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sabato, Giugno 21, 2025

L’inasprimento delle pene colpisce anche il Palio

Con Maurizio Cenni tentiamo di leggere il documento del Magistrato delle Contrade in prospettiva futura

Troviamo in Maurizio Cenni un compagno di riflessioni cui ci siamo, a dir poco, affezionati. Sindaco per dieci anni, scelta al termine dei suoi incarichi pubblici la strada del ritorno al privato, rimane pur a distanza di anni un osservatore goloso della città, delle sue tradizioni, dei suoi sviluppi. Solo raramente incazzoso, quando ci offre la sua competenza, condividiamo con lui il gusto di parlare della città cui più teniamo senza necessità di essere politicamente corretti. Non ne abbiamo più né la ragione né il tempo.

Oggi lo disturbiamo, sottraendolo alla quiete delle sue letture sotto i lecci foglianesi, per digerire insieme il documento che il Magistrato delle Contrade ha voluto offrire alla città che si prepara alla prima delle sue feste, quella in onore della Madonna di Provenzano. Tra l’altro è un documento che ci riporta al tema dei “fronteggiamenti” da noi affrontato lungamente qualche tempo fa.

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Maurizio Cenni

Maurizio aiutaci. Sta facendo discutere il documento del Magistrato delle Contrade sui fronteggiamenti. L’hai letto? Cosa ne pensi?

“I contenuti del documento sono sicuramente condivisibili, anche se c’è il rammarico che quando si interviene con questi toni a posteriori su una vicenda che si trascina da anni, quasi sempre il latte è stato già versato. E mi scuseranno gli onorandi Priori, ma mi aspettavo che alla fine nel documento fosse scritto un qualcosa del tipo ”… e quindi alla luce di tali considerazioni proponiamo di…” ovvero, oltre alla critica a posteriori, anche una azione attiva. Ma al di là delle critiche è importante che questo documento sia stato redatto”.

E’ giusto volerci leggere tra le righe un giudizio sulle nostre tradizioni a contrasto con il tempo?

“Mi sembra che il documento puntualizzi bene su questo aspetto. La Festa ha sempre avuto la capacità endogena di adattarsi e ritagliarsi uno spazio nella contemporaneità, il che non significa chiamarsi fuori da leggi e norme generali come qualcuno vorrebbe intendere; e se perde questa capacità l’omologazione è più che probabile. Certo ci vuole anche che coloro che collaborano con le Istituzioni locali siano in  grado di avere la capacità di capire in quale contesto e con quali presupposti si trovano ad assistere e nel caso a giudicare. Ovvero se ciò che accade in Piazza nei giorni della Festa sta all’interno di quella cornice richiamata dal documento di rispetto, lealtà e spontaneità, e se nessuno degli attori chiama in causa organismi terzi alle Autorità Cittadine, è un conto; qualora non sia così e vi siano comportamenti che escono da questi binari allora è un altro paio di maniche. Il compito di far conoscere quali sono le maniche giuste è di chi vive, lavora e amministra Siena, di quella rete che anche all’interno delle Istituzioni Nazionali ha sempre saputo dialogare e far conoscere il contesto. Per far capire le implicazioni antropologiche e culturali come amava ripetere il Professor Falassi. Chi gode della nostra Festa deve accettare tutto il pacchetto, compreso il rullare dei tamburi sotto al Palazzo di Giustizia e tutto il resto, perché non assiste a una sagra paesana o a una rievocazione storica, ha il privilegio di vivere una realtà temporanea ove nessuno recita e tutti interpretano se stessi. Altrimenti è troppo comodo, troppo facile invitare ospiti che percepiscono una città che si traveste con bizzarri costumi. Non siamo i giullari per chi viene con incarichi temporanei e passa dalla città”.

Altri criticano che il documento sia stato reso pubblico solo ora. Diciamo completamente decontestualizzato dall’attività cui si riferisce. Pensi che sia una cosa grave?

“Spero vivamente che chi di dovere si sia fatto sentire nelle sedi opportune anche prima dell’esito di questa sentenza e quindi che vi sia anche il rammarico per non essere stati ascoltati sia in sede dibattimentale che prima, quando appunto quel lavoro di prevenzione e contestualizzazione verso chi non conosce la città è essenziale. Ho letto sui social anche qualche critica feroce ma mi piacerebbe che in questo momento, almeno per una volta, si mettessero da parte le divisioni e il senso di frustrazione che hanno i contradaioli reagendo alla ineluttabilità annunciata di una deriva pericolosa, proprio come scritto nel documento. Certo è che anche chi guida la città deve fare uno scatto in avanti e non avallare, come nel caso dell’applicazione della Giustizia Paliesca, la deriva di omologazione, riaffermando nelle parole e nei fatti la centralità assoluta nella gestione complessiva del Palio del Comune e delle Contrade”.

E’ giusto pensare al Magistrato come prima linea nella difesa del Palio o piuttosto sarebbe un ruolo che compete al Comune che organizza la Festa?

“Ho sentito una intervista del Sindaco su questo tema in cui condivide parola per parola ciò che è stato scritto dal Rettore del Magistrato (ci mancherebbe) e addirittura che avrebbe voluto scrivere lei quelle parole. E anche io avrei voluto che le avesse scritte lei visto anche quello che è stato detto della Amministrazione Comunale e dei Vigili Urbani… E anche se erano altri alla guida del Comune in quel momento tocca a chi è in carica difendere  l’Istituzione, non basta solo apprezzare e condividere ciò che altri hanno fatto. Chi criticava il Sindaco De Mossi quando in carica mantenne l’incarico difensivo per i contradaioli dovrebbe rivedere certe posizioni poiché il messaggio che lanciava era chiaro, nelle aule del Tribunale non parlava solo l’avvocato ma anche e soprattutto il Sindaco”.

Ultimo aiutino… Tutte le altre considerazioni che si possono esprimere e delle quali non ti abbiamo domandato…

“Faccio anche una considerazione generale che vale non solo per il Palio. Esiste una linea di tendenza generale a un inasprimento delle pene su cui siamo un po’ distratti ritenendo che siano cose che non ci interessano. E forse non riusciamo neanche a collegare bene le vicende giudiziarie di cui abbiamo parlato con tale quadro generale, ma questa è la realtà. Il restringimento degli spazi individuali associato all’inasprimento delle pene, in genere mai è foriero di buone notizie. Per chi applica leggi, codici e codicilli è una diminuzione di responsabilità personale, per chi ne subisce le conseguenze è qualcosa di più grave. Se  andiamo indietro nel tempo ci sono stati certo episodi che hanno avuto risvolti penali, ma erano eccezioni alla norma ed eccezionali nella dinamica. Se qualcuno di quegli episodi fosse accaduto oggi sarebbero stati guai molto seri per chi vi era incappato”.

“Una volta – conclude Maurizio – un noto contradaiolo dopo un banale fronteggiamento (si chiamano così e non risse), si rivolse a me sul Palco dei Giudici e, riferendosi all’intervento della Polizia Municipale nella consueta opera di calmierazione, mi disse “Va bene Sindaco, ma la prossima volta anche un paio di minutini prima!” Se questo non viene capito e viene confuso con un atteggiamento omissivo e compiacente, è un problema per la Festa e per i suoi attori. Chi di dovere si muova e alla svelta!”

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