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venerdì, Settembre 20, 2024

Ridotta ad una questione di nomi l’elezione alla Provincia aiuta il centralismo fiorentino

Un’occasione persa per aprire un dibattito sul futuro del nostro territorio

Mi chiedo quale dibattito sul futuro, gli scopi, gli obbiettivi, i bisogni, le risorse, i progetti … insomma a cosa servono i nomi in ballo se alla base non ci sono idee, visioni, indirizzi, progetti da realizzare? O almeno se non se ne sa nulla e non se ne può neppure parlare!

Può darsi che mi sia perso qualcosa ma non mi pare di aver visto un dibattito su questa “tornata elettorale” coinvolgente dei cittadini.

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Seppure si tratti di una competizione tra eletti, di una corsa al “dopolavoro” dei sindaci, ritengo umiliante questo spettacolo.

Eppure di questioni ce ne sarebbero e tante, anche di grande rilevanza politica: le terre di Siena hanno dimostrato di contare sempre meno, sulle gradi questioni strategiche, con la provincia ridotta a dipendenza regionale, a doppio lavoro di qualche sindaco.

E’ una questione pesante perché mette in gioco il destino stesso di questa parte di regione che stenta a trovare una via unitaria e di lungo respiro per la sua connotazione sociale, economica e per le sue vocazioni ma anche per le sue necessarie trasformazioni.

Nel mezzo ci sono anche le grandi questioni che sono le infrastrutturazioni e la mobilità, la politica agricola e agroalimentare che in regione, in questi anni si è appannata fin troppo, tanto da sbiadire; per passare poi alle altre grandi questioni sulle quali la provincia ha sempre esercitato, quando era un ente elettivo di primo livello, le proprie importanti funzioni.

Tra queste vi sono le questioni energetiche e ambientali, le risorse idriche, ecc. ecc. Insomma: cose che ci riguardano e che non possono più essere affrontate a Firenze da un Palazzo sempre più distante e burocratico.

Solo Sandro Starnini ha provato, nei giorni scorsi, a dire qualcosa. Subito e opportunamente snobbato dal suo stesso partito. Occasione persa. Grave.

Senza un progetto, un’ambizione e senza un dibattito, capace di coinvolgere iscritti, simpazzanti e cittadini, la Provincia che verrà eletta sarà una guida debole e “lontana” dal sentire e dalla vita delle nostre comunità.

Tra l’altro questa poteva essere l’occasione buona per mettere in moto una spinta di rilancio e ricostruzione di questo ente che per noi senesi ha sempre avuto una importante funzione di coordinamento e unità politica, programmatica e progettuale.

Una cosa non da poco dati i tempi che corrono. E si poteva anche sperimentare qualche via innovativa volta a forzare l’impasse nella ristrutturazione delle funzioni del reticolo istituzionale degli enti territoriali.

D’altra parte abbiamo difronte un ente Regione lontano, burocratico e debordante per pesantezza e lentezza nella efficacia.

Farebbe bene ai nostri territori un dibattito su ruoli funzioni e servizio degli enti locali. Ed anche qualche innovazione.

Roberto Beligni

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