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lunedì, Gennaio 27, 2025

Per Siena un parere molto… onorevole

Quattro chiacchiere in attesa del basket con il professor Luigi Dallai, già deputato per la città

L’on. Luigi Dallai fu eletto deputato nella XVII Legislatura. Laureato in Scienze geologiche, oggi è docente a La Sapienza quando non svolge qualche incarico per il CNR.

“Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare sé stessi”. Luigi Dallai lei ha dovuto farlo. Cosa pensa di questa frase che lei hai usato prima di noi e come è riuscito a farlo?

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“Spesso è utile guardare le cose da angolature diverse e per farlo bene occorre mettersi nella condizione degli altri. Questo è buon esercizio in tutti i sensi, e in particolar modo quando ci si occupa di argomenti che coinvolgono i bisogni e gli interessi di più persone”.

Oggi i suoi studi e i suoi interessi la portano ad attenzionarsi sul clima e sulla salute della Terra. Che si fa? Ora che Trump ha giurato si butta via tutto, a cominciare dall’agenda 2030?

“Il problema è che ognuno pensa che il cambiamento, per rimanere all’argomento precedente, debba cominciare dagli altri. Prima di Trump si è proceduti a singhiozzo, perché è difficile cambiare i meccanismi di funzionamento di una società basata sulle risorse fossili. La strada per ridurre le conseguenze disastrose dei mutamenti climatici è quella di investire sulla ricerca di nuove fonti di energia. A fianco di ciò, lavorare sulla tutela delle risorse fondamentali, in primo luogo aria ed acqua. Questi sono anche obiettivi indicati dalle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile”.

Cos’altro ci può dire guardando un pizzichino più in là con le sue frequentazioni a Cnr e Sapienza, due simulacri della scienza italica?

“Malgrado il sistema della ricerca sia appesantito da una burocrazia, che rende tutto molto faticoso, l’Italia è presente sulla scena internazionale e fa la sua parte. Esistono tantissime competenze; a volte non riusciamo nemmeno a valorizzarle adeguatamente”.  

Estinti i doveri di rendicontazione come deputato, intorno a lei i rumors si sono affievoliti. E diciamo che lei sui social non si sforza granché. Ci racconti qualcosa. Si sente un uomo felice e soddisfatto? E se lo è… perché?

“La felicità si ricerca, ed è una condizione che si raggiunge difficilmente. Per il resto mi sento soddisfatto sotto molteplici aspetti, tra i quali metto anche aver mantenuto onestà intellettuale e coerenza”.

Terre Comuni Networking Tuscany è un’associazione senza scopo di lucro – presieduta da Luigi Dallai – che si propone di contribuire alla trasformazione e allo sviluppo della struttura economica e sociale dei territori

Negli ultimi dieci dodici anni il suo nome è rimbalzato a Siena per altissimi ruoli politici o amministrativi, poi non se ne è fatto più di nulla. Pensiamo perché giustamente lei voli alto e che le beghe senesi non possono arrivare davvero a interessarla. Ci sbagliamo?

“Conosco bene Siena e il suo territorio e ho svolto il mio ruolo politico nel loro interesse. Successivamente ho dato la mia disponibilità, ma sono state fatte scelte diverse. Per il futuro si vedrà”.

Due domande, però. Ha accettato, forse per l’insistenza dell’incontenibile Pippo Lambardi di firmare un documento di autocritica Pd nel dicembre 2023 che poi portò a un incontro alla Sala dei Mutilati dove ci si chiedeva se il Pd serviva ancora. Torniamo a chiederglielo: il Pd serve?

“Il progetto iniziale del PD, era quello di mettere insieme le culture dei cattolici popolari e dei progressisti. Questo ha molto senso ancora oggi perché servirebbe al Paese, e anche a questa città. Occorre essere credibili per incarnare i valori fondanti di un progetto così impegnativo e sufficientemente preparati per costruire dei programmi che lo rendano condiviso. Dopo più di 15 anni dalla sua fondazione il PD non ha ancora definito chiaramente il proprio profilo politico”.

Nel marzo 2018 rilasciò un’intervista al CorrSiena poco prima che le destre prendessero il controllo della città senza più lasciarlo. Fu titolata: “Contano gli interessi della città”. Quali interessi sono meritevoli per Siena?

“Una città come Siena si è affermata per il patrimonio culturale ineguagliabile, per la capacità di assimilare competenze esterne, per la volontà di preservare le proprie tradizioni e renderle attuali, per la possibilità di coniugare solidarietà e sicurezza. Credo sia importante mantenere queste linee guida ed agire di conseguenza”.

