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mercoledì, Aprile 16, 2025

“Fare l’Europa”: a Siena la tappa conclusiva del ciclo con Zingaretti

Più unità, più giustizia, più politica. Si è chiuso lunedì a Palazzo Patrizi il ciclo di incontri “Per l’Unione che ancora non c’è” promosso dal Pd

La tappa conclusiva ha visto la partecipazione di Nicola Zingaretti, capodelegazione PD al Parlamento europeo, accompagnato da Rossana Salluce, segretaria comunale del PD di Siena, Stefania Lio, vicesegretaria regionale del PD Toscana. A moderare l’incontro, Michela Berti, caposervizio de La Nazione Siena.

Un incontro partecipato fatto di riflessioni forti, domande aperte, parole che provano a dire l’Europa che c’è, ma soprattutto quella che ancora manca.

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Europa: insieme, più forti. Rossana Salluce ha richiamato i pilastri che dovrebbero fondare l’Unione: coesione, giustizia, pace, libertà, democrazia. “Siamo più forti insieme”, ha detto, ma non solo in termini economici. In un mondo attraversato da crisi globali – ambientali, migratorie, geopolitiche – l’Europa può e deve essere uno spazio politico e umano che sa farsi carico di solidarietà, umanità e diritti.

L’Europa in casa nostra, Stefania Lio, ha insistito sulla necessità di costruire l’Europa anche a livello locale, nelle comunità e nei territori: “Fare l’Europa anche qui, a Sinalunga, a Poggibonsi, a Siena”. Ricordando le tappe odierne di Zingaretti nel senese. Per Lio, la sfida è dare identità politica all’Unione, trasformarla in comunità di valori capace di prendere parola e posizione di fronte a stragi, crimini di guerra, guerre commerciali. Un’Europa, ha detto, che sappia volare alto – anche verso la Cina – ma da protagonista.

Intervistato da Michela Berti, Zingaretti: “Il problema non è l’Europa, è la destra che vuole distruggerla”. Zingaretti è partito dal passato per parlare del futuro: “Nel ’57 l’Europa fu una felici intuizioni, oggi è una necessità. O costruiamo l’Europa, o perdiamo tutto”. Ma l’Europa è minacciata. Secondo il parlamentare europeo, le destre nazionaliste – da Trump a Meloni – non sono una destra classica, ma una forza che rompe la democrazia. “Il populismo è la forma moderna del qualunquismo”, ha detto, “il nazionalismo è solo uno sfogo”.

Zingaretti ha indicato come orizzonte politico i “veri” Stati Uniti d’Europa, con l’elezione diretta del presidente e un’unità che sia libertà, come nell’intuizione di Altiero Spinelli. Un’Europa, ha aggiunto, che abbia finalmente una politica estera, una difesa comune – “non nazionale, ma un vero deterrente europea” – e un ruolo autonomo tra Cina e Stati Uniti. “La tragedia non è l’Europa, ma la destra italiana”, ha detto senza mezzi termini. E ha concluso con un appello: “Non regaliamogliela. L’Europa è nostra”.

Domande, visioni, Dibattito, Dall’insegnante Cristofani è arrivata una delle domande più nitide della serata: come parlare di Europa ai giovani? Come farli appassionare a un’idea che non sia solo burocrazia e vincoli? Il tema ha attraversato più interventi: servono cultura, sogni, anche follie magnetiche.

Il sindaco Starnini di Rapolano terme ha proposto un’immagine del primo cittadino di un comune degli Stati Uniti d’Europa. Ma ha anche chiesto concretezza: quali tappe? Elezione diretta? Cooperazioni rafforzate? Fiorenzani ha invitato a prepararsi con spirito umanistico, richiamando i valori fondativi dell’Unione.

Una battaglia culturale e politica è quello che serve. Una battaglia di lungo periodo. Non c’è alternativa di governo senza un pensiero forte sull’Europa.

Il tempo, ha detto qualcuno, è quello dell’angoscia. Ma l’angoscia non basta. Servono visione e determinazione. “Rivincere le elezioni politiche in Italia – ha detto Zingaretti – passa anche da qui: da come pensiamo, diciamo, costruiamo l’Europa”.

A ben vedere questo è l’appello finale di Zingaretti: “costruire l’alternativa in Italia, vincere le elezioni regionali nelle quattro regioni che vanno al voto in autunno. Chiedere le elezioni politiche anticipate, vincerle. E anche la fiducia e la speranza nell’Europa riprenderà”.

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