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martedì, Febbraio 11, 2025

Mens Sana, tifosi guardate lontano, noi così cresciamo

Intervista a Francesco Frati, presidente: il valore dei risultati conseguiti, l’attenzione per gli obbiettivi prossimi

A cavallo tra una fase e l’altra, qualche argomento tra i più determinanti può essere affrontato. Ringraziamo il presidente della Mens Sana Francesco Frati per la sua disponibilità. Divenuto sul finire dell’anno scorso presidente anche della Fondazione Toscana Life Sciences, uno dei così detti “gioiellini” della città, non ha comunque ridotto il suo impegno per l’insegnamento e per la Mens Sana che a suo tempo ci promise di scegliere/preferire sempre e comunque se gli impegni si fossero rivelanti eccessivamente oberanti.

Noi frati, voi preti. Cominciamo da questa, nostro “magnifico” presidente… Come l’hai presa? E se ci trovi nella spontaneità della “frase-battuta” qualche verità semantica?

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“Mah, francamente la frase-battuta mi ha fatto sorridere. Certamente non me la sono presa. Sia perché sono abituato a scherzare con tutti e, quindi, quando si scherza su di me o sul mio nome non me la posso certo prendere. Sia perché i nostri tifosi sono particolarmente bravi e acuti con le battute goliardiche (chi può dimenticare il due-aste su Beppe vs Carlos…?), ed è certamente un aspetto della nostra tifoseria che io apprezzo molto.

La partita con il Costone ha lasciato alcuni strascichi. E forse c’è chi gli fa gioco che siano drammatizzati. Sei già intervenuto sull’argomento. Vorremmo chiederti, a prescindere dal presente e premesso che il nostro ordinamento penale impone la responsabilità diretta e personale, cosa deve e può fare un presidente di una società dilettantistica che milita in quarta serie?

“Guarda, a me sembra che rispetto alla partita con il Costone si sia parlato decisamente troppo di comportamenti (in campo e fuori) e decisamente poco della partita in sé. Che è stata molto bella, combattuta, tra due squadre sanguigne, allenate entrambe molto bene; con 13 cambi di vantaggio, 8 situazioni di parità e un complessivo 40% nel tiro da tre. Il tutto davanti a un bel pubblico, caldo e partecipe, tanti bambini, con la Verbena intonata da 2000 persone che mette sempre i brividi…. Forse si sarebbe dovuto parlare di più di questi aspetti piuttosto che degli altri. Se poi mi chiedi ancora di intervenire, ti dico che il basket non è il tennis (con tutto il rispetto, ovviamente…), ci sono i contatti, i giocatori in campo “se le danno”, i tifosi sono molto partecipi, l’agonismo e talvolta la stanchezza ti portano anche a compiere gesti sbagliati. Nel mondo ideale non dovremmo vedere provocazioni in campo né reazioni eccessive dei tifosi…. nel mondo ideale, però!! Questo è un mondo imperfetto e dobbiamo essere bravi tutti – specialmente i dirigenti – a sdrammatizzare invece che gettare benzina sul fuoco. Così come dobbiamo continuare a impegnarci per migliorarlo, questo ambiente, limando le controversie e favorendo lo spettacolo, anche per non perdere l’interesse dei nostri sponsor e dei nostri investitori. Ecco, questo possono fare i dirigenti: evitare di acuire i contrasti e sdrammatizzare le situazioni, specialmente adesso che con i social tutto viene amplificato. Lo abbiamo fatto, ad esempio, all’indomani della nostra partita di Lucca, quando con il presidente Benigni abbiamo scritto un comunicato congiunto sottolineando che la conclusione apparentemente conflittuale, e certamente rocambolesca, della partita fosse frutto dell’agonismo e della passione con le quali i ragazzi in campo stavano interpretando il loro sforzo, e di alcune circostanze fortuite (a tratti, fatemi dire, persino comiche…)”.

Francesco Frati con Stefano Ciccioni di Comea

Lo rifaresti? Trasformarti da padre-tifoso in presidente-immagine? E se sì, cosa faresti in maniera differente rispetto a quanto hai alle spalle?

