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lunedì, Aprile 21, 2025

Carovita e spopolamento, riflessione aperta per la nostra comunità

Gianni Porcellotti di Siena Sostenibile: una città da vivere e con una propria identità, non da lasciare

C’è una linea sottile ma evidente che unisce due tendenze preoccupanti: Siena è sempre più cara e sempre meno abitata. Due dati che non possono essere letti separatamente. Negli ultimi cinquant’anni la città ha perso oltre 13.000 residenti, passando da 65.634 abitanti nel 1971 ai 52.642 del 2023. Il calo delle nascite è drastico – da 7,5 a 5,8 nati ogni mille abitanti – mentre l’età media cresce: oggi è di quasi 49 anni. Un abitante su tre ha più di 65 anni, mentre solo uno su dieci ha meno di 15.

Nel frattempo, il costo della vita cresce più rapidamente che altrove. Solo nell’ultimo anno, l’inflazione a Siena è aumentata del 2,6%, contro una media nazionale dello 0,8%, con un aggravio di spesa di oltre 660 euro a famiglia, ce lo dicono le statistiche, ma per Gianni Porcellotti di Siena Sostenibile, lo dice soprattutto la vita quotidiana. A incidere maggiormente sono i servizi essenziali per la vita urbana: affitti, ristorazione, trasporti, turismo. Tutto si fa più difficile per chi qui abita, lavora, studia o tenta di costruire un progetto di vita.

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La precarietà lavorativa si somma alla pressione economica. Secondo la CGIL, un terzo dei senesi ha un ISEE sotto i 7.000 euro; la durata media dei contratti di lavoro è di soli sette mesi e appena l’8% è a tempo indeterminato. Crescono le disuguaglianze, si restringono le possibilità.

Non è solo un problema economico, aggiunge Gianni Porcellotti, ma un tema urbanistico, sociale, culturale. Il caro vita spinge fuori dai confini cittadini chi non può più permettersi di restare. Le periferie si svuotano, il centro storico si desertifica e si trasforma in una vetrina disabitata. I negozi chiudono, le vetrine abbandonate rappresentano spesso un degrado, le piazze si svuotano di socialità e diventano volgari parcheggi per auto! Manca un equilibrio tra le funzioni urbane: abitare, lavorare, studiare, curarsi, incontrarsi. Manca un progetto di città che tenga insieme i bisogni dei giovani, degli anziani, delle famiglie e dei lavoratori poveri. Come dico da anni “il futuro di ogni centro storico è il futuro dell’intera sua città”.

Il rischio è quello di una Siena sempre più destinata al turismo mordi e fuggi, compressa tra rendita immobiliare e consumo veloce del suo patrimonio e soprattutto che sopravvive solamente sulle rendite di posizione e sulle spalle di nonni e genitori. Ma una città che non si prende cura dei suoi abitanti è una città che perde identità, forza, futuro e attrazione.

“Come Siena Sostenibile – dice Porcellotti – crediamo in una visione alternativa. Non vogliamo semplicemente contenere i danni, criticare o adeguarci al così succede dappertutto: vogliamo invertire la rotta. Serve una nuova alleanza tra ambiente, diritti, coesione sociale, innovazione e forme di cultura contemporanea in grado di coniugarsi con la nostra storia. Serve un piano urbanistico che metta al centro la vivibilità, il riuso degli spazi abbandonati, il recupero del patrimonio edilizio pubblico, la promozione dell’edilizia accessibile e delle comunità energetiche. Servono politiche per i giovani, per i servizi educativi, per un welfare urbano diffuso e vicino”.

“Siena – conclude – può ancora essere una città a misura di persona. Ma deve scegliere di esserlo. Deve tornare a investire nel suo centro storico, nei suoi quartieri, nel commercio di prossimità, nella cura dei luoghi, nel trasporto pubblico, nei beni comuni. Non possiamo accontentarci del declino né affidarci al solo turismo. È il momento, o meglio non c’è più tempo da perdere, per costruire una città che non si limiti a essere ammirata, ma torni a essere viva e vissuta. Da tutte e tutti. Da chi qui è nato e da chi qui vuole restare, ma anche da chi vuole tornare. Perché Siena merita un futuro. E per costruirlo, dobbiamo cominciare immediatamente!”

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