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martedì, Luglio 1, 2025

Riuso delle fabbriche dismesse può diventare volano per industria e sostenibilità

Rigenerare la Toscana: un’opportunità concreta per contrastare lo spopolamento e valorizzare il patrimonio

Oggi 1° luglio 2025 la Toscana ha compiuto un passo significativo nella direzione della rigenerazione industriale sostenibile quando la Regione, insieme ad Anci Toscana e all’ufficio Invest in Tuscany, ha presentato i risultati di un lavoro capillare volto a mappare circa 2500 siti industriali dismessi o sottoutilizzati, individuandone un paniere di circa 300 con potenziale per il riuso e in particolare 150 con concrete prospettive di ritorno sul mercato. Grazie a questo studio la Toscana non si presenta solo con una strategia, ma con un vero e proprio portafoglio definito da offrire a investitori italiani e internazionali.

Il presidente Eugenio Giani ha sottolineato che questa iniziativa nasce non da zero ma da una riflessione strutturata, con l’obiettivo di rilanciare l’economia locale, generare posti di lavoro e contrastare lo spopolamento delle aree interne, evitando il consumo di nuovo suolo grazie al riuso delle aree dismesse . È evidente la volontà di costruire una strategia virtuosa, con un forte coordinamento tra direzioni regionali e Comuni, che punta a far leva sull’attuale patrimonio edilizio industriale – pubblico, privato o sanitario non più utilizzato – come asset per progetti futuri.

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L’incontro ha anche offerto spazio a casi emblematici che raccontano storie concrete di rigenerazione. Tra essi spicca innanzitutto il progetto “H2 Era Green Valley”, il primo caso europeo di economia circolare a impatto zero. Realizzato a Figline e Incisa Valdarno sull’area ex Bekaert, prevede un parco fotovoltaico da 101 MWp con storage da 100 MWh, un impianto di idrogeno verde, una power‑to‑gas, una vertical farm e una fish farm, tutti integrati in un ciclo virtuoso che riduce le emissioni di CO₂ di oltre 100 000 tonnellate l’anno . Il sistema, sostenuto da HGV, SMA e Longi, è già entrato in fase operativa, segnando un passo decisivo verso la riconversione produttiva e ambientale dell’area ex‑industriale .

Ha trovato poi spazio il progetto di rigenerazione delle “Ex Fornaci Mondani” che lega storia, lavoro e comunità, e la nuova cantina del Gruppo Dievole nata in una ex‑cava a Castagneto Carducci, appena inaugurata. Queste esperienze rappresentano la dimostrazione tangibile che investire in riuso industriale non è solo possibile, ma anche strategico: economia, sostenibilità e innovazione combinate in luoghi una volta abbandonati .

Accanto a questi casi, hanno parlato rappresentanti di Comuni e imprese come Federico Parma (H2 Era Green Valley), Stefano Capurso (Tenuta Meraviglia/Dievole), Oliviero Giusti (BioChemical System International), Alessandro Santarossa (studio Corde) che hanno condiviso le loro esperienze, mettendo in luce come la valorizzazione del patrimonio industriale possa andare di pari passo con la competitività delle imprese e l’attrattività per investitori. Il modello spazia dunque dal recupero di siti produttivi per nuove produzioni fino alla loro riconversione in chiave culturale, agricola o turistica, nell’ottica di una rigenerazione urbana sostenibile.

Inoltre, il ruolo centrale di Invest in Tuscany emerge anche nel quadro più ampio dell’attrazione di capitali. Il suo sportello ha già supportato 95 progetti tra il 2018 e il 2022 e punta ora a rafforzare ulteriormente la strategia 2023‑25, grazie a bandi FESR e PNRR, con misure mirate al recupero di aree dismesse, ricerca e sviluppo e sostenibilità ambientale  .

In questo senso, la mappatura non è solo un esercizio conoscitivo ma è parte di un più ampio percorso nordico di accompagnamento a investimenti nazionali e stranieri, combinando assistenza, marketing territoriale, networking e advocacy istituzionale. Il risultato è la creazione di un ecosistema dove innovazione, finanza sostenibile e politiche territoriali dialogano, dotando la Toscana non solo di uno storytelling efficace, ma di un vero e proprio inventario pronto per nuove imprese e iniziative di rigenerazione.

Con questa visione la Toscana mostra di voler trasformare le proprie aree industriali inutilizzate da problemi a opportunità, intrecciando sostenibilità, economia circolare, cultura e lavoro in un progetto inclusivo e strategico.

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