefici.

Contemporaneamente, altri hanno fatto il loro ingresso nel centro storico. Gli studenti, anch’essi in calo, ma considerando i posti letto non più disponibili a causa della chiusura delle case dello studente, hanno esercitato e continuano a esercitare una pressione sui piccoli appartamenti.

Poi c’è il fenomeno degli affitti brevi e degli appartamenti destinati ai turisti. È evidente come le nuove normative e la tassazione abbiano contribuito a favorire il modello dei B&B, classificati catastalmente come residenza e non come struttura ricettiva. Questo accade nel momento in cui molte strutture ricettive tradizionali, soprattutto quelle di categoria inferiore, trovano meno conveniente continuare l’attività a causa dei costi operativi e della competizione.

Quando prenderemo atto che le dinamiche attuali portano a una sorta di albergo diffuso, non certo a un riuso residenziale del centro storico? Certo, sono processi lenti e striscianti, ma parlarne non fa male. Già questa prima fotografia, che non è esaustiva, ma è il cuore del problema (chi abita il centro storico e cosa chiede al centro storico?), mette in evidenza alcune domande. Proviamo a formularle.

Intanto, le famiglie che hanno lasciato il centro storico dove sono andate? Possiamo ragionevolmente pensare che si siano orientate prima di tutto verso i comuni limitrofi, visto che tutti hanno aumentato i residenti. Quanti e in quale misura non lo sappiamo, ma i dati ci sono. Certo, i comuni limitrofi hanno attratto e attraggono residenti provenienti anche da altre regioni e province, ma resta l’impressione che l’attrattore finale – pur con la tendenza al declino – sia la città di Siena. Più di un osservatore ha notato come vi siano senesi che si sentono tali, ma non risiedono nel territorio della città. Con le contraddizioni conseguenti nei servizi e quant’altro, che in epoca non recente furono chiari agli amministratori che si batterono per lo SMAS, un acronimo che sta per “schema metropolitano area senese”. Il cui abbandono – questo sì – può essere imputato a Pci-PDS-Ds-Pd. Ma il tema non è considerato almeno per ora come uno di quelli da cui far risalire il declino…

Siena comunque non ha sostanzialmente più spazi destinati a insediamenti residenziali, neppure di housing sociale. Mentre l’espansione è tutta nei comuni contermini. Sicuri che non ci sarebbe qualche riflessione da fare? Non è che qualcuno sta spolpando Siena?

Il turismo a Siena ha mostrato un aumento significativo. Nel 2023, gli arrivi totali nella provincia sono cresciuti e il numero di pernottamenti è aumentato. I turisti stranieri hanno trainato questa crescita, mentre la componente nazionale ha registrato una lieve flessione. In sintesi, il flusso turistico internazionale ha ampiamente compensato il calo di quello nazionale, con un trend complessivamente positivo per la provincia di Siena. Ma da dove parte questo turismo che riguarda l’intera provincia? Difficile dire che il capoluogo sia lo snodo fondamentale. Siena è un punto di passaggio importante, certo, ma incapace di proporre una visione unitaria. Insomma, quanto sopra sono flash per proporre uno schema di ragionamento meno a compartimenti stagni.

Intanto, se si accetta questo modo di ragionare, non si può parlare di centro storico visto a sé stante. La città, il suo territorio, il sistema urbano che la circonda devono essere presi in considerazione. Tutto. In una visione d’insieme. Un tempo tutte queste questioni finivano sul tavolo dell’urbanistica. Cenni ha ricordato le visioni di futuro contenute nei progetti della città dell’Arbia.

Diciamolo, bisognerebbe che qualcuno tornasse a studiare la storia urbanistica di Siena, non tanto l’evoluzione o le dinamiche edilizie, quanto i suoi risvolti normativi. Perché?

Perché c’è e ci sarà una forte spinta verso un uso diverso delle abitazioni, che si potrebbe sintetizzare così: meno alloggi per residenti e più offerta di superfici ridotte (qualcuno getti uno sguardo sulla nuova normativa Salvini).

Senza allarmismi e frasi roboanti (tipo: quando ci accorgeremo che le nostre Contrade si stanno spopolando a un punto tale da comprometterne la storia, sarà troppo tardi!), bisognerà capire se le tendenze spontanee e qualche aiuto della norma nazionale non finiranno per contribuire al danneggiamento del tessuto sociale della città.

Occorre riflettere se non servano normative forti e controcorrente per rispettarne l’identità.
Ecco, chiudendo, senza trarre conclusioni definitive, forse un osservatorio potrebbe essere utile nel frattempo.

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