Oggi c’è una donna a capo del Partito della città. Cosa pensa di lei e, se c’è qualcosa, cosa vorrebbe dirgli?

“Non la conosco, ma ci saranno occasioni per incontrarsi. Immagino cercherà di fare del suo meglio, per cui le faccio i miei migliori auguri”.

La nostra testata, SienaPost, si strugge per poter discutere di progetti pensati per la città, idee che cambino quella via al declino di Siena, un declino che è vissuto per prima dalla classe più dotta, quella universitaria. Può un docente accettare di insegnare quello che poi non si mette in pratica?

“Io credo che l’Università di Siena e l’Università per Stranieri svolgano un ruolo fondamentale nella cultura e nell’economia di questa città. E che siano motori indispensabili per invertire il pessimismo che molti respirano. Credo che occorra una visione di dove si vuole collocare Siena e di cosa può essere questa città nei prossimi venti o trenta anni. Qualche anno fa c’era chi ironizzava sulla volontà di investire energie sul distretto delle scienze della vita, che adesso è elemento trainante. Evidentemente era un’idea giusta che ha generato molteplici possibilità. Anche il sistema scolastico svolge un ruolo portante nella nostra città, e tuttavia mi sembra non adeguatamente supportato. Occorre studiare, mettere in campo alcune idee e soprattutto provare a coinvolgere di più la cittadinanza”.

Cambiamo argomento, quando ci vediamo e perché la troviamo sugli scaloni della Mens Sana. Ci sembra che lei lo faccia con l’entusiasmo di un tempo e non conti che siamo in quarta serie. Corretto?

“Chi ha incrociato la propria adolescenza con lo sviluppo del movimento cestistico senese e nazionale, non può che sentire la Mens Sana come parte della propria storia individuale. Siamo cresciuti con il Torneo delle Contrade, con le prime sfide europee e con le partite che riempivano il palasport nuovo. Poi sono venuti gli anni degli scudetti, e quelli del fallimento, ma queste sono vicende che possono accadere, nel bene e nel male. Il tributo che riceve chiunque abbia onorato davvero la maglia ed il supporto che la squadra riceve dai tifosi fa capire che c’è molto di più di un semplice campionato di basket. Poi certo, tutti speriamo che la Mens Sana, e direi il movimento cestistico senese nel suo complesso, possano salire nelle categorie superiori, quando sarà possibile”.

Siena sta alla Mens Sana come la crisi sta a… Crede davvero che le due cose si possano mettere in rapporto?

“I momenti difficili sono parte della vita dei singoli come delle società complesse. Però sono sicuro che il lavoro alla fine paga e consente di raggiungere obiettivi importanti. In altre parole, bisogna non essere pessimisti e lavorare parecchio”.

Stiamo parlando molto di viaggiatori qui abbiamo un amico, l’uomo che va e ritorna, Luca Gentili, che assevera il fatto che lei è un vero viaggiatore. Cosa ha imparato? A contaminarsi o a fuggire?

“Ho viaggiato prevalentemente per lavoro, per cui direi che mi sono soprattutto contaminato. Ho potuto vedere cose stupefacenti nella loro semplicità, cose terribili nella povertà, luoghi incredibili per la bellezza. Ogni volta ne è rimasto un pezzo impresso dentro di me. Penso non ci sia niente di più istruttivo del viaggiare senza tanti soldi in tasca”.

Qui in provincia di Siena siamo pieni – a cominciare da Chianciano dove la sinistra ha ripreso la città – di viaggiatori anomali che i più chiamano migranti. Era tra i suoi interessi la questione… ha suggestioni che vuole condividere…

“Ci sono persone che fuggono da situazioni insostenibili. E altre che lasciano Paesi senza speranza in cerca di un futuro migliore. Quindi il problema non si risolverà finché le condizioni di vita dei Paesi di provenienza non miglioreranno. Bisogna affrontare il problema per quello che è senza pensare di schivarlo, perché come ci dicono anche le vicende cittadine recenti, non è comunque possibile evitare di essere attraversati da questi processi. Parallelamente è fondamentale non diminuire il senso di sicurezza dei nostri concittadini, altrimenti tutto diventa difficile”.

A lei la responsabilità di chiudere l’intervista con le risposte alle domande che non le abbiamo fatto…

“Hai detto che SienaPost, si strugge per poter discutere di idee per la città: io credo che la città debba produrre più innovazione, più cultura, più ospitalità. Forse ha anche bisogno di selezionare le persone giuste per fare questo, e ce ne sono tante capaci…”

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