“Padre-tifoso lo sono sempre, ma presidente-immagine, francamente, non mi sono mai sentito… Anzi cerco di interpretare il mio ruolo provando a essere meno protagonista possibile e lasciando i riflettori, com’è giusto che sia, ai giocatori e allo staff tecnico. E’ loro il merito dei nostri successi ed è giusto che siano loro a festeggiare sul campo. Non mi sono pentito della scelta di accettare la proposta che mi fecero i soci di assumere la Presidenza, avendola sempre vissuta non come uno strumento di popolarità, men che meno volendo essere Presidente-immagine, ma come un servizio a una società e a un ambiente che mi hanno fatto crescere, diventare uomo, e che mi hanno fatto divertire guardando lo sport che amo. In poche parole, sto restituendo qualcosa che ho ricevuto in passato, e sono ancora in debito… Il fatto di poterlo fare divertendomi con le persone con cui collaboro aggiunge piacere a questa attività. E’ facile dire che qualcosa di quello che abbiamo fatto lo avremmo potuto fare in maniera differente… con il senno di poi, però. Credo, tuttavia, che il lavoro che abbiamo fatto in questi 19 mesi dall’inizio della mia presidenza sia stato complessivamente positivo perché stiamo rispettando i propositi di crescita graduale e sostenibile, coinvolgendo sempre di più la città, le istituzioni e i sempre più numerosi partner commerciali che decidono di investire sul nostro prodotto sportivo. Colgo l’occasione per ringraziarli perché senza di loro tutto questo non sarebbe possibile, né lo spettacolo della prima squadra, né l’attività del settore giovanile, che ha, tra l’altro, un innegabile valore sociale”.

Riccardo Caliani, direttore generale Mens Sana

Caliani è stato lapidario. Su quanto serve di economico alla Mens Sana per giocare la serie superiore. Ma il bacino cui attinge la Società arriverà mai a consentirci di raccogliere un milione e più di euro ogni anno?

“Io credo di sì; è successo in passato, nemmeno troppo lontano, e non vedo perché non possa succedere di nuovo. Sta a noi creare le condizioni affinché questi step in avanti possano essere compiuti: strutturando la società in maniera sempre più solida e professionale, mantenendo la recuperata credibilità, generando occasioni di visibilità (anche europea, se si tiene conto della EYBL) e di sinergia industriale tra coloro che fanno parte della famiglia Mens Sana. Stiamo cogliendo segnali positivi da questo punto di vista che ci fanno ben sperare per il futuro. Un futuro che affronteremo facendo scelte commisurate alle nostre possibilità, perché la sopravvivenza della società e la continuità sportiva, dal settore giovanile alla prima squadra, conta più di una singola stagione positiva”.

Francesco Frati allo shop senese di Note di Siena

Probabilmente ognuna delle tre partecipanti senesi alla B Interregionale sta spendendo per questa stagione cifre prossime al mezzo milione. Tra loro c’è una rivalità che percepiamo abbastanza accesa e alla Mens Sana viene quasi rinfacciato di esserci ancora a dispetto dell’evidenza storica e a sottrarre energie alla crescita delle altre. Quindi, essendo il simbolo della nostra rinascita, con una certa quantità di parafrasi, la colpa è tua! Commenti?

“L’unico commento che posso fare è che non mi sento davvero di aver tolto nulla a nessuno. Stiamo facendo il nostro percorso, così come legittimamente stanno facendo le altre società senesi, e in questo momento storico ci troviamo tutte e tre a confrontarci con lo stesso campionato di Serie B Interregionale. Non so cosa succederà nel futuro. Probabilmente la città di Siena, dove la passione per il basket ha pochi eguali in altre realtà italiane, merita forse di essere rappresentata a più alto livello. L’interesse di pubblico che è rinato per il basket in città con il ritorno della Mens Sana a livelli più alti potrebbe attirare nuovi sponsor o nuovi investitori, senza i quali non è possibile pensare di tornare nemmeno vicini a dove eravamo poco più di dieci anni fa. A loro dico: quale migliore investimento di quello in uno sport amato dai giovani, in un contesto cittadino così appassionato, accanto a un brand conosciuto in Italia e in Europa? Ma intanto ringraziamo quelli che ci sono adesso e che vogliamo continuare a tenere affezionati alla nostra realtà”.

Innegabile è che sia stato dilapidato tutto il capitale attrattivo per i bambini. Premesso che chiederemo anche alla Polisportiva di parlarcene in quanto tenutaria del minibasket, l’evidenza è che praticamente non avete un vivaio. Come hai intenzione di porvi rimedio e ripristinare prima possibile la filiera che conduce ai fondi Nas?

“Capisco che ti riferisci al minibasket, ambito che riguarda la Polisportiva e non la Mens Sana Basketball, e per il rispetto istituzionale dei ruoli che sono abituato ad avere, mi imbarazza parlarne per non immischiarmi in cose di cui non ho titolo ufficiale per parlare. Tuttavia, è innegabile che esista un legame fortissimo tra il settore minibasket della Polisportiva e la nostra realtà, basti vedere l’entusiasmo dei bambini mentre accompagnano i giocatori in campo alla presentazione. Ed è altresì innegabile che l’ultimo fallimento del 2019 ha avuto un effetto destabilizzante, sia sul minibasket che sul giovanile. Le cui tracce negative si sentono ancora oggi. Ma stiamo lavorando con la Polisportiva e i suoi dirigenti per rafforzare il settore, sfruttando anche il veicolo promozionale della prima squadra”.

