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martedì, Maggio 6, 2025

Referendum 2025: cinque quesiti per discutere il futuro di lavoro e cittadinanza

Passione Democratica invita i cittadini l’8-9 giugno ad andare alle urne e a comprendere le ragioni di cinque sì.

Riceviamo e pubblichiamo da Passione Democratica Siena

L’Italia si prepara a un importante appuntamento democratico. L’8 e 9 giugno 2025, i cittadini saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi che toccano aspetti cruciali del nostro sistema socio-economico, dalle dinamiche del mercato del lavoro alle normative sull’accesso alla cittadinanza. Inoltre un elemento centrale di questa tornata referendaria è rappresentato dalla sfida di superare la tendenza all’astensionismo che, negli ultimi decenni, ha compromesso la validità di diverse consultazioni popolari.

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Analizziamo i temi specifici al voto. Un primo quesito mira all’abrogazione dell’estensione a 24 mesi del periodo di prova, introdotta nel 2023. Si tratta di eliminare misure che hanno contribuito a far elevare la precarietà, considerato che le stabilizzazioni contrattuali, dopo tale periodo, si sono attestate intorno al 38% (fonte: elaborazioni su dati INPS).

Un secondo quesito riguarda la possibilità di licenziare senza una specifica motivazione i lavoratori con meno di 35 anni. Alcuni monitoraggi sindacali segnalano un aumento dei licenziamenti potenzialmente arbitrari a seguito dell’introduzione di tale normativa (fonte: monitoraggi CGIL).

Sul fronte dei diritti civili, il terzo referendum si concentra sulla modifica delle norme relative alla cittadinanza per i minori nati in Italia. Attualmente, l’acquisizione della cittadinanza è legata a specifici requisiti di reddito, una condizione che ha interessato circa 28.000 giovani residenti in Italia. La normativa vigente inoltre è stata oggetto di alcune osservazioni da parte di istituzioni europee.

Gli ultimi due quesiti riguardano l’abolizione dei voucher lavorativi, strumento il cui utilizzo, in una significativa percentuale di casi è stato associato a forme di lavoro continuativo mascherato, e la revisione del decreto flussi, il cui tetto annuale di ingressi (fissato a 85.000 unità) viene indicato da alcuni settori produttivi, come l’agricoltura e l’assistenza agli anziani, come un freno alla loro operatività.
Questi numeri e queste situazioni descrivono un’Italia con sfide complesse e opportunità da cogliere.

Tuttavia, un ostacolo significativo al potenziale cambiamento è rappresentato dall’astensionismo.

Come accennato, una parte considerevole dei referendum passati non ha avuto successo a causa della mancata partecipazione degli aventi diritto.

La consultazione dell’8-9 giugno rappresenta quindi un momento importante per riflettere sul valore della democrazia diretta e sulla responsabilità civica di ciascun cittadino.
La decisione che i cittadini prenderanno attraverso il voto avrà implicazioni concrete sulla vita di molti, toccando temi come la dignità del lavoro, i diritti di chi vive e cresce in Italia e le prospettive del nostro sistema economico. Al di là delle posizioni politiche, l’appuntamento alle urne offre l’opportunità di esprimere una volontà collettiva su questioni specifiche. Partecipare al voto è un atto fondamentale per contribuire a definire l’Italia di domani.

Passione Democratica-Siena

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