A Chianciano Terme un viaggio nella letteratura femminile tra parole e corde d’arpa. “Non come chi vince ma come chi non si arrende mai”
Nel cuore di Chianciano Terme, tra il respiro antico delle sue acque termali e l’abbraccio dei Giardini Pubblici, il Ridotto del Teatro CAOS si è trasformato in un piccolo santuario della parola. Qui, nel pomeriggio del 9 marzo, la voce maschile si è fatta tramite di un universo femminile, di storie che attraversano infanzia, crescita, ribellione e sogno. Il reading “Uomini che leggono di donne” non è solo un omaggio, ma un ponte tra sensibilità, un fluire di racconti che prende vita attraverso le interpretazioni degli uomini del Laboratorio LST Teatro CAOS, guidati da testi scritti da donne e per le donne. La musica dell’arpa si insinua tra le parole, le avvolge, le amplifica, le rende eteree e insieme potenti, come il suono delle onde che accarezzano la riva.

La serata è stata aperta dal saluto della rappresentante dell’amministrazione comunale, la consigliera delegata Clori Bombagli, che ha ringraziato chi ha impegnato le proprie energie per la realizzazione della serata. Un riconoscimento speciale è stato rivolto al Gruppo di donne Libertà è Partecipazione, all’Associazione Amica Donna, attiva contro ogni forma di violenza di genere, alla Commissione Pari Opportunità dell’Unione dei Comuni, al Club Soroptimist Chianciano Montepulciano con la presidente Gabriella Ferranti.
“Abbiamo pensato a un 8 marzo orientato attorno all’immagine di donne che, tra tanti ostacoli, riescono ad emergere. Stasera leggeremo di donne, pezzi scritti da grandi scrittrici. A leggere saranno uomini. Ringraziamo chi si è prestato di buon grado allo scambio di ruoli: Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan”.
Queste le parole della consigliera Bombagli, che ha poi espresso gratitudine alla sindaca Grazia Torelli per il sostegno e la fiducia, e alla Professoressa Miranda Iosio, il cui tocco delicato sull’arpa ha reso la serata ancora più intensa e coinvolgente”.

Si parte dall’infanzia, con le atmosfere intime e aspre de “L’amica geniale” di Elena Ferrante, per poi scivolare nella scoperta e nelle inquietudini dell’adolescenza con “Oliva Denaro” di Viola Ardone. Ogni passaggio è un tassello di un percorso universale, una crescita che diventa consapevolezza e cambiamento, come raccontano le pagine di Simone de Beauvoir in “Memorie di una ragazza perbene”.
La voce si è fatta più profonda, le parole più intense quando si è parlato di scelte, di indipendenza, di ribellione silenziosa e fragorosa al tempo stesso. Colette e Virginia Woolf portano con sé un’eco di libertà conquistata con fatica, di sogni custoditi gelosamente e poi finalmente espressi.
“Una stanza tutta per sé” non è solo un titolo, è una necessità, un desiderio di spazio e autonomia economica e culturale che ancora oggi risuona con forza.

Il tempo avanza, le donne cambiano, il corpo si trasforma, eppure il cuore resta saldo nel desiderio di autodeterminazione. Isabel Allende, con “Donne dell’anima mia”, ci regala la maturità vissuta con pienezza, la terza età come un capitolo da scrivere con coraggio e senza rimpianti. Ma è nel finale ironico che la serata trova il suo respiro leggero: “Mamma, com’è difficile” di Lina Sotis e Francesca Moratti ci strappa un sorriso, ci ricorda che dietro ogni donna c’è un mondo intero, fatto di sogni e disincanto, di attese, di battaglie vinte e perse, ma sempre vissute con consapevolezza e intensità.
Un grazie speciale va a Emanuela Bessi, che ha cantato con la sua splendida voce da soprano una pezzo con musiche e testo di Miranda Iosio; a Walter e Doriana per il rinfresco offerto dal Comune e a Manfredi Rutelli, direttore del Teatro Caos e Alexandra Iana Moisa per il loro prezioso contributo.