Dalla riunione solo l’invio di una memoria a Fossi. Riconferme per Bezzini, Paris e Rosignoli. Cresce l’irritazione e si moltiplicano le richieste di un congresso rapido.
di Igor Zambesi
La Direzione provinciale del Partito Democratico di Siena che si è riunita nei giorni scorsi era un incontro atteso, ma che non ha prodotto deliberazioni ufficiali. L’unico esito formale è stato l’invio di una memoria, a firma del segretario provinciale Andrea Valenti, indirizzata al segretario regionale Emiliano Fossi.
La memoria, secondo quanto trapela, contiene una proposta precisa: ricandidare gli uscenti. In primo luogo Simone Bezzini, attuale assessore regionale alla Sanità, che ha guidato la Toscana nella fase più drammatica della pandemia e che viene rivendicato come garante del modello pubblico toscano, oggi sotto attacco politico. “Mettere in discussione Bezzini – è il ragionamento che emerge – significherebbe mettere in discussione l’intero governo regionale su un tema cruciale”.
Accanto a lui, si propone la riconferma delle consigliere Paris e Rosignoli, entrambe al primo mandato, che hanno lavorato rispettivamente nella Seconda e nella Quinta commissione. Nonostante l’avvio reso difficile dal Covid e dal lavoro a distanza, le due consigliere sono valutate positivamente per impegno e rapporto con il territorio.
Il documento non si limita alle riconferme: ribadisce che nei prossimi giorni saranno valutate altre candidature, seguendo i criteri del regolamento regionale approvato ad agosto: parità di genere, radicamento territoriale, pluralismo, apertura alla società, rinnovamento e allargamento della rappresentanza. In parallelo – viene annunciato – è in preparazione un programma di mandato dall’impronta innovativa ed europeista.
Eppure, se questa è la parte formale, la riunione di ieri ha messo in luce altro: un malumore diffuso. Diversi dirigenti hanno contestato il rischio di un eccessivo accentramento delle decisioni a livello regionale, con le federazioni provinciali ridotte a un ruolo consultivo. La memoria, infatti, non è stata votata, ma semplicemente condivisa e trasmessa, proprio perché il regolamento non prevede deliberazioni formali. Un passaggio che non ha convinto tutti, e che qualcuno ha letto come un segnale di debolezza politica del gruppo dirigente locale.
Da questo clima è maturata la richiesta, sempre più diffusa, di andare rapidamente al congresso. Perché dietro la facciata di unità, ieri sera è emersa chiaramente una spinta a riaprire il confronto sulla linea politica e sulla leadership provinciale.
Dalla Direzione di Siena non escono dunque decisioni vincolanti, ma due messaggi: il primo, rivolto a Firenze, è la difesa delle ricandidature uscenti e il richiamo al rispetto del regolamento; il secondo, rivolto al partito stesso, è la domanda di rinnovamento che passa da un congresso vero – provinciale e regionale – capace di restituire legittimazione e voce al territorio.