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venerdì, Novembre 22, 2024

Copernicus, l’importanza di ciò che si respira

“(…) La qualità dell’aria, essendo in parte determinata dalle emissioni di inquinanti dalle attività umane (e in parte dai cambiamenti meteorologici), è un importante indicatore. (…) Covid-19 è una malattia respiratoria infettiva e la qualità dell’aria (compresi i pollini) influisce sulla salute respiratoria (…)”.

Queste affermazioni non provengono da qualche sito che propone idee “No-Vax”. Anzi, le scrive un Istituto della Ue che per primo si è posto a fianco della ricerca contro la pandemia ed è finanziato dai contributi di tutti i Paesi dell’Unione. Si tratta di Copernicus e vorremmo parlarne un attimo.

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Nonostante i programmi di meteo siano i più seguiti tra le proposte dell’emittenza pubblica e privata, sono rarissimi i casi in Italia in cui si affronti l’argomento della qualità dell’aria. Le eccezioni si restringono a Euronews e poco più. La panoramica quotidiana che dà sullo stato dell’aria il canale europeo con sede a Lione varia da 1 a 6, dove il numero più alto indica il maggior pericolo. Osservandolo negli ultimi mesi abbiamo rilevato una costante: i peggiori dati europei in media si ravvisano intorno le metropoli di Piemonte e Lombardia, guarda caso le regioni dove il tasso di mortalità della pandemia è più elevato. Parliamo di un 5, quando Madrid, Parigi e Berlino si fermano a 2.

“Ogni essere umano inala 14 kg di aria al giorno, bevendo solo 2 kg di acqua e mangiando 1,5 kg di cibo. L’aria è quindi una componente essenziale per la vita e la maggior parte dei cittadini è fortemente preoccupata per la sua qualità. Ad ogni respiro, inaliamo l’ossigeno necessario, ma anche piccole quantità di gas potenzialmente nocivi e piccole particelle. Questi componenti influenzano direttamente la nostra salute, anche se potremmo non esserne consapevoli. La ricerca mostra che gli effetti negativi sulla salute non derivano solo da eventi acuti ma anche da esposizione cronica, riducendo l’aspettativa di vita umana di oltre otto mesi in media e di oltre due anni nelle città e nelle regioni più inquinate del mondo”.

E’ ancora un’affermazione di Copernicus sulla quale concordiamo a parte l’interpretazione italiana della preoccupazione per la qualità dell’aria. Da noi proprio non se ne parla, o se ne parla troppo tardi. E’ un fenomeno sociale dove il disinteresse e l’ignoranza contribuiscono a ridurre la pressione sugli organi esecutivi e di vigilanza perché intervengano più efficacemente a tutela della salute pubblica. Si applicherebbe qui la parabola del “medice, cura te ipsum” (Vangelo secondo Luca – 4,23), allargata dalle interpretazioni successive a ciascuno è miglior medico di se stesso. Aggiungiamo il nostro pensiero e la nostra esortazione che sono nel senso di interessarsi più a questo argomento che ci proponiamo di dibattere con chi è interessato dalle nostre colonne. Il nostro invito è anche a seguire con regolarità Copernicus che offre anche info su ambiente marino, territorio, variazioni climatiche e tematiche d’emergenza. Cosa fa?

“Copernicus – leggiamo dal sito https://www.copernicus.eu/it – è il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei. Il programma è coordinato e gestito dalla Commissione europea ed è attuato in collaborazione con gli Stati membri, l’Agenzia spaziale europea (ESA), l’Organizzazione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici (EUMETSAT), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (CEPMMT), le agenzie dell’UE e Mercator Océan. Il programma utilizza enormi quantità di dati globali provenienti da satelliti e da sistemi di misurazione terrestri, aerei e marittimi per fornire informazioni che aiutino i prestatori di servizi, le autorità pubbliche e altre organizzazioni internazionali a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei. I servizi di informazione forniti sono accessibili agli utenti del programma in modo libero e gratuito”.

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