Sandro Starnini da Rapolano rilancia per le elezioni dell’Ente: ha una funzione e deve interpretarla a beneficio di tutti
Che, dalla nostra postazione, seguiamo l’avvicinarsi delle elezioni dell’amministrazione provinciale, per i nostri lettori più attenti dovrebbe essere assodato. Perché lo facciamo… magari no. Perché a prima vista l’amministrazione provinciale potrebbe apparire come il residuato istituzionale di un’altra epoca.
Non vogliamo addentrarci qui sul confronto in atto in Parlamento per ritornare all’originaria dimensione dell’ente territoriale. Certo è che intanto voteranno tutti i sindaci e i consiglieri di tutti i Comuni. Insomma quelli che hanno messo testa, idee, facce nelle rispettive elezioni comunali ricevendo un mandato – forse è dir troppo – dai cittadini.
Scusate se è poco… ma poco non sembra… Ci sembra cioè che, usato bene lo strumento Provincia, la stessa potrebbe essere la sede dove una comunità di 260 mila mila anime ha la sua rappresentanza e dove trova sintesi politica e istituzionale un territorio vasto che ha storia, bellezza naturalistica e paesaggistica ma anche attività economiche importanti (qui un manifatturiero c’è ancora; come c’è un agroalimentare che nel tempo ha saputo fare scuola) e un’infinita di attività sociali, culturali, sportive invidiabili.
Insomma la Provincia può essere la sede in cui si registrano le divisioni dentro e tra Comuni, ma anche la sede dove si trovano sintesi nuove da portare al confronto con Regione, Stato ed Europa. Qualcosa del genere, con altro linguaggio e parole, qualcuno ha iniziato a dirlo. Senza girarci intorno.
Lo sta facendo il sindaco di Rapolano. Alessandro Starnini (foto mentre inaugura Palazzo Pretorio). Che conosce bene i diversi livelli istituzionali per averli praticati nel corso di un lungo impegno politico.
Starnini non ha più nulla da dimostrare. I voti raccolti qualche mese fa parlano per lui.
I suoi elettori lo hanno preso sul serio. Qualcuno del Pd dovrebbe fare altrettanto. Almeno quei Sindaci che pensano che la Provincia è di tutti. Starnini, per come la vediamo ha le idee chiare e le sta manifestando.
Intanto propone “un possente rilancio dell’iniziativa di governo e politica della Provincia anche a legislazione esistente”. Chiede che per la responsabilità di presidente – fuori dalle alchimie di corrente – “siano valutate le candidature di sindaci con esperienze consolidate e compiute, capaci di garantire maggiore rappresentatività e visione dell’intera provincia; capaci di pesare positivamente nella comunità di Siena città per preparare il ritorno della Sinistra al governo del comune”.
Suggerisce al suo Partito di non procedere con forzature, né territoriali e tantomeno politiche. Ma di ricercare con pazienza ed equilibrio le proposte unitarie e non divisive.
Bene, non ci compete certo prender parte al dibattito che si svolge negli organi del Partito, anche se le loro decisioni, comunque vada, un’incidenza sul futuro di tutti lo avranno.
Ivano Zeppi