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domenica, Giugno 29, 2025

Elezioni regionali: quando è l’incertezza a muovere tutto

Verso un esito scontato che si fatica a cogliere per lo scontro interno al PD

Le elezioni regionali si avvicinano, anche se la data non è stata ancora fissata. Schieramenti e candidature cominciano a delinearsi, sia pur in forma non definitiva, ma basta questo per mettere in movimento molte cose.

In Toscana, più che altrove, a muoversi è il Partito Democratico, al centro di tensioni interne, incertezza strategica e spinte contrastanti: sembra ancora aperto il confronto tra chi vuole confermare il governatore uscente Eugenio Giani, dall’altra chi, soprattutto nell’area vicina a Elly Schlein, punta al cambiamento.

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Ci sono poi dentro al Pd le rese dei conti interne aperte in diverse province: Pisa e Siena, ma non solo. Probabilmente nella stessa Piana fiorentina, da cui proviene il segretario regionale, c’è ancora la ricerca di un equilibrio politico. Ma queste rese dei conti ora non pesano, peseranno al momento delle preferenze, nel segreto delle urne, ma non adesso, e neppure per le candidature troveranno spazio e voce.

Peserà invece di più il caso di Prato, con le vicende che hanno portato alle dimissioni della sindaca. Questo sì che ha aggiunto un segnale di instabilità al quadro. Si tratta ora di capire se sia un fatto isolato o se possa estendersi alla regione, come il centrodestra auspica. Di certo, già così, rappresenta un’opportunità per il candidato della vicina Pistoia, sostenuto dal centrodestra.

Garantisti, ma con le dimissioni della sindaca la distinzione tra la questione giudiziaria e quella politica è ormai netta. Se la prima dovrà fare il suo corso nelle sedi competenti, resta invece tutta aperta la questione politica: quella dell’esistenza o meno di un sistema di potere che il PD avrebbe costruito e mantenuto in Toscana in questi anni.

Giani, la cui candidatura in pectore fino a poco tempo fa sembrava consolidata con percentuali vicine al 60%, da ora in poi può solo perdere terreno. E, va detto, potrebbe non essere nemmeno colpa sua. Considerato che Schlein sta esplorando tutte le strade possibili per sostituirlo in corsa. Ora ogni eventuale calo di consensi del Presidente uscente sarà imputato proprio a questa spinta interna.

Ma non è solo Roma a spingere. Alcuni in Toscana non si accontentano più delle semplici garanzie e vedono in Giani una figura meno controllabile su questioni fondamentali, a partire dalle nomine. Viceversa, c’è chi lo considera ancora più affidabile di qualcuno che sta a Roma e che da Roma non metterebbe nulla sul tavolo. A meno che le elezioni politiche non siano anticipate al 2026…

In questo clima di incertezza, in entrambi gli schieramenti, acquisiscono un peso crescente le liste minori e le liste civiche. Per quest’ultime ci sono quelle dai profili più “civici”, spesso portatrici di consenso e partecipazione, di operazioni politiche, mirate a innestare progetti e logiche locali in una dimensione regionale più ampia. Ma in alcuni casi si tratterà di puro mimetismo, invece che di tentativi sinceri di innovazione.

C’è poi il tema dei comuni amministrati a sinistra, senza il Pd, che dovranno trovare la modalità per contare nel centrosinistra toscano.

La Toscana, nella prossima tornata, resta l’unica regione dove il PD può ancora vincere anche con un candidato più a sinistra. Ma quanto ancora possono tirare la corda con Giani? Perché, se Giani decidesse di ricandidarsi fuori dal PD, un ballottaggio – oggi poco probabile – potrebbe diventare realtà, aprendo scenari difficili da prevedere.

Nessuno, almeno apparentemente, vuole avviare un tale processo di autodistruzione. Ma poi i disastri avvengono…

Si parla, lo abbiamo accennato, anche di politica nazionale e delle possibili elezioni anticipate nel 2026 anziché nel 2027. Può sembrare una piccola differenza, ma di questi tempi ogni dettaglio può cambiare gli scenari in modo sostanziale.

Con un PD così mobile, con il civismo che si muove su più livelli – regionali e nazionali – si apriranno molti tavoli di confronto, diversi “caminetti” e tanti pontieri e ambasciatori si metteranno all’opera. Alcuni per salvare ciò che si può salvare, altri per posizionarsi in vista di ciò che verrà.

Sembra però che, al di là delle correnti e delle ideologie, si stia assistendo soprattutto a posizionamenti personali. Non che i destini personali non contino. Anzi fanno sempre la differenza. Ma siamo attrezzati per comprendere appieno le differenze?

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