Diversa invece la situazione delle squadre over 14 dove avete assegnato tre tecnici a ciascuna e dove in un anno avete portato da una a due le formazioni invitate da Eybl e da tre a cinque le disponibilità di foresteria. E’ la strada giusta da percorrere?

“Anche questo settore è stato devastato dal fallimento. Fammi iniziare ringraziando Pierfrancesco Binella per il lavoro di ricostruzione che ha avviato nel 2019, e che sta ancora procedendo. Ma anche qui siamo cresciuti, in maniera importante, partecipando ai campionati di Eccellenza (raggiungendo il concentramento interzona con gli U17 due anni fa). Oggi abbiamo ancora una squadra in un campionato Eccellenza, una foresteria con 4 ragazzi non senesi, uno staff di tecnici giovani che stanno facendo crescere i nostri ragazzi, crescendo a loro volta insieme a loro. Con la perla dell’invito all’EYBL, da quest’anno sia con gli U17 (come lo scorso anno) che con gli U14, segno evidente che il brand Mens Sana ha un suo appeal e una sua riconoscibilità nazionale e internazionale che non sono state scalfite. E che promettono di continuare a essere fonte di attrazione di interesse per giovani talenti e sponsor”.

Francesco Frati a Carrefour

Qualcuno mi ha detto: la nostra squadra quest’anno non ha saputo guardare lontano quanto sono in grado di fare i nostri tifosi. La considerazione ti stimola qualche osservazione?

“Posso dire che non sono d’accordo con questa considerazione? Se a settembre ci avessero detto che chiudevamo la prima parte della stagione con 11 vittorie avremmo probabilmente salutato questa previsione come un buon auspicio. Adesso che, nonostante quelle 11 vittorie, siamo rimasti fuori dalle prime sei squadre per una manciata di punti nella differenza-canestri di una classifica avulsa è inevitabile che ci sia un po’ di delusione. Ma dobbiamo ripartire da questo “bruciore” per affrontare con determinazione il Play-In che ci aspetta, a cominciare dalla prima partita in trasferta a Torino, apparentemente subito un test importante. Poi, i tifosi fanno bene a guardare lontano perché così ci stimolano a progredire”.

Perché, a tuo parere, quando il vicepresidente di Emma Villas ha fatto presente che c’è freddo per allenarsi a Palazzo, parte della nostra tifoseria l’ha fatto nero sui social?

“Mah, forse fa parte dello spirito goliardico che caratterizza molti nostri tifosi. Fattelo dire da chi ci ha giocato anche oltre 40 anni fa: al Palazzo non c’è mai stato caldo (almeno d’inverno…)!!! Ma è giusto che il tema sia portato all’attenzione e che sia affrontato. Il nuovo scenario relativo alla proprietà/ gestione dell’impianto richiede probabilmente qualche aggiustamento, ma il Comune ha mostrato disponibilità a intervenire e a condividere il processo con le Società che utilizzano l’impianto. In una prospettiva di crescita sportiva, però, è chiaro che la città meriti un impianto bello, funzionale e capiente, anche se ormai quasi cinquantenne, perché nessuno di noi vuole pensare che il passato dei grandi pienoni non possa tornare ad essere una realtà”.

Non ci dire per favore di chiedere al Comune. Lo sappiamo. Ma siccome hai più volte sottolineato la cortese interazione, dicci a che punto è la valutazione sulla sismica del Palazzo?

“Si tratta di un argomento molto tecnico, e io tecnico non sono… Posso dire che anche sul quel fronte il Comune sta valutando i diversi profili operativi. Appena saranno terminati i lavori sul tetto, sarà la nuova questione da affrontare di petto. Senza allarmismi, ma consapevoli dell’importanza di quell’impianto per l’intera città”.

Prossimo gironcino. Ti sono concessi tutti gli scongiuri del caso. Partiamo secondi e arriveremo primi?

“Sicuramente partiamo secondi, posizione che la squadra si è meritata sul campo con le vittorie della prima fase, e sicuramente faremo di tutto per arrivare nelle prime tre. Ma qui fare pronostici è davvero difficile. Non conosciamo le avversarie, ma possiamo fare qualche considerazione su ciò che sappiamo. E cioè che le squadre toscane che sono nel nostro stesso girone hanno roster importanti e hanno chiuso in crescendo la prima fase. Penso alla Virtus e a Spezia, ad esempio, che già all’inizio della stagione erano serie pretendenti per un posto nel Play-In Gold; ma anche a Legnaia, che ha dimostrato solidità e compattezza, essendosi anche rinforzata durante il percorso. Ecco, non sapendo quanto sono forti le squadre che arrivano dal girone nord, proviamo almeno a tener dietro quelle che già conosciamo”.

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