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martedì, Maggio 6, 2025

Siena2025: stangata sulla TARI?

Un dibattito tra “ottimo servizio” contestato e silenzio dell’opposizione

La decisione del Comune di Siena di aumentare del 5% la Tassa sui Rifiuti (TARI) per il 2025 continua a far discutere. Se la maggioranza motiva l’incremento con la qualità di un “ottimo servizio”, le voci critiche si levano sempre più forti, soprattutto considerando la percezione di un servizio tutt’altro che migliorato.

Il Consiglio Comunale ha dato il via libera all’aumento, giustificandolo con la necessità di coprire i costi di gestione dei rifiuti. Parallelamente, sono state annunciate alcune misure di sostegno per le fasce più fragili: esenzione totale per chi ha un ISEE fino a 6.500€ e per gli anziani soli con ISEE inferiore a 7.500€ (previa domanda da presentare entro il 31 marzo 2025), una riduzione del 10% sulla quota variabile per tutte le utenze domestiche e un fondo straordinario per situazioni di difficoltà economica, accessibile tramite un bando specifico. È prevista anche la possibilità di rateizzare il pagamento.

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Nonostante la narrazione di un “ottimo servizio”, serpeggia tra i cittadini un forte malcontento. “Ottimo servizio? Ma dove?” si chiedono in molti, lamentando disservizi, ritardi nella raccolta e una qualità percepita in costante declino.

Come documentano i servizi fotografici sulla pagina facebook di Siena Sostenibile.

L’affermazione, riportata da fonti interne, di un aumento inizialmente previsto del 10% e poi “ridotto” al 5% suona per molti come una beffa: “Ci vessano con un aumento, e lo spacciano per un atto di benevolenza verso i ‘pezzenti’?” La percezione di una di gestione dei rifiuti inefficiente non fa altro che esacerbare gli animi.

A far eco al malumore popolare è la denuncia di “Passione Democratica”, che stigmatizza il “silenzio non normale” dell’opposizione di fronte a una decisione che impatta direttamente sulle tasche dei senesi.

L’associazione si interroga sull’assenza di una voce critica incisiva e di proposte alternative concrete, soprattutto in un momento di difficoltà economica per molte famiglie. “Chi pensa ai giovani?” è il grido di Passione Democratica, che vede in queste scelte una mancanza di visione per il futuro e un’attenzione focalizzata su interventi limitati e, forse, insufficienti.

Al momento, però non risultano proteste formali a parte il dibattito in rete. L’impressione però è che la vicenda sollevi interrogativi sulla gestione dei servizi pubblici e sul chi e come intenderà farsi politicamente portavoce del disagio.

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