Valentina Groppi, prima volta su tufo, da “ufficiale”: impressioni, certezze, conferme
Valentina Groppi, fotografa per vocazione, dipendente Asl per sussistenza. Di fede torraiola, ma senza militanza nella Stanzina, di famiglia emigrata dal rione a Ravacciano. Amore per la fotografia, rispetto per Siena. Con lei SienaPost ha fatto qualche ora di volo, nel corso dell’appena trascorsa carriera di Provenzano. Per meglio capire le tematiche di una funzione così importante per la Piazza del Campo, le abbiamo chiesto disponibilità a parlarne…
Ciao Valentina, cosa fanno più notizia a Palio concluso? Le tue esperienze fatte o le emozioni provate?
“Le emozioni sono state tante e forti, da sempre ho sognato di essere fotografa ufficiale per il Palio, ufficioso lo sono sempre stata, essere così vicina da vivere tutto e poterlo raccontare con la fotografia. Da bambino c’è chi vuole entrare in Piazza da Alfiere, chi da tamburino e io… da Fotografa”.

Parlaci dei fotografi di Piazza. Sono gentili ed accoglienti, pronti a trasmettere esperienze, oppure…
“Molti fotografi di Piazza sono amici, altri li conosco da tempo, alcuni li ho conosciuti in questi giorni e sono stati accoglienti e mi hanno aiutato ad affrontare per la prima volta il tufo e le lunghe attese del Palio. Altri un po’ diffidenti, ma ci può stare…”
Che impressione fa al giorno d’oggi, dove tu sei lì per lavorare e migliaia d’altri sono lì a fotografare con i loro device?
“I telefonini, gli Ipad, le gopro sono veramente un incubo appena riesci a fotografare e trovare un soggetto giusto, luce, inquadratura… spunta un telefonino e svanisce idea che avevi in quel momento. Purtroppo la velocità con cui si producono immagini con i device, per un occhio meno esperto, dà meno importanza alla fotografia e questo è un male, specialmente fotografando Palio che non è una corsa di cavalli ma è un vortice di emozioni che possono essere viste solo se si osserva e non se si scatta a raffica o si fa i video a caso”.
La foto che vorresti fare e quella che non vorresti fare?
“Quella che non avrei voluto fare… l’ho fatta questo 3 luglio… seppur di foriporta anch’io ci sento, ma a parte gli scherzi non vorrei fare una foto che possa con un inquadratura, un ombra o una prospettiva mettere in dubbio l’amore di Siena per i Cavalli. Quella che vorrei fare, è uno scatto che possa minimamente avvicinarsi alla foto di Palio che considero perfetta, ovvero la mossa del Palio del 2 luglio 1975 del mio Amico e Maestro Gigi Lusini. Ogni volta che la guardo mi sembra di rivivere la mossa e di sentire i canape che cade quando entra la rincorsa”.

Ah, già, ma una miglior foto, dicendoci perché, non ce la offri in questo articolo?
“La miglior foto che ho fatto fino adesso, a parere mio, è un primo piano fatto a un cavallo durante la segnatura. Ha un espressione e crea una linea con il collo e criniera che è particolare, per questo la considero tale. Per me il cavallo è in assoluto il protagonista assoluto del Palio e quindi la mia attenzione va sulla loro espressività, i loro movimenti e soprattutto i loro occhi”.
Che cosa si impara di Siena mettendosi dietro un obbiettivo?
“Si impara a osservare, rispettare i tempi del Palio e gli spazi”.
Nella pubblicazione delle tue foto cosa ha fatto bene e cosa ha fatto male SienaPost?
“Di male assolutamente niente, anzi… posso solo che ringraziare SienaPost che mi ha dato la possibilità di fare conoscere le mie fotografie ai propri lettori”.
Hai avuto paura? In pista abbiamo avuto l’impressione che tu abbia litigato con la luce… Solo cattiverie?
“Paura no, mi sono molto emozionata in dei momenti in cui non mi sarei aspettata. Il 3 luglio è stato un vortice, ma è stato veramente bellissimo. Come ho detto ho realizzato un sogno. Con la Luce non litigo, diciamo che è una mia amica e come le migliori amicizie ogni tanto si discute ma ci si vuole bene”.
Che si fa? Ci riproviamo ad agosto?
“Assolutamente SIIIIIII…. Sono prontissima!!!! Grazie per la fiducia!”