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mercoledì, Gennaio 15, 2025

“La libertà” secondo il Signor G

“Voglio essere libero come un uomo appena nato

Che ha di fronte solamente la natura

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Che cammina dentro un bosco

Con la gioia di inseguire un’ avventura

Sempre libero e vitale

Fa l’amore come fosse un animale

Vorrei essere libero come un uomo

Che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia …

La Libertà non è star sopra un albero

Non è neanche avere un’opinione

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione …

Caro Giorgio, di fronte a te mi sento bipolare, tanto per usare un termine modaiolo. Nel senso che mentre da una parte ti ho sempre ammirato, come artista e come uomo, dall’altra mi fai una rabbia, ma una rabbia … aiutatemi a dire rabbia (si sente il coro “RABBIA !”).

Ma certo ! Negli anni ’70, dopo aver roccheggiato sbandierando una fetta di limone insieme a quell’altro genio dello spettacolo di nome Enzo ed aver fatto sorridere intere platee e studi televisivi con tic di varia natura, shampomanie e descrizione di famiglie disgraziate, hai avuto il coraggio di affrontare un percorso più difficile e incerto e perfino meno remunerativo. Chi scrive quel coraggio non l’ha avuto. O perlomeno solo in parte, accontentandosi delle briciole. Ma questa, giustamente è una storia che non interessa.

Quello che è invece interessante è appunto il taglio netto che Gaber dà alla sua carriera di artista, ma soprattutto a quella di essere pensante e che come tale sente il bisogno di “darsi” al pubblico. Ecco allora il “teatro canzone”. Ma con spettacoli che durino almeno un paio d’ore, raccomandava Gaber “perché ho sempre difficoltà a scaldarmi agli inizi e sento una voglia matta di scappar via”.

Ma fortunatamente per tutti noi, non scappa e regala alla storia della musica italiana una serie di perle che non hanno tempo. E mai lo avranno. Perché nei suoi interventi musicali (non chiamiamoli canzoni), ci siamo tutti noi, come siamo, come siamo stati, come vorremmo essere e come avremmo voluto essere. Come in questo brano.

La Libertà come partecipazione. Da soli non si va da nessuna parte. E’ bella la sensazione di sentirsi liberi attraversando un bosco (sensazione che prova anche il sottoscritto), ma guai a immaginare la Libertà seduti sul ramo di un albero. Per cui, anche solo di quando in quando, scendiamo e “partecipiamo”. Per la cronaca, il brano fu incluso nell’album “Far finta di essere sani”, considerato dalla rivista Rolling Stone tra i cento migliori di sempre.

Alla prossima.

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